Strano il mio destino - A Twilight Fan Fiction

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    ora sono ancora + curiosaaaaaaaaaaaaaaaaaa
     
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    ahahahahahah...allora, dovrai aspettare solo pochi capitoli (2 o 3 se non ricordo male...)...
     
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    Che cavolo, settimana scorsa mi sono scordata di aggiornare...per rimediare, posto oggi il capitolo scorso e domani (al posto di mercoledì che non ci sono) quello nuovo...


    Capitolo 6 – Biologia

    POV Bella
    All’uscita da trigonometria, Mike mi aspettava fuori dalla porta. Mi diede nuovamente un bacio sulle labbra, mentre prendeva la mia mano. La ragazza con cui dividevo il banco a trigonometria, Jessica Stanley, corse via, furiosa.
    Non chiesi nulla a Mike, ma cercai di scacciare il pensiero di essermi appena creata una nemica. Ci incamminammo verso la sala mensa, io in totale imbarazzo. Già mi fissavano tutti perché ero nuova, ma con Mike al mio fianco…era un incubo. Era come se avessi un gigantesco faro puntato addosso.
    Durante il pranzo, vedevo gli sguardi di tutti puntati su di me…tutti, tranne sei ragazzi stupendi.
    Sembravano usciti dalle copertine delle riviste di moda. Chiesi a Jessica chi fossero e lei mi rispose che erano i figli adottivi del dottor Cullen. Le sue risposte però mi infastidirono parecchio, parlava di loro come se il fatto che fossero stati adottati fosse un crimine. Invece io pensavo che il dottor Cullen e la moglie avessero fatto un bel gesto, prendendosi cura di sei ragazzi orfani.
    Il resto della pausa fu speso dagli altri ragazzi a parlare del tempo. Non pioveva ancora, ma di certo la situazione meteorologica stava cambiando rapidamente. Io odiavo la pioggia, era fredda e mi infastidiva.
    Avevo tentato di convincere i miei a restare a Phoenix, ma senza successo. E ora mi toccava passare due anni in quel paesino noioso, piovoso e pieno di pregiudizi stupidi e totalmente inutili.
    Quando la campanella suonò, una ragazza di nome Angela si affiancò a me e Mike. Eravamo tutti e tre diretti a biologia. Angela non parlò molto, probabilmente era molto timida, come me.
    Erano rimasti solo 3 posti vuoti e, per mia sfortuna, a me toccò sedermi al banco con Mike. Non mi mollava la mano neanche per un istante. Notai che il nostro banco era davanti a quello di due dei Cullen. C’era il ragazzo con i capelli ramati, bello da morire, e la ragazza dai capelli rossi. Lei era incollata al suo braccio, come una cozza allo scoglio. Oddio, forse questa analogia poteva essere fraintesa. Di certo lei non si poteva definire una 'cozza'. Era meravigliosa, aveva un aspetto da fotomodella.
    Scossi impercettibilmente la testa e tornai a fissare la cattedra. Il professore ancora non era arrivato.
    “Bella, oggi pomeriggio ti va di venire a studiare da me?” mi chiese Mike, guardandomi con una strana luce negli occhi.
    “Ehm…ho promesso a mamma che l’avrei aiutata a mettere in ordine la casa. Sai, ancora non abbiamo sistemato tutto dopo il trasloco…” inventai sul momento. Ero sempre stata una pessima bugiarda, ma sperai vivamente che Mike ci cascasse.
    Mi sorrise. “Ok, allora potremmo vederci domani pomeriggio.” Disse tranquillo. Se l’era bevuta…
    “Vedremo…se non abbiamo tanto da studiare…” dissi allontanando lo sguardo dai suoi occhi.
    In quel momento, l’insegnante entrò in aula e iniziò a spiegare.

    POV Edward
    Tenevo gli occhi sul libro aperto sul banco, impegnato a pensare a come avrei passato la seconda notte consecutiva fuori casa. Era veramente una scocciatura non potermi rinchiudere nella mia stanza ad ascoltare musica e leggere un libro. Ma, fintanto che Sarah restava legata all’idea di farmi capitolare ai suoi piedi, avrei dovuto ingoiare il rospo e passare quanto più tempo mi era possibile lontano da casa.
    Dovevo trovare una via d’uscita per quella situazione ormai giunta al limite della sopportazione. Con o senza l’aiuto di Alice, avrei dovuto ferire Sarah: era l’unico modo perché capisse.
    Mi accorsi a malapena dell’arrivo degli altri ragazzi. Avevo cacciato giusto la sera prima, perciò non avrei avuto problemi a sopportare l’odore di sangue. Sentii Sarah stringersi un po’ di più al mio braccio. La gola le bruciava tremendamente.
    “Ti avevo detto che era meglio se andavi a caccia con Rose ed Alice, ieri.” Sussurrai al suo orecchio, irritato dalla sua testardaggine.
    “Non ho sete, Edward. Davvero.” Mi aveva detto, dopo che per tre volte l’avevo pregata ad uscire di casa. Aveva gli occhi scuri, non ancora neri. Ma sapevo che lo sarebbero diventati presto.
    Vorrei soltanto che tu decidessi di accorgerti di me…non mi sembra di chiedere molto, in fondo. Il tono dei suoi pensieri mi colpì, era triste per i miei continui rifiuti.

    I suoi pensieri potevano anche essere giusti, ma purtroppo erano indirizzati alla persona sbagliata.
    Io ero uscito poco dopo, per andare a pensare nella mia radura. E, a quanto pareva, lei aveva voluto fare di testa sua. Se avesse ceduto alla tentazione, avrei dovuto necessariamente fermarla.
    Che situazione pericolosa e stupida. Pensai, tra me.
    Non mi accorsi che Mike Newton si era seduto davanti a noi, finché un soffio di aria fresca non mi portò un odore irresistibile. Alzai gli occhi, per vedere a chi appartenesse.
    E’ la nuova arrivata, Bella Swan.
    Il suo odore mi faceva letteralmente impazzire. Solo pochi istanti prima, avevo rimproverato Sarah per la sua poca disciplina. E ora, era bastato un solo soffio di quell’aria profumata, per scatenare il mostro che si annidava in me.
    In un attimo, irrigidii i miei muscoli, bloccando il respiro. Avrei comunque conservato il ricordo dell’odore, ma almeno la ragazza avrebbe avuto una chance per non morire lì. Fu abbastanza fastidioso trattenere il respiro per l’intera ora. Ovvio, noi vampiri non ne avevamo bisogno, ma per mantenere le apparenze respiravamo regolarmente come se fossimo umani. E quelle poche volte in cui ci costringevamo a non respirare, per evitare situazioni potenzialmente pericolose, ovviamente il fastidio era terribilmente frustrante. L'olfatto era il nostro migliore alleato nella caccia.
    Al suono della campanella, strinsi Sarah al mio petto e uscimmo insieme, più veloci che potevamo, cercando di non dare nell’occhio.
    “Sta calma, ancora pochi istanti e saremo fuori. Lì non avrai problemi a riprenderti.” Le sussurrai mentre uscivamo, circondati dai ragazzi che si accingevano ad affrontare l’ultima ora di lezione. “Appena torniamo a casa, però, vai a caccia. E non discutere!” aggiunsi in modo perentorio. Avrei convinto Alice e Rose ad accompagnarla, per accertarmi che si nutrisse abbastanza da poter resistere il giorno dopo.
    Sarah non rispose, era troppo tesa. Salimmo in macchina e la lasciai a casa.
    “Io vado a riprendere Jazz ed Alice. Mi raccomando, non perderla d’occhio neanche per un secondo. Ha troppa sete per poterle permettere di uscire di casa da sola.” Dissi ad Esme, dopo aver lasciato Sarah in camera.
    Tranquillo, tesoro…tu sei sicuro di star bene? Mi sembri sconvolto. E’ successo qualcosa a scuola? Pensò, accarezzandomi la guancia.
    “No, è tutto ok. Ora vado.” Dissi sorridendole, prima di uscire e tornare di nuovo a scuola.



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    ...mmmmh........vediamo che succede va???
     
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    domani vedrai un assaggino...
     
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    vedremo...ho in mente ancora il tuo spoiler su sarah..ansiosa sono ormai...
     
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    Tienilo a mente, mi raccomando...mercoledì comincia la parte su Sarah...


    Capitolo 7 – Primi interessamenti

    L’ultima ora, ginnastica, era un vero incubo…fortunatamente l’insegnante non mi aveva fatta giocare, essendo la mia prima lezione. Non ero mai stata una sportiva, anzi. Evitavo qualsiasi tipo di sport, soprattutto quelli a squadre. La mia coordinazione occhio-mano era il pericolo maggiore per i miei compagni.
    Sperai vivamente di riuscire a seminare Mike, all’uscita dalla palestra, ma la fortuna non era mai stata dalla mia parte.
    “Sei stata fortunata a non dover partecipare alla lezione.” Mi disse sbucandomi davanti dalla porta dello spogliatoio maschile. Mi prese per mano con naturalezza, e ci incamminammo verso la sua auto. Eravamo in cortile, a pochi metri dalla macchina. Durante le lezioni aveva piovuto molto, la strada era completamente bagnata e c’erano pozze d’acqua sparse qua e là.
    Mentre salivo in auto, vidi una Volvo grigia metallizzata ferma nel parcheggio. Alla guida c’era uno dei Cullen, quello che frequentava la lezione di biologia con noi.
    “Mike, tu cosa sai dei Cullen?” gli chiesi mentre metteva in moto.
    “Perché?” mi chiese sospettoso. Il suo sguardo era strano, sembrava arrabbiato per qualcosa.
    “Nulla…sono solo curiosa.” Dissi distogliendo lo sguardo da lui, in imbarazzo. Chissà cosa lo aveva fatto adirare tanto.
    Non mi rispose. Passammo tutto il viaggio in silenzio, io guardavo fuori dal finestrino.
    Chissà perché ha reagito così…in fondo, era solo una domanda innocente.
    Quando parcheggiò fuori casa mia, sganciai la cintura di sicurezza e feci per scendere. Ma lui mi prese per un braccio, costringendomi a voltarmi verso di lui.
    “Scusa, Bella. Sono stato un idiota.” Disse con un mezzo sorriso sul volto.
    “No, ho sbagliato io a chiedertelo. Scusami.” Risposi, per alleggerire la tensione.
    “Volevi sapere cosa so dei Cullen, giusto?” mi chiesi serio. Annuì. “Beh, si sono trasferiti qui l’anno scorso, dall’Alaska mi pare. Stanno sempre per conto loro, non danno mai confidenza a nessuno. Il Dottor Cullen è un ottimo medico, ma per il resto…non so dirti altro.” Aggiunse.
    Non mi sembra molto…e comunque, non spiega perché abbia reagito così alla mia domanda.
    “Oh, beh…quindi niente di interessante.” Dissi sorridendo.
    “Già…” mormorò, senza abbassare lo sguardo dal mio viso.
    Mi sentivo a disagio in quella situazione. Sapevo che avrei dovuto fargli capire cosa provavo per lui, e in fretta.
    “Sei sicura che oggi non puoi venire da me?” mi chiese avvicinandosi.
    “Eh si…” risposi, allontanandomi impercettibilmente verso la portiera. Quanto cavolo era lontana la maniglia?
    “Peccato…” sussurrò avvicinandosi ancora, una mano poggiata sulla mia coscia sinistra.
    Allungai la mano per cercare la maniglia. Quando finalmente la trovai, la aprii velocemente, catapultandomi fuori dalla macchina.
    “Grazie del passaggio, Mike. Ci vediamo domani.” Dissi, prima di sbattere la portiera e correre dentro casa.
    Chiusi la porta e mi ci appoggiai con la schiena, pronta a contrastare qualsiasi tentativo di Mike di entrare. Dopo qualche secondo, sentii l’auto ripartire e sparire.
    Mi rilassai, poi mi diressi in camera per poggiare zaino e giacca. Mamma sarebbe rientrata a minuti, era meglio se mi calmavo e riprendevo il pieno controllo di me.
    Qualche minuto più tardi, sentii la porta di casa chiudersi.
    “Amore? Sono a casa.” La voce di mia madre mi chiamava.
    Scesi le scale il più velocemente possibile, cercando di non inciampare.
    “Ciao, tesoro. Com’è andato il primo giorno di scuola?” mi chiese mamma abbracciandomi.
    “Bene, direi.” Risposi, senza scendere nei particolari.
    “E con Mike, come sta andando?” chiese ancora, mentre lasciava la borsa e la giacca all’ingresso.
    Feci una smorfia, prima di risponderle. “Mamma, come posso fare a dirgli quello che provo per lui?”
    “Cosa intendi, tesoro?” mi chiese, voltandosi a guardarmi perplessa. Era convinta davvero che fossi innamorata di Mike Newton? Era davvero grave, allora.
    “Mamma, Mike per me è un amico…un buon amico, ma niente di più. Lui invece…credo si sia innamorato.” Risposi senza guardarla negli occhi.
    “Oh, tesoro…pensavo che stessi bene con lui.” Mi disse, poggiandomi un braccio sulla spalla.
    “Si…ci sto bene, ma come amica. Il problema è che…non so come dirglielo senza ferirlo.” Mormorai.
    “Amore, sono certa che troverai le parole. Basta parlare con chiarezza e sincerità.” Mi disse abbracciandomi nuovamente.
    Come la fa facile, lei…però ha ragione, devo parlare con Mike prima che sia troppo tardi.
    “Novità, a scuola?” mi chiese poi, sciogliendo l’abbraccio.
    Riflettei un attimo, prima di chiederle ciò che mi incuriosiva. “Beh…ci sono dei ragazzi, i Cullen, che stanno sempre per conto loro…” dissi.
    “Ah, si…i figli di Esme e del dottor Cullen.” Disse animandosi.
    Mia madre conosce la signora Cullen? E da quando?
    “Come fai a conoscere i Cullen, mamma?” le chiesi, con sguardo interrogativo.
    “Ho incontrato Esme, la signora Cullen, pochi giorni fa, mentre faceva la spesa con due delle sue figlie, Alice e Rosalie. Sono molto cortesi e simpatiche, sai?” disse sorridendo, mentre si dirigeva in cucina per pensare alla cena.
    La seguii, continuando a chiedermi perché non mi avesse mai parlato di loro…Eppure, doveva sapere che li avrei incontrati.
    “Ehm, quali sono esattamente Rosalie ed Alice?” chiesi, cercando di ricordare i sei volti che avevo visto poche ore prima.
    “Rosalie è la ragazza bionda, bella come una modella. E’ anche molto intelligente, a parer mio. Alice, invece ha i capelli neri, corti. E’ davvero buffa e divertente…Dovresti iniziare a frequentarle, tesoro.” Rispose senza sollevare gli occhi dal cibo che aveva pescato in congelatore.
    Bene…due in meno da identificare.
    “E gli altri? Sai come si chiamano?” chiesi, fingendo indifferenza.
    “Beh, la terza ragazza si chiama Sarah. Ha dei bellissimi capelli rossi ondulati che le ricadono sulla schiena. Ha raggiunto Esme e le sue sorelle, insieme ai tre ragazzi, dopo circa mezz’ora che ci eravamo incontrate. Sarah teneva per mano un ragazzo molto bello, con capelli rossicci spettinati e uno sguardo da mozzare il fiato. Mi pare si chiami Edward.” Si fermò per ricordare altri particolari, prima di descrivermi gli ultimi due ragazzi. “E poi ci sono Jasper, un ragazzo biondo, il gemello di Rosalie, ed Emmett. E’ veramente grosso quest’ultimo, ha dei muscoli da fare invidia ai sollevatori professionisti.” Concluse voltandosi a guardarmi.
    “Oh…” riuscii a dire.
    Mamma mi squadrò per un istante. “Di un po’, non è che c’entrano i Cullen, con la tua decisione di chiarire i tuoi rapporti con Mike? Perché, tesoro, i tre ragazzi sono impegnati sentimentalmente con le loro sorellastre. Rischi di farti del male.” Mi disse preoccupata.
    “Mamma, ma cosa vai a pensare? Ho notato anch’io gli atteggiamenti affettuosi dei Cullen. Se voglio chiarire con Mike, è solo per evitare situazioni imbarazzanti che condurranno, inevitabilmente, ad un allontanamento tra di noi.” Risposi sinceramente.
    Mi guardò ancora, per qualche istante. Quando parve essersi convinta delle mie parole, tornò al suo impegno culinario, mentre io mi eclissai in camera per cercare di studiare un po’ prima di cena.



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    i tre ragazzi sono impegnati sentimentalmente con le loro sorellastre.



    fantastica... POVERO MIKE.. :)
     
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    ma come povero mike?!?vedi adesso che ti combina il 'povero mike'...
     
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    ahhaha tra sara e mike sto ribollendo perchè arrivi mercoledì prossimo!!!!
     
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    ahahahahahah...ok, mercoledì ci sarà un pezzo dedicato a sara, il prossimo mercoledì invece vedrai che succede con mike...manca poco...
     
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    Ho deciso di cambiare giorno per postare...quindi, eccovi il nuovo capitolo!!!


    Capitolo 8 – Decisioni

    Ehi, ma dov’è Sarah? Pensò Alice mentre, insieme a Jasper, mi raggiungeva a fine lezione.
    “Sarah è a casa…Anzi, volevo chiedere a te e a Rose se potevate accompagnarla a caccia. Avrei dovuto insistere di più ieri, ma ormai…il danno è fatto.” Le risposi appena salì in macchina, prima di mettere in moto.
    Ok, si…nessun problema… pensò sorridendomi.
    Per il resto del viaggio, nessuno parlò. Sentivo Jasper che si chiedeva come mai ero tanto agitato e scosso, ma non gli badai.
    Quando parcheggiai in garage, seguito da Emmett, attesi che gli altri scendessero prima di entrare in casa. Avevo bisogno di un minuto di solitudine.
    Quando finalmente rientrai, vidi Sarah uscire di casa, scortata da Alice e Rosalie.
    Non potevi andare tu, a caccia con la tua ragazza? Pensò Emmett scontroso, vedendomi rientrare.
    Alla parola “ragazza”, mi lasciai sfuggire un ringhio.
    “Ehi, ragazzi! Datevi una calmata.” Disse Esme, intuendo a quale dei miei fratelli mi stessi riferendo. Vedeva lo sguardo furioso di Emmett diretto verso di me.
    Spero per il tuo bene che sia una cosa breve. Voglio passare un bel po’ di tempo con Rose, e non permetterò a niente e nessuno di impedirmelo. Pensò, prima di andare in camera sua a cercare di distrarsi un po’.
    Edward, cosa ti sta succedendo? Sei nervoso, agitato, arrabbiato…e fin qui, posso immaginare che la cosa abbia a che fare con Sarah. Ma non capisco a cosa è dovuta la confusione che sto percependo. Mi chiese Jasper, scrutandomi seriamente.
    A quanto pareva, il minuto di solitudine non era passato a farmi sciogliere i dubbi che mi attanagliavano le viscere…sempre che le avessi, nel mio corpo roccioso.

    Che diavolo ti prende? Sei un vampiro, in grado di controllarti, per giunta. Hai una famiglia che adori e che ti adora. Pensai tra me appena Emmett si chiuse la porta del garage alle spalle. Eppure…eppure non è solo la sete a farmi trovare irresistibile quella nuova ragazza. Cosa mi sta accadendo? Scossi la testa, cercando di scacciare l'orribile confusione che mi offuscava la mente. Ma più ci provavo, e più la confusione aumentava.

    Scossi la testa, con lo sguardo fisso sul pavimento. Per la prima volta in novant’anni, ero confuso. Salii le scale, diretto in camera mia. Mi chiusi dentro e alzai al massimo il volume della radio, per evitare di pensare o sentire i pensieri degli altri.
    Dovevo capire cosa c'era di sbagliato in me, cosa mi stava accadendo. Si, l'odore della nuova ragazza, Bella Swann, era indiscutibilmente inebriante ed attraente. Ma non era solo quello, c'era dell'altro, qualcosa che non riuscivo a capire.
    Rimasi a fissare il soffitto per un paio d'ore. Mi riscosse dai miei pensieri la porta della mia camera che si apriva, rivelando la figura di Sarah, con i capelli scompigliati per la caccia.
    “Grazie per aver insistito con Rose ed Alice per accompagnarmi.” disse senza guardarmi, imbarazzata per lo scampato pericolo a scuola.
    “Figurati.” risposi, alzando le spalle.
    “Stai bene?” mi chiese, avvicinandosi.
    “Credo di si.” risposi con voce piatta, riportando lo sguardo sul soffitto.
    “Edward, se hai qualche problema...puoi parlarmene, lo sai.” si sedette al mio fianco, poggiando la testa sulla mia spalla.
    “Va tutto bene, tranquilla.” risposi con lo stesso tono.
    Non volevo parlare della mia confusione...o almeno, non con lei.
    Sollevò la testa dalla mia spalla e mi diede un bacio sulla guancia, poi un altro e un altro ancora, fino ad arrivare all'angolo delle labbra.
    “Sarah, ti prego...” iniziai a dire, ma lei mi bloccò, baciandomi con passione.
    Sentivo la sua lingua infilarsi nella mia bocca, mentre le sue mani mi stringevano forte a se. Cercai di respingerla con delicatezza, ma lei strinse ancora di più la presa. Allora con forza mi strappai alla sua presa e la allontanai da me.
    “Sarah, ti ho detto di no!” le urlai, prima di uscire sbattendo la porta alle mie spalle e scomparendo fuori casa, sotto lo sguardo stupito dei miei fratelli e genitori.
    Raggiunsi in brevissimo tempo la mia radura, per starmene da solo a pensare alla mia strana situazione. Ma sfortunatamente, rimasi solo per poco.
    Ehi, posso avvicinarmi o devo andarmene? Pensò Alice, restando ad una distanza di qualche metro. Sapeva che non volevo invasioni, e le fui grato della delicatezza.
    “No, vieni...ormai sei qui, quindi direi che puoi rimanere.” risposi senza sollevare la testa dalle ginocchia.
    In un attimo mi fu vicina e si sedette accanto a me, poggiandomi una mano sulla spalla.
    Mi spiace che ci abbia riprovato. Pensavo ti avrebbe lasciato in pace, visto come stavi...ma ovviamente, la sensibilità non è il suo forte.
    “Non fa nulla, Alice.” dissi con voce piatta, sforzandomi di prestare attenzione a lei e di non vagare tra i miei mille pensieri.
    Edward, so cos'è successo a Biologia. Te la sei cavata egregiamente. Sei stato fenomenale a trattenere il respiro ed evitare una strage.
    “Grazie, Alice. Ma non è per quello che sto così.” dissi, abbozzando un sorriso.
    Si, lo so. Sei confuso. Ma forse posso aiutarti.
    “Che vuoi dire?” le chiesi guardandola negli occhi. Aveva un'espressione strana sul viso.
    Beh, forse so cosa ti sta succedendo. E so da dove nasce la tua confusione. Pensò sorridendo.
    Alzai un sopracciglio, continuando a guardarla muto, in attesa che continuasse a parlare.
    Ok, te lo dico. Edward, sono quasi convinta che ti sia innamorato di Bella Swan, la nuova ragazza.
    Aveva un'espressione così seria sul volto, che mi venne da ridere.
    Cosa c'è? Pensò furente.
    “Alice, io non sono innamorato di Bella Swan.” risposi, appena fu passato l'attacco di risatine.
    Ah no? Proviamo un attimo a pronunciare il nome di...”Bella.”.
    Guardando nei suoi grandi occhi dorati, potevo vedere la mia immagine riflessa. I miei occhi erano all'improvviso più brillanti. Come se una luce mi fosse stata puntata direttamente in faccia.
    E poi dice che non è innamorato...idiota. Pensò Alice mentre continuavo a guardarmi attraverso i suoi occhi.
    “Ma come...?” balbettai lentamente.
    Non so esattamente come funziona. Però, dovresti aver capito ormai che l'amore non puoi comandarlo. Arriva da sé. Pensò, cingendomi le spalle.
    “E Sarah?” chiesi, guardando nel vuoto.
    Beh...credo che dovresti dirle che non l'ami, che non l'hai mai amata e che non è fatta per stare con te.
    “Alice, gliel'ho detto un milione di volte.” sbuffai, spazientito.
    Si...ma l'hai sempre trattata con gentilezza e rispetto, come farebbe un galantuomo. Solo che, in questo modo, lei ha continuato a sperare. Devi dirle la verità nel modo più duro e crudele che ti riesce...solo così te la scollerai di dosso. Pensò guardandomi negli occhi, con compassione e tenerezza.
    “Non posso. Non ne sono capace, lo sai.” le risposi addolorato. Mi avevano sempre insegnato a trattare le donne in maniera gentile ed educata, nonostante tutto. Non potevo ferire Sarah volontariamente, anche se avrei dovuto...
    Edward, almeno provaci. Male che va, non potrai rimproverarti di nulla. Hai cercato di farle capire i tuoi sentimenti da subito. Se lei ha frainteso, la colpa non è del tutto tua.
    “Cosa intendi? Quale sarebbe la mia colpa?” chiesi innervosendomi.
    Quella di essere un gentiluomo, che si preoccupa degli altri. La tua gentilezza è stata la causa di tutto.
    Aveva ragione, ovviamente. Come sempre, oltretutto.
    A proposito, non metterci troppo tempo a rompere con Sarah...altrimenti rischi che qualcuno ti soffi Bella da sotto il naso.
    La guardai stralunato, ma lei sorrideva.
    Sta per lasciare Mike Newton. Anzi, in realtà credo che, anche nel suo caso, sia accaduta la stessa cosa avvenuta tra te e Sarah.
    Scossi la testa. Alice era la miglior pettegola di questo mondo...oltre che maniaca dello shopping.
    “Ok...andrò a chiarire le cose con Sarah...e stavolta definitivamente.” dissi alzandomi, pronto ad affrontare le ire funeste di quella ragazza.
    Alice mi seguì, sorridente e leggiadra, come nessun'altro. Era davvero una strana vampira.
    Arrivati a casa, mi fiondai su per le scale e in camera mia. Sarah era lì, con addosso solo una vestaglia di raso rosso.
    Chiusi gli occhi, presi un respiro profondo ed entrai, avvicinandomi a lei.
    “Sarah, noi due dobbiamo parlare.” le dissi con voce fredda e distaccata, tornando a guardarla. Lei si accorse del mio tono, perchè iniziò a tremare.
    “Ascoltami bene, perchè non mi ripeterò. Io e te non stiamo insieme.” dissi duramente, più di quanto avrei voluto. “Io non ti amo, Sarah...e lo sai bene. Te l'avrò detto almeno cento volte negli ultimi quattro anni.”
    “Mi stai lasciando?” iniziò ad urlare isterica, voltandosi verso di me. La vestaglia era aperta sul davanti, lasciando intravedere il seno.
    “No, Sarah. Sto solo mettendo i puntini sulle i...a quanto pare negli ultimi quattro anni hai finto di non ascoltarmi, ma ora basta.” dissi, rimanendo immobile dov'ero. Non le avrei dato altre occasioni per sedurmi.
    “Io ti amo. Perché non vuoi capirlo?” urlò in preda alla disperazione, stringendosi a me.
    Rimasi immobile. “Sarah, mi dispiace. Ti ho detto da subito che non ti amavo. Se per te le mie parole sono state spazzate via dal vento, beh...mi dispiace. Ma questa è la pura e semplice realtà.” Dovetti combattere contro me stesso, per evitare di addolcire il tono e commettere, per l'ennesima volta, lo stesso patetico e stupido errore.
    “Ti pentirai di avermi lasciata, caro il mio Edward. Te ne pentirai amaramente.” disse con voce decisa. Mi guardava come se volesse uccidermi lì, in quello stesso istante.
    Senza proferir parola, si sfilò la vestaglia, indossò una camicetta, una gonna e le scarpe. Poi sfrecciò lungo le scale e fuori dalla porta, senza dire una singola parola a nessuno.
    Sospirai amaramente, prima di chiudere la porta della mia camera e tornare giù, dalla mia famiglia.
    Povero caro, dev'essere stata dura per lui essere così sgarbato. Pensò Esme guardandomi con dolcezza mentre mi univo a loro in salotto. Ovviamente avevano sentito tutta la discussione.
    Beh...mi sa che dovrò tenere d'occhio Sarah. Non vorrei che mettesse davvero in atto le sue minacce. ensò Alice preoccupata.
    “Ehi, Ed...tutto ok?” mi chiese Jasper.
    Annuì brevemente, volgendo lo sguardo al panorama notturno che si ammirava dalla finestra. La luna era appena visibile tra gli alberi. Era pallida, piena e luminosa come sempre. Eppure...aveva un fascino ancora più particolare quella notte, ma non riuscivo a spiegarmene il motivo.



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    un po' d mi spiace per sara...forse avrebbe dovuto avere un po' di tatto questo ed gentiluomo!!!!
     
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    ahahahahahah...lo so...ma tu cosa faresti dopo 4 anni che uno ti gira intorno mostrandosi a tutti come il tuo fidanzato?!?
     
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133 replies since 1/8/2012, 14:49   477 views
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