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Le settimane si susseguivano sempre uguali. Le lezioni erano molto interessanti - tranne Cura delle Creature Magiche: dopo l'incidente con gli ippogrifi, Hagrid aveva deciso di fare lezione sui vermicoli, gli animali più inutili e insulsi che potessero esistere. I professori però erano pressanti e tutti i ragazzi erano stressati per il carico di compiti. Però riuscivano comunque a trovare il tempo per dar fastidio ad Aurora quando meno se lo aspettava. Davanti agli altri, Aurora mostrava una certa indifferenza ai vari attacchi, salvo poi rintanarsi in camera sua, la sera, a piangere fino ad addormentarsi. Nemmeno le varie lettere di sua madre, piene di parole dolci e comprensione, riuscivano a sollevarle il morale. E spesso si ritrovava a pensare a come sarebbe stata la sua vita se suo padre non fosse stato Sirius Black.
All'inizio di ottobre, ci fu un lieve cambiamento: Harry Potter iniziò gli allenamenti di Quidditch. Ad Aurora sarebbe piaciuto molto giocare, ma aveva paura a farsi avanti: pensava che nessuno avrebbe voluto averla in squadra. O che - magari - l'avrebbero presa solo per prenderla poi in giro e bersagliarla di scherzi idioti. Così aveva rinunciato a fare domanda, a malincuore.
E poi, una sera, finalmente uno degli avvisi migliori che Aurora avrebbe potuto trovare in bacheca: il 31 ottobre era prevista la prima gita dell'anno a Hogsmeade, l'unico villaggio interamente non babbano di tutta l'Inghilterra. Finalmente avrebbe potuto passare mezza giornata lontana da chiunque. Rinvigorita dalla bella notizia, si mise al suo solito tavolo a fare i compiti, ignorando gli altri. Finito di studiare, si ritira in camera buttandosi esausta sul letto.
La mattina di Halloween, AUrora si alzò come al solito per prima e scese in Sala Grande per fare colazione. Poco dopo i ragazzi dal terzo anno in su si radunarono all'ingresso per consegnare a Mastro Gazza i permessi per la gita ad Hogsemeade. Una volta consegnato il permesso, potevano avviarsi verso il villaggio.
"Hey, Black!" La voce di George - o era Fred? - Weasley la fece voltare suo malgrado. "Lo sai che i dissennatori sono all'ingresso del castello?"
"E allora?" rispose lei in tono piatto.
"Potrebbero scambiarti per tuo padre e baciarti."
"O magari," si intromise il fratello, "ti portano ad Azkaban al posto suo. Magari è meglio se torni indietro." Ma la sua espressione indicava esattamente il contrario. Aurora contò mentalmente fino a dieci, poi si voltò e si diresse verso il cancello. Stava quasi per oltrepassarlo, quando i gemelli la raggiunsero bloccandole il passo.
"Si può sapere che volete da me? Lasciatemi in pace!"
"Scontrosa la ragazza," commentò uno dei due. "Forse dovrebbe darsi una calmata."
Poi entrambi la spinsero facendola cadere in una pozza di fango. Aurora si ritrovò completamente insudiciata, mentre i gemelli ridevano a squarciagola, subito seguiti da altri ragazzi che le passavano accanto. Incavolata nera, Aurora si rialzò, cercando - senza successo - di eliminare il fango dal suoi abiti e guardò i Weasley con uno sguardo di puro odio, prima di voltarsi e tornare verso il castello a passo svelto. Si diresse in camera per prendere degli abiti puliti, ignorando le urla di Mastro Gazza, poi andò a farsi una doccia e - una volta ripulita - andò su alla guferia. Scrisse una lettera a sua madre, omettendo le ultime umiliazioni subite, poi rimase a guardare il panorama fino all'ora di cena.
Scese nella Sala Grande, guardando fissa davanti a se, come se nulla potesse toccarla, si sedette al suo posto e mangiò di gusto tutto ciò che gli elfi domestici avevano preparato. Si godette anche lo spettacolo dei fantasmi di Hogwarts, prima di ritirarsi nella Torre di Grifondoro. Arrivata davanti al ritratto della Signora Grassa, però, si rese conto di non poter entrare: il quadro era stato lacerato e l'occupante era sparita. Il corridoio si riempì in poco tempo, e dopo gli studenti, arrivarono anche il Preside, il professor Lupin, il professor Piton e la professoressa McGranitt.
Pix indicò al Preside il quadro e disse che era stato Sirius Black a ridurlo in quello stato quando la Signora Grassa non aveva voluto farlo entrare. Il Preside rispedì tutti i ragazzi nella Sala Grande mentre il castello veniva setacciato dai vari insegnanti. Aurora si scelse un posticino isolato, in fondo alla Sala, sperando di non venire notata dagli altri. Ovviamente non fu così. Sentiva i bisbigli degli altri, e immaginava fossero tutti rivolti a lei. Si voltò verso il muro e cercò di dormire, ma purtroppo non ci riuscì.
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