A dark & dreary night

A Twilight Fiction

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    27,816
    Reputation
    +10,034
    Location
    Foresta Incantata

    Status
    Offline

    Jasper-s-POV


    Avevo passato gli ultimi due giorni nel bosco, lontano da tutto e tutti. Avevo cacciato un cervo, giusto per tenere la sete lontana, ma per il resto del tempo ero rimasto seduto su una roccia, a guardare il vuoto. Nessuno venne a disturbarmi. Sapevo di aver ferito Esme e Carlisle decidendo di andare via di casa, ma il solo vedere le facce di quei due idioti, imbecilli, stronzi… mi faceva ribollire per la rabbia. Fu Emmett il primo a venire a cercarmi, venerdì sera.
    “Ehi, Jazz.” Il tono della sua voce, così preoccupato, mi sorprese. Mi voltai di scatto a guardarlo. “Bella… credo sia finita nelle mire di un vampiro.”
    Mi venne quasi da strangolarlo. Ovvio che Bella fosse nelle mire di un vampiro. E quel vampiro ero io. “Idiota. Pensavo che avessi qualcosa di serio da dirmi.”
    “Jazz, non sto scherzando. L’ho appena lasciata a casa sua. Deve essere caduta dalla bici, perché era tutta coperta di sangue e fango. E l’ho salvata dall’attacco di uno di quei nomadi che hanno preso a girare da queste parti.”
    “Che diavolo ci faceva in bici, col buio, da sola?” Se avessi avuto un cuore pulsante, credo che mi sarebbe venuto un infarto all’idea di Bella, sola di notte, attaccata da un vampiro.
    Emmett sollevò le spalle. “Era parecchio spaventata. E quando mi ha visto, è scoppiata a piangere. Ma non so esattamente perché.”
    Sospirai e misi una mano sulla spalla di mio fratello. “Grazie, Em.”
    “Di nulla… ma esattamente di cosa mi stai ringraziando?”
    Mi venne da ridere. “Emmett, sei sempre il solito! Comunque, grazie di essere uscito di casa in quel preciso momento e di averla salvata.”
    “Oh. Figurati. E’ anche mia sorella, oltre che la tua compagna. E se qualcuno tocca la mia famiglia, la deve pagare cara.” Un ghigno gli apparve sul volto al pensiero che potesse combattere con qualcuno.
    “Non è più la mia compagna, Emmett. A causa di quei due…” Cercai di calmarmi. “Ora è a casa?”
    “Bella? Sì, l’ho lasciata appena è andata a letto per venire ad avvisarti.”
    “Grazie, Emmett. Ora ci penso io. Starò di guardia tutta la notte e tutti i giorni a seguire. Anche se Bella non vuole più stare con me, non posso lasciarla indifesa. Nessuno potrà farle del male.”
    Strinsi di nuovo la spalla di Emmett con un sorriso, poi sparii nel bosco e raggiunsi in un attimo casa Swan. Non c’erano scie di altri vampiri, a parte Emmett. Così mi rilassai un po’. Ero arrivato in tempo. Per sicurezza, però, mi affacciai alla sua finestra. Era addormentata nel suo letto. Rimasi lì a guardarla fino alle prime luci dell’alba, mentre gli incubi la terrorizzavano facendola voltare tra le lenzuola. Poi tornai nel bosco e continuai a guardare la casa con attenzione, mentre da dentro iniziavano a provenire i tipici rumori degli umani al risveglio. Qualche ora dopo, vidi Emmett arrivare.
    “Ehi, Jazz. Ti do il cambio.”
    “No, Emmett. Tranquillo, non ne ho bisogno.”
    “Ne hai bisogno eccome. Rose ed Esme ti stanno cercando. Quindi non puoi rimanere qui, e non puoi lasciare Bella da sola. Ecco perché il cambio.”
    “Emmett, non voglio andarmene.”
    “Devi farlo… o verranno a prenderti loro con la forza. Sai come sono fatte.”
    “D’accordo. Sarò qui il prima possibile. Non perdere di vista la casa e soprattutto Bella, se esce. E fammi sapere cosa succede.”
    “Ehi, rilassati. Non le succederà nulla. Se quel James torna, se la vedrà con me.”
    Sbuffando, corsi veloce verso casa ma non entrai. Non ne avevo bisogno. Rose ed Esme erano in giardino.
    “Ciao, tesoro.” Esme mi sorrise.
    “Buongiorno a voi. Allora, cosa succede? Emmett ha detto che mi cercavate.”
    “Vieni con noi,” disse Rose sorridente, prima di lanciarsi contro il bosco alle spalle di casa nostra.
    Guardai confuso Esme, che continuava a sorridermi. Poi anche lei iniziò a correre nel bosco. E a me non rimase altro che seguirle, sperando che non mi facessero perdere troppo tempo.
    Si fermarono su un vialetto. E mi sembrò strano che ci fosse un vialetto con ghiaia in mezzo al bosco disabitato.
    “Scusate, ma che sta succedendo?”
    Esme mi guardò ansiosa. “Jasper, so che non vuoi più stare a casa nostra. E ti capisco.”
    “Non è che non voglio stare con voi, Esme. Io adoro te, Carlisle, Emmett e anche Rose, a volte.” Mi fece una linguaccia, e io le risposi con un sorriso. “E non me ne sarei mai voluto andare da casa. Non voglio rendervi infelici, lo sapete. Ma quei due...”
    “Lo sappiamo, tesoro. Non preoccuparti.” Esme si avvicinò e mi strinse in un abbraccio. “Non ce l’abbiamo affatto con te. Nemmeno Carlisle. Tu sai che sarai sempre il benvenuto in casa, in qualunque momento. Cercheremo di tenerti Edward e Alice lontano, così non ci saranno problemi.”
    “Già, quei due imbecilli. Ma a cosa cavolo stavano pensando quando se ne sono usciti con quell’idea assurda di farti lasciare da Bella?” Rose era ancora furiosa con loro. E a me stava benissimo così.
    “Rose, non adesso. Lo sai che la nostra sorpresa è importante, e soprattutto che Jasper deve tornare da Bella. Non possiamo fargli perdere tempo con questi discorsi inutili.” Esme la guardò con aria di rimprovero. Ma Rose non si arrabbiò con lei.
    “Giusto, scusami Jazz. Dunque, visto che non puoi più stare da noi per ovvi motivi, abbiamo pensato che forse avresti gradito stare per conto tuo... ma nel nostro territorio. Non vogliamo che tu te ne vada.”
    “Io non so ancora cosa voglio fare.”
    “Non importa, tesoro.” Esme mi sorrise poi fece un paio di passi lungo il vialetto di ghiaia. “Noi intanto ti offriamo un’opportunità. Tu sei libero di decidere se accettare di restare accanto a noi, anche se vivrai separato, oppure se andare via. Non ti vogliamo costringere a fare nulla.”
    “Però non penso che potrai dire di no a questa.” Rose si avvicinò ad Esme e si voltò a guardarmi.
    Incuriosito, mi avvicinai a loro. Oltre la curva creata da un albero secolare, vidi un grazioso cottage nel bosco. Il vialetto di ghiaia proseguiva per qualche metro, fino ad una porta in legno con uno spioncino a cuore. Tutta la costruzione era davvero incantevole.
    “Io… non so cosa dire.” Se avessi potuto, mi sarei commosso.
    “Non devi dire nulla, Jazz. Questo è il nostro regalo per te. Per scusarci di tutte le umiliazioni che hai dovuto subire finora. Volevamo farti sapere che ti vogliamo bene, e te ne vorremo sempre. E se resti qui, non vedrai mai Edward o Alice. Te lo giuro, te li terrò alla larga anche a costo di legarli contro una montagna.” La mia dolce ‘gemellina’. Abbracciai entrambe le ragazze, sentendomi un po’ meno triste. Se solo avessi saputo come farmi ascoltare da Bella, forse le cose potevano essere migliori.
    “Torna da Bella, ora. Così potrai riflettere sulle tue opzioni,” Esme mi diede un bacio sulla guancia e poi sparì con Rose, lasciandomi lì a contemplare il cottage.
    Quando tornai a casa Swan, abbracciai anche Emmett. “Grazie. Davvero.”
    Emmett mi sorrise. “Io non ho fatto quasi nulla. L’idea è stata di Esme e Rose. Io ho solo eseguito gli ordini. E anche Carlisle.”
    “Lo ringrazierò più tardi. Non avrei mai potuto immaginare, dopo la trasformazione, di trovare persone così dolci e gentili con me come lo siete stati voi quattro. Non lo dimenticherò mai, finché avrò vita.”
    Emmett mi diede una pacca sulla spalla, poi sparì lasciandomi solo a guardare la casa. Potevo sentire le voci di Charlie e Renée in soggiorno, che parlavano della caduta di Bella. Lei invece era di sopra, in camera sua. Mi azzardai a guardare dalla sua finestra, solo per un istante. Era seduta al PC, mi dava le spalle. I capelli erano bagnati, forse si era appena fatta la doccia, e le ricadevano sulle spalle. Stava scrivendo qualcosa mentre ascoltava della musica. Sul suo letto vidi un vestito azzurro che non avevo mai visto da Bella, con delle scarpe col tacco alto. Probabilmente, pensai, era il vestito che le aveva prestato Rose per il ballo di quella sera. Sperai che Bella non avesse deciso di andarci con qualcun altro. Qualcuno bussò alla porta della camera, ma Bella non si mosse. Renée entrò comunque.
    “Amore, io e papà usciamo per fare un po’ di spesa. Vuoi venire?”
    Bella scosse la testa. Renée non insistette. La guardò preoccupata, poi uscì richiudendosi la porta alle spalle. Rimasi lì a guardare Bella, senza che lei se ne accorgesse.

    *****


    Legenda:
    Abc Pensieri
    ABC Ricordi

    Edited by Nike8437 - 11/9/2019, 17:44
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    27,816
    Reputation
    +10,034
    Location
    Foresta Incantata

    Status
    Offline

    Bella-s-POV


    Verso le undici del mattino, iniziai ad avere fame. Ma non volevo scendere di sotto. Il terrore per quel vampiro che mi aveva attaccato era troppo forte. Non avevo mai provato una sensazione simile. Sapevo che sarebbe tornato a prendermi. E nemmeno Emmett, nonostante le sue minacce, poteva salvarmi. Non stavano più insieme a me 24 ore al giorno. Potevano arrivare tardi e io sarei stata uccisa prima che se ne accorgessero. E poi mamma e papà non erano ancora tornati. Non sapevo cosa fare, ma sapevo che mi serviva aria fresca. Così, malvolentieri, mi alzai e credetti di aver visto una figura alla finestra. Per un istante mi immobilizzai al centro della stanza. Poi pensai che se fosse stato quel James, probabilmente a quest’ora sarei già morta. Magari avevo solo immaginato di vedere quel movimento. Con lentezza, mi avvicinai alla finestra e la aprii, guardandomi intorno. Non si vedeva nessuno. Mentre il mio cuore iniziava a calmarsi, rimasi lì, appoggiata alla finestra, a guardare il bosco che circondava casa mia. Pensai a quante volte avevo visto Jasper arrivare da lì per venire in camera mia. E a quante volte lo avevo visto sparire da quella parte, per lasciarmi alla mia vita mortale, con mamma e papà. Il dolore che provavo per la separazione era davvero immenso.
    “Perché lo hai fatto? Perché l’hai baciata? Perché?” Il mio grido disperato non correva il rischio di essere ascoltato da anima viva. Volevo solo sapere, solo… non sapevo più nemmeno io cosa volevo. L’unica cosa che contava era che non volevo più stare male.
    “Bella.” Mi si mozzò il respiro in gola. Non mi aspettavo che potesse esserci qualcuno, lì intorno. Nemmeno lui. “Amore, lasciami spiegare, ti prego.” Si avvicinava a passi esageratamente lenti – anche per un umano. Il primo istinto fu di rientrare e chiudere la finestra. Ma vedere il suo viso, così triste e dolorante, mi fece venir voglia di piangere. “Ti prego, ascoltami solo per un minuto. Poi se non mi crederai, me ne andrò. Te lo giuro. Non mi vedrai mai più.”
    Ero tentata di urlargli che non lo volevo vedere più, che doveva sparire… ma non era davvero quello che volevo. Il suono della sua voce mi era mancato troppo, e anche i suoi occhi sempre così sinceri. Annuii, poi mi spostai dalla finestra per farlo entrare. Quando lo vidi, bello come il sole, immobile davanti alla finestra, mi venne voglia di buttarmi tra le sue braccia e non staccarmi mai. Ma dovevo capire, dovevo sentire la sua versione. Poi avrei agito di conseguenza. “Hai baciato Alice?”
    Jasper mi guardò, ferito. Probabilmente non si aspettava tutto quell’astio nel mio tono di voce. “Mi ha baciato lei, Bella. Non volevo, te lo giuro. Mi ha ingannato con una scusa. E poi mi ha baciato mentre tu ed Edward entravate nel garage. Voleva che tu ci vedessi, che scappassi via da me. E ce l’ha fatta, quel perfido folletto.”
    “Perché dovrebbe volere che ti lasci? Abbiamo fatto pace, è tutto apposto con Edward. Questa cosa non ha senso, te ne rendi conto? Mi stai mentendo spudoratamente!”
    “Bella, non è così. Edward ci ha ingannati, non ha mai avuto l’intenzione di esserti amico. Ha solo finto, per colpirci quando meno ce lo saremmo aspettato. Ed ha usato Alice per separarci. E’ furioso con te per quello che gli hai detto dopo l’incidente di Natale. Lo ha confessato dopo che tu sei andata via. Carlisle lo ha costretto a dirci la verità. Ti prego, amore. Non lasciare che vincano quei due...”
    Non riuscivo nemmeno a guardarlo negli occhi. Stava mentendo, ne ero certa. Ed era anche migliorato, dall’ultima volta: i suoi occhi sembravano sinceri. Ma non potevo crederci. Non poteva essere vero. Mi stava nascondendo la verità, e non glielo avrei mai perdonato. “Non è vero. Jasper, perché non vuoi dirmi la verità? Perché continui a dare la colpa ad Edward? Ammettilo! Sei ancora innamorato di Alice. Io ero solo il tuo passatempo per il momento, quella da buttare non appena lei fosse tornata da te.” Stavo piangendo di nuovo, ma non mi importava.
    “Bella.” Mi guardava scioccato, ferito,. “Bella, no. Ti prego. Ti sto dicendo la verità. Puoi chiedere ad Emmett, Rose, Esme, Carlisle… chiedi a chiunque. Ma ti prego, non dire che ti sto mentendo. Non ho mai fatto altro che dirti la verità, anche quando non mi conveniva. Non ti farei mai del male in questo modo. Non potrei distruggere la mia vita, il mio sole, la mia ragione di esistere.”
    Un rumore sordo alla finestra mi fece sussultare. Quando vidi la testa di Emmett, lo maledissi mentalmente per avermi fatto venire un infarto. “Ehi, Bella. Come stai oggi?”
    “Emmett, che diavolo ci fai qui?” Jasper era infuriato.
    “Scusate, ho interrotto qualcosa?” Emmett guardò prima me, il viso rigato dalle lacrime, e poi Jasper. “Oh. Stavate parlando. Scusate, ma è importante Jazz.”
    “Che altro c’è ora?” chiese infine esasperato.
    “Ho seguito la scia di quel tipo, James. A quanto pare non è da solo. Ci sono altri due vampiri con lui, una donna e un uomo. Stanziano nel bosco a circa due chilometri da qui. Tranquillo, non mi hanno visto.”
    “Sono qui?” La mia voce era poco più di un sussurro. Ma loro mi sentirono benissimo.
    “Tranquilla, sorellina. Non si avvicineranno mai finché noi facciamo la guardia.”
    “La guardia?”
    “Sì, non te l’ha detto? Jasper è stato qui fuori tutta la notte e quasi tutta la mattina.”
    “Emmett, sparisci per favore.” La voce di Jasper era calma, ma non rilassata.
    “Emmett, aspetta.” Lo fermai. Se volevo arrivare a capo di questa storia, dovevo parlare con qualcun altro. “Puoi accompagnarmi a casa tua? Devo parlare con qualcuno.”
    Emmett e Jasper si scambiarono uno sguardo, poi Jasper annuii impercettibilmente. “Vieni, Bella. Ti faccio salire sulle mie spalle. Faremo prima.”
    Guardando Jasper, mi avvicinai a Emmett e lo lasciai prendermi per un braccio mentre mi aiutava ad uscire dalla finestra e arrampicarmi sulle sue spalle. Mi strinsi forte a lui, mentre scivolava a terra e iniziava a correre verso casa Cullen. Jasper gli stava dietro. Arrivati nel soggiorno, Emmett mi lasciò scivolare delicatamente a terra.
    “Oh per l’amor di Dio, ancora lei?” La voce di Edward mi arrivò alle orecchie prima ancora che lo vedessi.
    Emmett si accucciò in posizione di attacco, spingendomi dietro di lui. Jasper mi affiancò, e anche Rosalie.
    “Piantala, idiota. Non è il momento.” Jasper sembrava sputare veleno, invece di parole.
    “Basta così! Edward, fila in camera tua e restaci finché Bella non deciderà di andare via! Muoviti!” Esme uscì dalla cucina con aria di sfida. Edward mi lanciò un’ultima occhiata avvelenata, prima di salire di sopra. “Ciao, tesoro. E’ bello rivederti.” Quando mi guardò, Esme era tornata quella dolce e materna vampira di sempre.
    All’improvviso non seppi più cosa fare. Ero ancora convinta che Jasper mi stesse mentendo, sul bacio con Alice, ma il comportamento di Edward confermava almeno in parte ciò che mi aveva detto. Poi mi schiarii la gola. “Ho bisogno di sapere...”
    Rose mi accarezzò delicatamente i capelli. “Tesoro, mi spiace. Edward è proprio uno stronzo.” Esme la guardò male. “Scusami, ma è la verità. E se permetti, anche Alice è una grandissima stronza. Io non capisco perché vogliono distruggere così la vita del povero Jasper.”
    “Hanno i loro motivi, Rosalie. E se non coinvolgessero la nostra famiglia così direttamente, probabilmente gli avremmo anche dato ragione. Lo sai che Edward si è sempre preoccupato che nessun umano scoprisse il nostro segreto.”
    “Sì, ma non deve farlo a spese di Jasper. Solo perché lui è invidioso, non può permettersi di far soffrire un membro della nostra famiglia. Non è giusto.”
    “Scusate!” Alzai la voce. Tutti mi fissarono a bocca aperta. “Io voglio sapere cosa diavolo è successo tre giorni fa, in questa casa. E perché ci sono dei vampiri che stanno cercando di uccidermi.”
    “Ti racconto io cosa è accaduto, Bella.” Carlisle stava rientrando proprio in quell’istante. “Se vuoi stare ad ascoltarmi.” Annuii e lui mi fece accomodare sul divano, sedendosi accanto a me. “Vedi, Bella. Edward e Alice non sono cattivi. Ma per qualche oscuro motivo si stanno comportando in modo orribile con te.” Fece una breve pausa. “Tre giorni fa, Jasper era in garage mentre Rose ti stava pettinando e preparando per il ballo. A quanto pare, Edward ha pensato che l’unico modo per separarvi, senza troppi danni, era di farti credere che Jasper ti avesse tradito. Inoltre, voleva anche vendicarsi dell’umiliazione subita dopo Natale. Lo hai definito egoista e viziato davanti a tutti, e non l’ha mai mandata giù. Così ha convinto Alice a scendere giù per cercare di sedurre Jasper, mentre lui rimaneva di sopra e aspettava che tu scendessi per cercarlo. Appena ti ha vista, ti ha subito condotta in garage, sapendo che proprio allora Alice stava per baciare Jasper e immaginava che tu avresti reagito male, scappando via. Cosa che poi è in effetti accaduta.”
    “Avrebbe fatto meglio ad uccidermi, avrei sofferto di meno.”
    “Già… ma lui ora sarebbe morto.” La voce di Jasper era un ringhio.
    “Ma allora perché tutta quella storia sull’essere amici? A che cosa è servita?”
    “Probabilmente a far sì che ci fidassimo di lui, che pensassimo che stava cambiando. Per farci abbassare la guardia, così quando ti avrebbe allontanata da noi non avremmo dato la colpa a lui.” Già… come avevo fatto io. “Tesoro, tu sei libera di credere o meno a tutta questa storia. So che hai sofferto le pene dell’inferno in questi tre giorni, e non vogliamo che tu faccia cose che non vuoi fare. Questi sono i fatti così come li abbiamo sentiti dai diretti interessati. Ora sta a te trarne le somme. Ma se deciderai di tornare a fidarti di Jasper, di stare con lui, ti promettiamo che da ora in avanti non lasceremo mai più che tu finisca nelle sporche trame di Edward o di chiunque altro. Stiamo anche monitorando i vampiri nomadi, di cui fa parte James. Non ti lasceremo sola nemmeno un istante, anche se tu dovessi decidere che non vuoi più avere a che fare con Jasper. Non ti accorgerai di noi, ma ci saremo per sempre. Non permetteremo che qualcuno possa farti del male, anche se non sarai più un membro di questa famiglia. Di questo almeno non devi preoccuparti.”
    Istintivamente, mi venne da abbracciare Carlisle, con gratitudine. Lui accettò il gesto senza scomporsi, accarezzandomi delicatamente i capelli. Non avrei mai potuto trovare delle creature così deliziose e gentili, nemmeno se le avessi cercate per decenni. Persone che pensavano a proteggere me, una quasi estranea, invece di preoccuparsi che potessi tradire il loro segreto. Una vera famiglia.
    Quando alzai lo sguardo, vidi Jasper voltarsi e uscire dalla porta. Mi scusai con Carlisle e lo seguii.
    “Mi dispiace, Bella. Non avrei mai creduto che quei due potessero odiarmi così tanto.” Non si voltò verso di me, mentre mi avvicinavo. “Non avrei mai immaginato che potessero farti soffrire così.”
    “Scommetto che Edward ce l’ha anche con James. Se mi avesse uccisa ieri sera, ora non sarei qui. E i suoi problemi sarebbero risolti.”
    “Ma non i miei.” Si voltò finalmente a guardarmi. “Se tu fossi morta, io sarei stato costretto a farmi uccidere. Perché non posso vivere nemmeno per un singolo istante se tu non sei accanto a me, Bella.”
    Sentivo gli occhi riempirsi di lacrime, mentre a passi misurati lo raggiungevo. Presi la sua mano sinistra e me la poggiai sulla guancia bagnata. “Scusami. Non sono stata in grado di crederti. Io… non dovevo lasciarti così, senza darti la possibilità di spiegare. Sono stata una vera idiota.”
    “Non è nulla, amore mio. Non devi preoccuparti per nessuna ragione al mondo. La colpa non è tua. Io non ce l’ho mai avuta con te. E nemmeno gli altri. Ci stiamo tutti dando un gran da fare per farti stare al sicuro, ma non lo facciamo perché tu torni da me. Vogliamo solo che tu sia felice, e se la tua felicità non dipende più da me… lo accetterò. E ti starò lontano, ma non mi stuferò mai di tenerti al sicuro da tutto e tutti.”
    “Non voglio più starti lontana. Mi dispiace, sono stata una vera cretina. Lo so che ami me, che sono l’unica cosa al mondo che per te valga qualcosa. Sono stata solo ingannata da qualcuno che credevo un amico, e mi sono lasciata influenzare. Ma non accadrà più. Io non ce la faccio senza di te, Jasper. Ho bisogno di averti accanto, soprattutto ora che un maledetto vampiro assetato di sangue mi dà la caccia. Non ce la posso fare da sola. Non riesco più a dormire, mi sento soffocare dalla paura di quello che potrebbe succedere a me, alla mamma, a papà… Resta con me, per sempre. Non ti chiedo altro.”
    Con uno scatto che mi sorprese, Jasper mi strinse a sé e mi baciò con più passione di quanta ne avesse mai usata finora. Mi sentii ribollire il sangue nelle vene, mentre sensazioni di piacere cancellavano il dolore e le pene sofferte negli ultimi giorni. Potevo avvertire la sua disperazione, il suo dolore, la sua sofferenza. Le sue mani mi scorrevano addosso con esasperazione, come se volesse riappropriarsi di un qualcosa che aveva perso e ritrovato per sbaglio. E capii in quel momento quanto male avessi fatto ad entrambi, scappando via senza lasciarlo parlare. Capii che il suo amore era davvero un qualcosa di incredibile, magico. E che nessuna ex poteva mai allontanarlo da me, per quanto ci avesse voluto provare.

    *****


    Legenda:
    Abc Pensieri
    ABC Ricordi

    Edited by Nike8437 - 11/9/2019, 17:44
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    27,816
    Reputation
    +10,034
    Location
    Foresta Incantata

    Status
    Offline

    Jasper-s-POV


    Quella sera Bella non volle saperne di andare al ballo di primavera. Era ancora sconvolta per quello che era accaduto con Edward e Alice, e poi aveva paura che James potesse attaccare la sua famiglia. Io le assicurai che non aveva nulla di cui preoccuparsi, perché se fossimo andati al ballo, Carlisle ed Esme avrebbero sorvegliato la casa fino al nostro ritorno. Ma non riuscii a convincerla. Per distrarla, la portai al cottage.
    “Jasper, è meraviglioso.” Lo guardava incantata, come se fosse la cosa più bella sulla faccia della terra. “Ed è tutto tuo?”
    “Nostro, se lo vorrai. Quando ti sentirai pronta a condividere la tua vita con me.” La strinsi a me. “E non preoccuparti, Edward e Alice non saranno mai i benvenuti qui. Rose ha giurato di staccar loro la testa se solo si azzardano ad avvicinarsi.”
    “Wow. Ti vuole davvero un gran bene.”
    “Già… e mi dispiace non poter più stare con loro tutto il giorno. So che mi mancheranno terribilmente. Ma è giusto così. Non potevo chiedere a Carlisle di mandare via Edward. Lui è stato il primo umano che Carlisle abbia mai trasformato. Hanno un legame particolarmente forte, così come con Esme, Rose ed Emmett. Sono tutte creature di Carlisle. E separarli farebbe loro soltanto del male. Perciò ho sacrificato una parte della mia felicità per tenerli uniti.”
    “Jasper...” Bella mi guardava con aria triste. “Ti ho reso la vita un vero inferno. Potrai mai perdonarmi?”
    “Bella, tu hai trasformato la mia esistenza in un paradiso in terra. Senza di te, ero solo un guscio vuoto che camminava. Ora riesco a ridere, a scherzare, ad amare… a vivere. Se tu non fossi entrata nella mia vita, io non esisterei più. Non dire nemmeno per scherzo che hai rovinato la mia vita. Perché diresti un’eresia.” Le presi una mano e la baciai a lungo.
    “Ma ti ho costretto a separarti da loro.”
    “Non è stata colpa tua, amore. Me ne sono andato per non uccidere Edward o Alice. Tu non c’entri nulla. E poi, non è che li abbia proprio lasciati.” La guardai sorridendo, mentre sentivo crescere una confusione in lei. Non aveva ancora sentito Rose ed Emmett avvicinarsi.
    “Ciao, piccioncini,” Rose ci fu accanto in un istante, con Emmett che arrancava dietro. Portava dietro la schiena qualcosa che non riuscivo a vedere.
    “Emmett...” lo guardai con un sopracciglio alzato.
    “Sorpresa!” Gridò lui, tirando fuori ciò che stava nascondendo: una coperta, una scatola di cioccolatini e una radio.
    “A cosa servono?” chiese Bella ancora confusa.
    “Per il nostro ballo di primavera, tesoro.” Rose aveva pensato di organizzare il ballo in casa mia, solo per noi quattro. Potevamo ballare per tutta la notte. “Forza, vatti a cambiare,” disse a Bella.
    “No. Non voglio andare al ballo, Rose.” Bella iniziò a protestare, ma Rose le mise un dito sulle labbra.
    “Il ballo lo facciamo qui. Ci saranno solo due coppie, ma non penso sia un problema. Mi spiace per Carlisle ed Esme, però. Avrebbero voluto partecipare anche loro.”
    “Dove sono?” chiese Bella.
    “A casa tua, ovviamente. Stanno intrattenendosi con Charlie e Renée. Gli stanno spiegando come stanno ora le cose tra voi e che alla fine siete andati al ballo. Poi resteranno di guardia per James o chiunque altro volesse attaccarli. Perciò, forza. Vai a cambiarti. Ho preso il vestito dalla tua camera.”
    Bella fece un passo verso la posta, per entrare nel cottage. Ma la sollevai tra le mie braccia prima che potesse raggiungerla.
    “Jasper! Che stai facendo?”
    “Non puoi mica entrare in casa nostra camminando sulle tue gambe. La tradizione vuole che la sposa entri per la prima volta in braccio allo sposo.”
    “Ma noi non siamo sposati.”
    “Non ancora, è vero. Ma tu non sei ancora entrata in questa casa, quindi faremo finta di essere sposati e tu accetterai di entrare solo in braccio a me.”
    “Ok...”
    La lasciai andare solo una volta oltrepassata la soglia. Poi le diedi un bacio sulle labbra e la lasciai andare, mentre Rose ed Emmett ci raggiungevano all’interno. Qualche minuto dopo, Bella riapparve splendidamente fasciata in un meraviglioso abito azzurro. Era un po’ impacciata a causa dei tacchi, ma la cosa la rendeva ancora più sexy ai miei occhi. Le fui subito accanto. “Sei stupenda, davvero. Non c’è nessuna che possa reggere il confronto con te.”
    “Sì, sì… abbiamo capito che la ami. Ora lasciala respirare.” Rose mi staccò da Bella e la guardò. “Sei davvero bellissima, tesoro. Quasi quanto me.”
    Emmett accese la radio e iniziammo a ballare un lento. Bella mi guardava preoccupata. “Tranquilla, sono un ottimo ballerino. Non dovrai fare nulla. Lasciati andare e fidati di me.”
    “Mi fido. Sempre.”
    Restammo a ballare lenti fino a dopo mezzanotte. Emmett e Rose ogni tanto variavano un po’ i passi, giusto per dimostrare chi ballava meglio. Fu una splendida serata. E quasi mi dispiacque quando vidi che Bella stava per crollare dal sonno. Rose ed Emmett la salutarono, entrambi con un bacio sulla guancia e un abbraccio delicato. Poi la presi sulle spalle e la riaccompagnai a casa. Ovviamente mi costrinse a rimanere con lei, cosa che avrei fatto comunque. Non volevo lasciarla lontana dalla mia vista nemmeno per un istante, con un vampiro famelico in giro.
    Al mattino, quando si svegliò, la baciai. E lei ricambiò il bacio con più enfasi che mai. Ormai non mi preoccupavo più che il suo odore potesse scatenare il mostro. L’averla persa mi aveva come anestetizzato. Il suo sangue era ancora il più dolce che avessi mai annusato, ma non era un problema. Ero totalmente e irrimediabilmente sotto controllo, e finalmente mi sentii libero. Libero di essere me stesso. Libero di amare. Libero di essere felice.
    “Oggi cosa vuoi fare, amore mio?” Le accarezzai i capelli mentre lei, sdraiata sopra di me, mi guardava.
    “Starti accanto. Non importa dove.”
    “Ok. Possiamo stare al cottage, se vuoi. Per stasera abbiamo organizzato una partita di baseball, ma non so se vorrai venirci.”
    “Perché?”
    “Ci saranno anche Edward e Alice...”
    “Allora voglio venirci proprio perché ci sono loro. Voglio che capiscano che non possono mandarmi via in alcun modo.” Mi baciò. “Voglio che soffrano, vedendoti così felice accanto a me. Voglio che crepino di invidia. E voglio che la piantino di romperci le scatole.”
    “Ok. Allora dobbiamo solo trovare una scusa per i tuoi.”
    “Niente scuse, vanno a La Push. Saranno al sicuro fino a dopo cena.”
    “Meglio così. Avrai la protezione totale di cinque vampiri. Non potrà accaderti nulla.”
    La lasciai andare in bagno per vestirsi, poi la sentii scendere di sotto a fare colazione e parlare con Renée. Quando rientrò in camera, dopo aver salutato Charlie e Renée, la feci salire sulle mie spalle e in pochi attimi fummo al cottage. Passammo la giornata a parlare, leggere davanti al caminetto, divertirci con gli altri, baciarci e scambiarci effusioni – ovviamente quando non c’era la mia famiglia. Sembravano passati secoli dall’ultima volta che le mie dita avevano sfiorato quel meraviglioso corpo caldo, sensuale e straordinariamente mio. Bella mi apparteneva, come io appartenevo a lei. Non mi ero mai sentito davvero così con Alice, e capii che quello che avevamo avuto era solo un’infatuazione, dovuta forse alla nostra condizione di vampiri solitari in cerca di una nuova vita.
    “Jasper...”
    “Dimmi, amore mio.”
    “Voglio che tu mi trasformi.”
    La magia si spezzò all’improvviso. Eravamo sdraiati sul letto matrimoniale che Esme e Rose avevano scelto per noi. “Bella, no. Non posso.”
    “Te l’ho già detto, non è una scelta tua. E’ soltanto mia.”
    “Non è vero. E’ una scelta di entrambi.” La guardai serio. “Bella, tu non capisci cosa significa non poter più vedere Renée e Charlie. Ne moriresti. I miei genitori credevano che fossi morto in battaglia. Mi hanno pianto e mi hanno dimenticato. Ma per me il dolore è ancora vivo. A volte mi ritrovo a pensare a loro, senza poter fare nulla. Sono morti da quasi un secolo ormai, ed è stato davvero orribile dovermi allontanare da loro per non ucciderli. Non posso farti passare una cosa del genere, Bella. Non sarebbe davvero giusto.”
    “Ma non dobbiamo dir loro che sono morta. Potrei… potrei fingere di stare male per un po’. E quando sarò in grado di controllarmi come voi, potrei stare accanto a loro.”
    “Amore,” le accarezzai una guancia. “Per riuscire a stare accanto a loro senza volerli uccidere ti ci vorrà almeno un anno. E non è detto che dopo non soffrirai nel restare nella stessa stanza con loro. Non è una cosa da prendere così alla leggera. Inoltre, potresti mettere in pericolo la loro vita. Se i Volturi sapessero che sanno di noi, verrebbero ad ucciderli immediatamente.”
    “Ma non dobbiamo per forza dir loro che sono una vampira. Potremmo inventare una bugia. E loro ci crederebbero. E io potrei avere te per l’eternità, e stare anche con loro finché vivranno.”
    Bella era incredibile. Niente di quello che le avrei detto le avrebbe fatto cambiare idea. Certo, l’idea di poterla toccare senza farle del male era eccitante, e di sicuro da vampira avremmo potuto stare davvero insieme, come un solo corpo e una sola anima. Ma non riusciva a capire le vere implicazioni di questa scelta. Rose mi aveva confessato di averle parlato al riguardo, ma che non era riuscita a convincerla. Carlisle era convinto che qualunque scelta avessimo fatto sarebbe stata quella giusta. Se l’avessi trasformata, non avrei dovuto preoccuparmi di James, o di Edward e Alice. Ma sarei stato tremendamente egoista.
    “Sai cosa voglio, Jasper. E non ci rinuncerò facilmente. Sappilo. Quindi, se non vuoi farlo tu, chiederò a Carlisle.”
    “Bella...”
    “O tu, o Carlisle. Scegli. Non cambierò mai idea. Non su questo.”
    Odiavo quando mi si metteva davanti ad una scelta obbligata. Mi alzai dal letto e sfrecciai fuori, in giardino, per respirare un po’. La testardaggine di Bella era impareggiabile. Non volevo che la trasformasse Carlisle. Su questo non avevo alcun dubbio, se proprio doveva diventare vampira l’avrei trasformata io stesso. Ma mi faceva infuriare questa noncuranza per la sua vita, per i suoi genitori, per gli amici.
    “Jazz?” Rose si avvicinò lungo il vialetto. “Problemi?”
    “Bella… vuole che la trasformi in una vampira. O che lo faccia Carlisle.”
    “Ah, pensavo che avesse rinunciato a questa richiesta.” Scossi la testa. “E’ più testarda di quanto pensassi. E credo sia la persona giusta per starti affianco, fratellino.”
    “Non so cosa fare. Non voglio che la trasformi Carlisle, voglio essere io a farlo, se andrà fatto.”
    “Vuoi instaurare con lei quel legame che lega me, Emmett, Esme ed Edward a Carlisle?”
    “Non è quello, Rose. Voglio che Bella sia una cosa totalmente mia. E se sarà Carlisle a farlo, mi sembrerà quasi di non averla completamente.”
    “Capisco. E tu glielo hai detto?”
    “No… l’ho lasciata in camera dopo che mi ha chiesto di scegliere se trasformarla o lasciare che lo faccia Carlisle. Odio essere manipolato così, è una cosa che mi fa imbestialire.”
    “Non ti ha lasciato molta scelta, vedo.”
    “Già.”
    “Jazz, tu cosa vuoi esattamente?”
    Ci pensai su qualche istante. “Voglio che Bella sia felice, che viva una lunga vita serena e piena di gioie e soddisfazioni. Che abbia tutto ciò che noi non abbiamo potuto avere. Che viva.”
    “E quando inevitabilmente Bella invecchierà e morirà, tu cosa farai?”
    “Non ne ho idea, Rose. Immagino che farò quello che ho fatto finora. Sopravvivere meglio che posso.”
    “E lei non vuole che tu ti deprima dopo la sua morte, giusto?”
    “No. Siamo in un’impasse impossibile da superare. Se ognuno resta fermo sulle proprie convinzioni, non andremo avanti. Uno dei due alla fine dovrà cedere. E sarà la fine.”
    “Jazz, devi fare quello che pensi sia giusto. Anche se lei soffrirà, alla fine sarà meglio per entrambi. Noi ti supporteremo qualunque cosa accada, lo sai. Quindi pensa solo a ciò che volete entrambi. E scegli. Non è facile, lo so. Ma non hai alternative.”
    “Grazie del consiglio. Vorrei che mi avessi detto sì o no. Ma capisco che non puoi prendere tu questa decisione per me.” Rose mi strizzò il braccio prima di lasciarmi da solo.
    Quando rientrai in casa, Bella era seduta sul divano, la testa tra le ginocchia, davanti al fuoco acceso del caminetto. Mi sedetti accanto a lei.
    “Hai deciso cosa vuoi fare?” mi chiese senza cambiare posizione.
    “Sì, in effetti ho deciso che non voglio che sia Carlisle a trasformarti.” Bella sollevò la testa e mi guardò. “Se proprio sei decisa a diventare un’immortale, lo farò io. Ti trasformerò.” Iniziò a sorridermi, ma io rimasi serio. “Voglio però che tu sappia che questi ricatti non mi piacciono, Bella. E’ vero, ho detto che saresti stata tu a scegliere quando me ne sarei dovuto andare. Ma quella concessione non riguardava in alcun modo la tua trasformazione in vampira o altro.” Il sorriso si spense sulle sue labbra. “Io ti amo, e voglio vederti felice. Ma non puoi chiedermi di condannarti ad una vita infernale – anzi, in effetti non me lo hai chiesto. Me lo stai imponendo. E purtroppo sono costretto a cedere, perché so che Carlisle ti accontenterebbe.”
    “Jasper, io...” iniziò con voce rotta dall’emozione.
    “Lasciami finire, ti prego.” Mi guardò ferita. “Non voglio che sia Carlisle a trasformarti perché voglio che tu sia mia in ogni modo possibile e immaginabile. Quindi è solo giusto che lo faccia io, se dovrò. Volevo solo informarti che non mi piace come stai gestendo questa situazione, facendo leva su ricatti e imposizioni. So che a diciassette anni si pensa che il primo amore sia unico, magico e infinito. E posso capire il tuo desiderio di restare insieme per sempre, è quello che vorrei anche io. Ma non credo che, se le situazioni fossero al contrario, tu cederesti così facilmente. Capiresti quali implicazioni ci sono dietro questa scelta, e agiresti di conseguenza.” Feci una breve pausa, mentre lei mi guardava ferita e con le lacrime agli occhi. Odiavo vederla così, ma doveva capire chi dei due fosse egoista in quel momento. “Detto questo, ormai ho deciso: ti trasformerò. Non mi rimangerò mai questa parola, puoi starne certa. Ma non prima che tu faccia qualcosa per me.”
    “Cosa?” chiese mentre le lacrime scivolavano lungo le sue guance.
    “Voglio che tu aspetti fin dopo il diploma, prima di diventare una vampira. E soprattutto, voglio farlo solo se accetterai una condizione.” Le asciugai due grosse lacrime che scivolavano lungo le guance, accarezzandola delicatamente.
    “Quale condizione?”
    Mi alzai dal divano, e mi inginocchiai ai suoi piedi. “Sposami, Bella. Diventa mia moglie, diventa la signora Withlock-Hale. Rendimi l’uomo più felice di questa terra, prima che io ti privi per sempre della tua umanità.” Tirai fuori dalla tasca una scatolina blu da gioielleria. All’interno c’era un magnifico solitario in platino con diamante da 2.5 carati, brillante come il sole a mezzogiorno.
    Bella rimase a bocca aperta a guardare l’anello, con gli occhi che le brillavano come due stelle. “Jasper, è bellissimo.” Poi guardò me, ancora emozionata. “Sì. Certo che ti sposo.” Mi gettò le braccia al collo e per poco non rischiai di ribaltarmi con lei addosso. Non l’avevo mai vista così felice. Si mise subito l’anello al dito e se lo guardava come se non avesse mai visto nulla di simile – e forse era vero.
    “Ti amo da morire, Isabella Marie Swan. Anche se a volte mi fai impazzire con la tua testardaggine.”
    “Ti amo anche io tantissimo, Jasper Withlock Hale. Troppo, forse.” Mi baciò mentre io scivolavo a terra, sdraiandomi sul pavimento con lei sopra di me.

    *****


    Legenda:
    Abc Pensieri
    ABC Ricordi

    Edited by Nike8437 - 11/9/2019, 17:45
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    27,816
    Reputation
    +10,034
    Location
    Foresta Incantata

    Status
    Offline

    Bella-s-POV


    Quando Rose ed Emmett vennero a chiamarci per andare a giocare a baseball, quella sera, videro subito l’anello al mio dito.
    “Oh, Bella. E’ meraviglioso.” Rose lo guardava incantata. Poi si voltò contro Emmett e gli tirò un pugno sulla spalla. “Tu cosa diavolo aspetti a regalarmi un anello così meraviglioso? Ci siamo sposati già cinque volte ormai, ma non mi hai mai regalato un anello di fidanzamento.”
    “Scusa, tesoro. La prossima volta che ci sposiamo te ne compro uno.” Poi mi fece l’occhiolino. “Andiamo, che Esme e Carlisle ci stanno già aspettando.”
    Ci avviammo verso il campo di baseball. Io ero sulle spalle di Jasper mentre lui, Emmett e Rose correvano velocissimi tra gli alberi. Quando mi fece scendere, Esme e Carlisle ci raggiunsero. Anche loro notarono subito quell’enorme anello al mio dito. Si congratularono con Jasper per la scelta, e mi fecero gli auguri, abbracciandomi forte. Edward e Alice non erano ancora arrivati, e sinceramente non mi dispiaceva nemmeno un po’.
    Pochi istanti dopo, i due ritardatari ci raggiunsero e tutti i Cullen si schierarono sul campo. A me fu chiesto di fare l’arbitro, per evitare che Emmett barasse. Mi posizionai dietro ad Esme, che aveva il ruolo di ricevitore. Alice era il lanciatore. Emmett ed Edward stavano sulla seconda e terza base. Gli altri, a turno, battevano. Il cielo era grigio, e si stava mettendo a piovere.
    “Tranquilla, Bella. Non pioverà. Non qui, almeno.” Esme sembrò leggermi nel pensiero. “Ma abbiamo bisogno dei tuoni. E tra poco capirai il perché.”
    E lo capii quando Rose fu alla battuta. Quando la palla lanciata da Alice impattò con la mazza di Rose, ci fu un fracasso che quasi mi spaccò i timpani. Guardai Esme a bocca aperta, ma lei mi sorrise semplicemente. La partita si svolse con regolarità. Ogni tanto Emmett cercava di barare, ma lo tenevo a bada. Era divertente. Se mio padre avesse saputo che stavo giocando a baseball… beh, non proprio giocando. Ma facevo parte del team.
    Accadde circa mezz’ora dopo l’inizio della partita. Alice si bloccò con il braccio in posizione di lancio. Edward reagì all’istante, affiancandola. Jasper e gli altri si ritirarono verso di me, senza capire cosa stesse accadendo.
    “Alice, cos’hai visto?” La voce di Carlisle era a malapena udibile.
    “I vampiri nomadi. Stavano passando qui vicino, ma quando ci hanno sentito hanno cambiato idea. Stanno arrivando.”
    Di colpo mi sentii mancare. James era lì, a pochi passi da me. “Bella, sta’ tranquilla. Non può toccarti.” La voce di Jasper voleva rassicurarmi, ma lui aveva ancora più paura di me forse.
    “Jazz, portala a casa. Presto!” Rose aveva un tono agitato.
    “Non ce la farò mai, Rose. Non sono così veloce. E se intercettano la scia, siamo fregati.”
    “Provaci, figliolo. Noi li tratterremo il più a lungo possibile. E se non basterà, Emmett ti raggiungerà. Ora andate, presto!”
    Jasper mi prese tra le braccia e iniziò a correre veloce e disperato, come non lo avevo mai visto. Ci volle un’eternità a raggiungere il cottage, o almeno così mi sembrò. Jasper mi lasciò andare solo quando fummo all’interno, accanto al divano. Era agitato, preoccupato. Terrorizzato. Qualche istante dopo, udimmo dei rumori all’esterno. Jasper si schierò di fronte a me, coprendomi totalmente alla vista di chiunque fosse entrato.
    “Jazz, rilassati. Sono io.” La voce di Emmett fu quasi un balsamo per le mie orecchie. “Erano i tre che avevo visto ieri. Hanno detto di averci sentiti giocare e di volersi unire a noi. Carlisle mi ha detto di venire qui, poi ha detto loro che potevano prendere il nostro posto. Sono ancora lì, al campo. Ma penso che James abbia sentito l’odore di Bella, perché aveva uno strano ghigno sul viso e poi ha detto qualcosa all’orecchio della vampira.”
    “Ok, bene. Finché i ragazzi li tengono impegnati al campo, noi possiamo organizzare un piano per portare via Bella.”
    “Cosa? Io non vado da nessuna parte!” urlai, rendendomi improvvisamente conto che non avevo più detto una parola dalla visione di Alice.
    “Amore, non puoi rimanere qui. Ti troverà in un baleno.” Jasper cercò di tranquillizzarmi, ma non ci riuscì.
    “No! Non posso lasciare la mamma e Charlie qui, da soli e indifesi.”
    “Ci saremo noi, sorellina. Sta’ tranquilla!”
    “No, Jasper. Non posso lasciarli così...”
    “D’accordo, ho un’idea. Ti ricordi il regalo di Esme e Carlisle per Natale? Quello che non sei mai riuscita ad aprire?” Annuii. “Sono due biglietti per Phoenix. Non sono nominativi, e sono aperti. Dalli ai tuoi stasera e dì loro di partire domattina di buon’ora. Così saranno al sicuro.”
    “Ok.” Quella parte del piano già mi piaceva di più.
    “Appena Charlie e Renée partono per Port Angeles, tu verrai via con me. Andremo lontani. Non so ancora dove.”
    “Denali?” suggerì Emmett.
    “No. Non voglio mettere in pericolo anche loro. Spariremo senza meta precisa, così non potranno rintracciarci.”
    “Noi controlleremo la città, per evitare che vi seguano e che mettano in pericolo qualcun altro.”
    Quando Esme, Rose e Carlisle arrivarono al cottage era già scesa la sera. Jasper ed Emmett illustrarono loro il piano che avevano pensato.
    “Non lo so, mi sembra azzardato mettervi in viaggio senza una meta. James potrebbe raggiungervi in aeroporto mentre scegliete un volo da prendere. O potrebbe raggiungervi se uscite in auto.”
    “Che alternative abbiamo, Carlisle?”
    “Non lo so. Ma abbiamo tutta la notte per decidere un piano d’azione. Ora riporta Bella a casa e fa’ in modo che dia i biglietti a Charlie e Renée. Poi penseremo a cosa fare per lei.”
    “Pensateci voi, io Bella stanotte non la lascio.”
    “D’accordo. Emmett, ti spiace rimanere di guardia sotto casa Swan stanotte?”
    “No, sarà un piacere.”
    “Ok, allora andate.”
    Jasper mi prese sulle spalle, afferrò i biglietti aerei e uscimmo dal cottage con Emmett che ci proteggeva le spalle. Jasper mi lasciò andare solo quando fummo davanti la porta di casa. Mi mise in mano i biglietti aerei, poi sparì nel bosco con Emmett. Io rientrai, cercando di non farmi vedere impaurita.
    “Ehi, Bella.” Mamma mi venne incontro per abbracciarmi.
    “Cosa avete fatto oggi, tu e Jasper?” chiese papà avvicinandosi.
    “Niente di che. Abbiamo letto un po’, fatto i compiti e poi siamo andati a giocare a baseball con i suoi fratelli.” Cercavo di suonare entusiasta, ma fallii miseramente.
    “Tu… a baseball? Hai delle foto?”
    “Papà! Facevo l’arbitro, se proprio vuoi saperlo.”
    “Ah, ecco.” Mamma gli diede una gomitata nelle costole. “Scusa, Bells. E’ che non ti ci vedo a giocare a baseball.”
    “Non fa nulla, papà.” Inspirai profondamente. “Mamma, papà. Per farmi perdonare di tutti i problemi che vi ho causato quest’anno, ho pensato di regalarvi dei biglietti aerei per Phoenix. Avete bisogno di una vacanza, dopo tutto lo stress accumulato soprattutto negli ultimi giorni.”
    “Amore, non dovevi. Davvero.”
    Misi tra le mani di mamma i biglietti che stringevo nella mano destra. “Per favore, fatemi questo regalo. E partite domattina presto, così vi godrete qualche giorno al sole.”
    “Tesoro, non possiamo partire domattina. Io ho scuola, papà deve finire le indagini sulle morti misteriose.”
    “Per favore, mamma. Partite. Tu puoi sempre farti sostituire per qualche giorno. E tu papà puoi rimandare le indagini. Inventati una scusa, fatti sostituire.”
    “Amore, cos’è tutta questa fretta?” Mamma mi guardava sospettosa.
    “E’ che i biglietti potete usarli solo entro domani. E non posso chiedere il rimborso.”
    Alla fine, tra una supplica e l’altra, cedettero. Mamma si fece sostituire, e papà chiamò il suo superiore per comunicargli che si prendeva qualche giorno di permesso per andare da uno zio malato. Almeno loro sono al sicuro.
    Mentre aiutavo la mamma a preparare le valigie, lei vide l’anello.
    “Wow. Mi sono persa qualcosa?”
    “Oh, l’anello dici? Beh… Jasper mi ha chiesto di sposarlo oggi pomeriggio.”
    “Oh mio Dio, e me lo dici così? Tesoro, è una notizia fantastica. Ma speravo che avresti aspettato un po’ di più, invece di fare il mio stesso errore.”
    “Errore? Ti penti di aver sposato papà?”
    “Ma no, amore. Figurati.” Mamma mi sorrise. “Non mi pento di quello che ho. Ma forse mi sono, anzi ci siamo sposati troppo giovani. Comunque se lo ami, segui il cuore tesoro mio. Non sbaglierai mai.” Mi abbracciò. “Ora devi dirlo a papà, però.”
    “Posso farlo quando tornate da Phoenix? Così mi preparo con un giubbotto antiproiettili per Jasper.”
    Ci ridemmo un po' su, mentre finivamo di sistemare le valigie e poi diedi loro la buonanotte. In camera trovai Jasper, già seduto nella sua solita posizione sul mio letto. Mi fece cenno di raggiungerlo, e non ci pensai due volte.
    Quando mi svegliai, al mattino, la casa era silenziosa. Jasper accanto a me sembrava ancora più immobile del solito.
    “Jasper?”
    Si voltò a guardarmi e mi sorrise. “Tutto bene, amore. Non si è visto nessuno stanotte. E i tuoi sono appena partiti per Port Angeles. Emmett li seguirà fino all’aeroporto e poi tornerà qui.” Tirai un sospiro di sollievo. “Ora vestiti, dobbiamo andare da Carlisle e dagli altri.”
    Feci in un attimo: mi infilai sotto la doccia, mi vestii e con Jasper mi ritrovai a correre nel bosco.
    “Charlie e Renée sono partiti,”disse Jasper appena oltrepassammo la soglia di casa Cullen. “Ed Emmett li sta seguendo per proteggerli finché non salgono sull’aereo.”
    “Bene,” rispose Carlisle. “Ora pensiamo a Bella.”
    “E se la tenessimo qui? Sarebbe al sicuro, con cinque vampiri di guardia,” propose Rose.
    “No, James la rintraccerebbe in un istante.” Jasper e gli altri si spremevano le meningi per cercare di trovare un posto in cui sarei stata al sicuro. Ma non esisteva nulla del genere.
    “Rifletti, Jazz. Qui possiamo nasconderla. Conosciamo la zona. Non ci saranno problemi.”
    “Non siamo soli, inoltre. E forse potremmo seppellire l’ascia di guerra.” Carlisle parlava di qualcosa che non capii.
    “Io e Rose potremmo tenere Bella al sicuro, mentre voi cercate James.” Esme si intromise per la prima volta da quando era cominciato questo incubo.
    “La terremo qui, in casa, sorvegliata a vista. Non ci potrà uccidere entrambe.” Rose aveva già visualizzato il piano di attacco.
    “Io potrei andare a parlare con loro, spiegare il problema e chiedere il loro aiuto.” Carlisle guardava Jasper, in attesa di un suo cenno. “Mentre tu ed Emmett potreste dare la caccia a James.”
    “Vedo di non avere alternative,” rispose Jasper con rabbiosa rassegnazione. “Ma ammetto che non è un piano malvagio.” Emmett rientrò proprio in quel momento.
    “Tutto bene. Renée e Charlie sono partiti, James non si è visto. E nemmeno gli altri.”
    “Ottimo. Allora tu e Jasper potrete andare a cercare James. Bella resterà qui con Rose ed Esme. Io andrò a cercare aiuto.” Carlisle diede un bacio ad Esme, poi uscì velocemente da casa, diretto chissà dove.
    Dopo un bacio, Jasper mi lasciò alle cure di Esme e Rose, che a turno controllavano il perimetro della casa. Io mi ritrovai a restare seduta sul divano, davanti alla TV, senza poter fare nulla per aiutarli. Se solo Jasper mi avesse trasformata, ora sarei al sicuro. E loro non rischierebbero la vita per me. L’unica volta in cui rimasi sola, fu quando chiesi ad Esme di lasciarmi davanti la porta del bagno. Non che dovessi proprio andarci, ma avevo bisogno di qualche minuto da sola, lontana dagli sguardi attenti delle ragazze. Rimasi davanti al lavandino, a guardarmi nello specchio e chiedermi cosa avessi di così strano da attirare mostri e creature di ogni genere. Oltre, ovviamente, agli incidenti quasi mortali che ormai costellavano la mia vita. Abbassai lo sguardo per un istante, e quando tornai a guardare nello specchio, vidi Alice alle mie spalle. Mi voltai di scatto, per dirgliene quattro, ma lei mi mise una mano sulla bocca e mi rinchiuse nella stretta del suo braccio. Ero immobilizzata e non potevo nemmeno urlare. Alice uscì dalla finestra del bagno e con un solo balzo ci ritrovammo nel bosco. Percorremmo qualche altro chilometro, credo che Alice volesse assicurarsi che Rose o Esme non ci rintracciassero subito. Una volta arrivate nei pressi del centro di Forks, mi lasciò andare.
    “Sai, cara. Non mi sei mai piaciuta un granché. Pensavo fossi solo una seccatura quando ci siamo conosciute. Ma da quando Jasper ha iniziato ad innamorarsi di te, ho avuto solo visioni nauseanti di voi due, ‘insieme per sempre’.” Scosse la testa, con un’espressione disgustata. “Comunque, se non vuoi che Jasper si faccia male - cercando di proteggerti, posso dirti dove si trova James.”
    “Alice! Non ho alcuna intenzione di andare volontariamente a farmi uccidere. Jasper ne morirebbe.”
    “Come vuoi cara. Ma oltre alla visione di James in una scuola di ballo, qui a Forks, ho visto anche un’altra visione… meno piacevole.”
    “Di che diavolo stai parlando?”
    “Jasper ha intenzione di trovare e uccidere James, con Emmett. Beh, mi spiace dirtelo, ma non funzionerà. James e la sua compagna li faranno a pezzi. E la colpa sarà solo tua. Esme, Rose e Carlisle si rivolteranno contro di te, quando questo succederà. E non potrai sopravvivere.” Alice mi guardava con un’espressione serafica. Serena.
    “Non è vero. Jasper ed Emmett non si faranno uccidere.”
    “Io l’ho visto. Ma fa’ come ti pare. D’altronde, è la tua vita. Addio, cara. Mi mancherai in entrambi i casi.” Mi fece un sorrisetto falso quanto una moneta da 5 dollari e sparì.
    Volevo urlarle contro che era una stronza, che non poteva giocare così con i sentimenti delle persone. Non potevo credere che James avrebbe ucciso Jasper ed Emmett. Era impossibile. Eppure… una piccola parte di me temeva che accadesse qualcosa di simile. E quella piccola parte, stava diventando sempre più grande col passare del tempo. Non sapevo cosa fare. Presto, Esme si sarebbe accorta che ero sparita, e sarebbe venuta a cercarmi. Potevo lasciare che mi trovasse, e che Jasper ed Emmett continuassero la loro caccia. Ma era uno strazio aspettare senza poter fare nulla. E se invece Alice avesse avuto ragione, e loro due fossero morti? Non me lo sarei mai perdonato. Respirai profondamente, poi senza nemmeno pensare iniziai a correre verso la mia vecchia scuola di ballo. L’avevo frequentata quando avevo 5 anni, ma non ero per nulla brava e chiesi alla mamma di non farmici più andare. Per fortuna era abbastanza vicina al luogo in cui Alice mi aveva lasciata, altrimenti Jasper sarebbe arrivato prima che potessi decidere di andare a morire per lui.
    Quando entrai nell’edificio, non vidi nessuno. Volevo voltarmi e andare via, lontano da lì. Ma mi costrinsi a fare un passo in avanti, e poi un altro, e un altro ancora. Quando arrivai al centro della sala, vidi un movimento alla mia destra.
    “Bene, bene, bene. Vedo che Alice ha fatto ciò che le ho chiesto.” Era la voce di James. E io ero finita nella trappola che aveva architettato. Mi voltai di scatto. Lui era lì, a qualche metro da me, con le braccia conserte e la sua aria anonima. Indossava un jeans sbiadito e una maglietta azzurra a maniche lunghe.
    “Cosa… cosa le hai chiesto?”
    “Di mandarti qui, da me. Beh, non è che glielo abbia proprio chiesto. Ho solo pensato di volerti uccidere qui, e lei lo ha visto. Parlando con il vampiro dai capelli rossi l’altro giorno, ho capito come funzionano le sue visioni. Non è che lui volesse proprio parlarne. Ma io so come ottenere le informazioni che mi servono. Comunque, non so cosa tu abbia fatto ad Alice, ma ti odia sul serio. Però pensavo che alla fine avrebbe rinunciato a farti fuori.” Sul suo voltò apparve un ghigno terrificante. “Sai, Alice è stata l’unica vittima che è riuscita a scapparmi. L’ho riconosciuta subito, nel campo da baseball. Povera cara, rinchiusa in quel manicomio. Tutta sola. Aveva un odore favoloso… molto più del tuo, sai? Era davvero irresistibile. Ma un vampiro me l’ha strappata da sotto le mani, trasformandola. Peccato.” Mi guardò con una strana luce degli occhi. “Vorrà dire che prenderò te al suo posto.”
    “Non puoi farlo, lui ti ucciderà.” La mia voce era un sussurro pieno di paura.
    “Chi, quel bestione che ti ha salvato l’altra volta? Non ne sono così sicuro, sai? Non mi sembra molto veloce. Né molto intelligente. Gli sarebbe bastato trasformarti per farmi desistere dal mio intento di assaggiarti.” Fece un passo verso di me. “Sai, è stato deludente arrivare a casa tua solo per vedere che i tuoi genitori sono spariti. Avete fatto le cose per bene… ma non è servito a nulla, visto che ora morirai!”
    Mossi un passo all’indietro, cercando di allontanarmi da lui, ma i suoi occhi seguivano attentamente ogni mio minimo movimento. In un istante mi fu di fronte, e con una mano mi spinse verso la parete specchiata della stanza, dove le maestre ci insegnavano i movimenti. Sbattei con la schiena contro lo specchio, mandandolo in frantumi. Cercai di rimettermi in piedi, ma James mi fu accanto in un istante. Mi afferrò il braccio e sentii i suoi canini affilati affondare nella tenera carne del mio polso. All’improvviso, James fu spinto lontano da me. Vidi quattro, no cinque figure accorrere davanti ai miei occhi.
    “Voi pensate a James. Io e Jasper ci assicuriamo che Bella stia bene.” La voce di Carlisle era così bella, così dolce. Mi sentii subito meglio, più sollevata.
    Si accucciarono accanto a me. “Bella, amore mio. Stai bene?” Il viso di Jasper era una maschera di dolore.
    “Sì, sto bene. Ho solo sbattuto la schiena contro lo specchio.” Carlisle iniziò subito a tastarmi la colonna vertebrale, per capire se avevo qualcosa di rotto.
    “Quando Esme mi ha chiamato dicendo che eri sparita...” Jasper non riusciva a parlare per la paura che provava. Ma capii lo stesso. Cercai di sorridergli, ma all’improvviso dalla mia mano iniziai a sentire un dolore acuto, come se un fuoco stesse bruciandomi viva. Mi uscì una smorfia di dolore, seguita da un urlo acuto. “Bella, cos’hai?”
    “La mano...” non riuscii ad aggiungere altro.
    Jasper afferrò la mia mano destra. “L’ha morsa. Carlisle, che devo fare?”
    “Succhia via il veleno, è l’unico modo.” Carlisle aveva finito di controllarmi la schiena.
    “Non ce la farò a fermarmi, Carlisle. Non voglio ucciderla.”
    “Tranquillo, Jasper. Sono accanto a te. Quando sentirò che il veleno è sparito, ti aiuterò a fermarti.”
    Vidi Jasper guardarmi negli occhi. “Giuro che presto starai meglio, Bella. Fidati di me.”
    Io annuii, poi sentii i suoi denti entrarmi nella carne. Il mio respiro, già affannoso a causa del fuoco che sentivo scorrere nelle vene del braccio, all’improvviso iniziò a calmarsi. Anche il fuoco iniziò a ritirarsi sempre più velocemente verso il polso.
    “Jasper, va bene così. E’ finita.”
    Con un autocontrollo pazzesco, Jasper ritirò all’istante i suoi canini dal mio braccio, guardandomi.
    “Grazie,” sussurrai.
    “Ti amo Bella, e non ti farei mai del male.”
    “Lo so.” All’improvviso, sentii odore di fumo. Jasper e Carlisle mi aiutarono ad alzarmi. Vidi Emmett, Rose ed Esme che ci davano le spalle, mentre delle fiamme altissime si scatenavano a pochi passi da loro. “Che cosa…?”
    “E’ l’unico modo per uccidere un vampiro, Bella. Farlo a pezzi e dargli fuoco.” Carlisle mi guardò. “Per fortuna non hai nulla di rotto. Dobbiamo solo fasciarti il polso. Ma stai benissimo.” Poi si unì agli altri, lasciandomi sola con Jasper, che mi teneva stretta al suo fianco mentre contemplavamo la scena.
    “Perché non hai lasciato che il veleno continuasse la sua opera?”
    “Te l’ho già detto, amore mio.” Jasper mi accarezzò una guancia. “Nessuno può trasformarti, se non sono io a farlo. Ti ho promesso che lo farò dopo che ti sarai diplomata, e soprattutto dopo che ci saremo uniti in matrimonio. Non prima.” Poi mi baciò e mi prese sulle spalle per tornare verso casa.

    *****


    Legenda:
    Abc Pensieri
    ABC Ricordi

    Edited by Nike8437 - 11/9/2019, 17:45
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    27,816
    Reputation
    +10,034
    Location
    Foresta Incantata

    Status
    Offline

    Jasper-s-POV


    Una volta tornati a casa, Carlisle fasciò il polso di Bella e la visitò di nuovo per essere sicuro che i pezzi di vetro non l’avessero tagliata o che non avesse traumi alla schiena. Per fortuna, era tutto apposto. Quando tornammo in soggiorno, Esme aveva l’aria afflitta.
    “Jasper, mi dispiace davvero, Non volevo perderla di vista.”
    Da quando mi aveva chiamato per avvisarmi, non aveva fatto altro che scusarsi con me. Le avevo detto già più volte che la colpa non era sua, che per fortuna Bella stava bene e non c’era motivo di scusarsi ancora.
    “Esme, non è stata colpa tua. Davvero. So che non potevi controllarla anche in bagno. Non ti preoccupare.”
    Carlisle si avvicinò a lei e la strinse forte. “Per fortuna hai avvertito la scia di Alice e hai avvisato Jasper. Esme, sei stata davvero l’angelo custode di Bella. Ne è uscita solo con un morso sul polso. Poteva andare molto peggio.”
    Bella fece una strana faccia. “Che succede, amore mio?”
    Mi guardò. “Non è stata Alice a portarmi via.”
    La guardai come se fosse impazzita. “Amore, Esme ha sentito l’odore di Alice mescolato al tuo, in bagno. Io l’ho seguito fino al bosco. E’ stata lei a portarti da James.”
    Lei scosse la testa, con forza. “Alice mi ha solo portata nel bosco. Mi ha detto di sapere dove fosse James. Quando le ho detto che non volevo andare a suicidarmi, mi ha parlato di un’altra visione… in cui tu ed Emmett venivate uccisi da James e dalla sua compagna.”
    “E tu hai deciso di andare da sola da quel sadico di James per salvare noi? Ma sei impazzita, Bella!” Se solo il mio cuore avesse ancora avuto la forza di battere, avrei avuto un infarto. “Come diavolo ti è venuto in mente di andare da lui?”
    “Volevo… volevo che voi non vi faceste male. Volevo farla finita con questa storia. Volevo...” Gli occhi le si riempirono di lacrime.
    “Amore mio, ma ti rendi conto che stavi per morire e che avresti ucciso anche me?” La strinsi al mio petto. “Alice ti ha ingannata. Non ha mai visto me ed Emmett morire per mano di James o di chiunque altro. Ha solo visto che lui stava andando in quella scuola di ballo, e ti ha ingannata per farti andare da lui. Così ti avrebbe uccisa, e ora… non voglio nemmeno pensarci.”
    “Scusami, Jasper. Non volevo crederle, ma...” La voce di Bella era rotta dall’emozione e il suo corpo sussultava tra le mie braccia, in preda ai singhiozzi. “Avevo paura che potesse essere vero.”
    “Shhhh. Ora è tutto finito. Tu sei al sicuro, James è morto… E’ tutto apposto.”
    “Come hai capito dov’ero?” Mi chiese Bella, quando riuscì a calmarsi abbastanza da poter parlare.
    “Ho semplicemente chiesto ad Alice dove fossi. Dopo qualche opera di convincimento, si è decisa a parlare.”
    “James… James mi ha detto una cosa… su Alice.” Bella sembrava imbarazzata.
    “Cosa?” Cinque vampiri ora guardavano Bella con curiosità.
    “Alice… era rinchiusa in un manicomio. E lui stava per ucciderla. Ma un vampiro l’ha trasformata prima che lui potesse attaccarla.”
    “Oh.” Fu Carlisle il primo a reagire. “Povera cara, chissà quanto deve aver sofferto in quel postaccio.”
    “Ha anche detto che voleva uccidere me al posto suo… per pareggiare i conti. E che non è stata Alice a decidere di mandarmi da lui. L’ha manipolata, facendole vedere la sua decisione di uccidermi nella scuola di ballo.”
    “Nessuno può manipolarmi, cara.” Alice scese le scale, affiancata da Edward. “Ho deciso intenzionalmente di dirti dov’era James, per farti uccidere e liberarci di te una volta per tutte.”
    “Non è vero, Alice.” Bella mosse un passo verso di lei. “Lui sa come funzionano le tue visioni. E le ha sfruttate, perché sapeva che mi odi. E tu hai reagito esattamente come lui si apettava.”
    “Stai forse dicendo che non sono capace di prendere le mie decisioni da sola?” Alice la guardava furiosa.
    Bella fece un altro passo verso Alice, mettendo a dura prova la mia pazienza. “No, sto solo dicendo che in questa occasione non hai agito di tua spontanea volontà. Lui ti ha attirata in una trappola, e tu ci sei caduta dentro.”
    “Come osi, piccola...” Alice era già pronta all’attacco, quando io afferrai il braccio di Bella per riportarla al riparo dietro di me.
    “Piantala, Alice!” Carlisle era in piedi, tra me e lei. “Non so quale sia il vostro problema,” stava guardando da lei a Edward, “ma adesso mi avete proprio stufato! Vi avevo già avvertiti una volta, Bella fa parte della famiglia e va trattata come tale. Non voglio più dovermi ripetere, sono stato chiaro?” Nessuno dei due fece un movimento. “Se non riuscite ad accettare questa cosa, siete liberissimi di andarvene dove più vi aggrada. Ma se restate, non azzardatevi mai più – e dico sul serio – a torcere un capello a Bella o a portarla via per far commettere l’omicidio a qualcun altro. Sarete in guai serissimi altrimenti. E non sto scherzando!”
    “Carlisle,” iniziò Edward con quella sua aria da perfettino, ma Carlisle gli urlò contro.
    “Piantala! Non voglio sentire altre farneticazioni sul fatto che Bella sia un pericolo per noi.” Edward lo guardò risentito. Non era abituato ad essere interrotto. “Finora, gli unici che hanno messo a rischio la nostra copertura siete voi due, con i vostri stupidi e patetici tentativi di separare due persone innamorate. Bella è parte integrante di questa famiglia. Non ci sono obiezioni in merito. Se vi sta bene, è così. Altrimenti, sapete dov’è la porta!”
    “Carlisle, posso?” Bella si spostò da dietro le mie spalle. La guardammo come se all’improvviso ci fossimo ricordati che anche lei era lì in casa nostra. Carlisle annuì e lei fece un passo in avanti. “Io non capisco le tue motivazioni, Alice. Jasper non vuole parlare molto di quando tu e lui stavate insieme, temo che il pensiero lo faccia soffrire ancora. Anche se ora sta con me.” Non sapevo perché, ma Bella sembrava leggere le mie emozioni meglio di quanto io potessi leggere le sue. “Quello che so, o penso di sapere, è che lui ti amava. E tu invece lo hai rimpiazzato facilmente con Edward. Jasper ha sofferto per tanti anni, guardando voi due innamorati e felici, mentre lui era rimasto solo e abbandonato da colei che aveva detto di amarlo. Come puoi trattarlo così, ora che finalmente ha ritrovato la felicità? Rovinargli la vita solo per un tuo capriccio egoistico? Solo perché tu vuoi che lui sia infelice, così puoi giocare a fare la ex premurosa che si preoccupa del suo benessere? Perché invece non pensi a Edward? State insieme, dovrebbe bastarti per essere felice. Così come a me basta vedere Jasper per dimenticare tutto, anche il dolore che mi avete procurato.” La sua voce si ruppe per l’emozione, ma fu solo per un istante. “E non capisco nemmeno te, Edward. Hai tolto a Jasper la luce, portandogli via il suo sole. Non do la colpa a te, per esserti innamorato di Alice, l’amore non si può comandare. Ma sei colpevole di aver deliberatamente cercato di uccidere me, ferendo tuo fratello molto più di quanto tu possa immaginare. E non ci sono motivazioni sufficienti per spiegare il tuo comportamento. Non so perché mi odiate così tanto, ma per una volta che avreste potuto avere una giustificazione valida per le vostre azioni – con la conoscenza che James aveva di Alice – voi l’avete rifiutata.” Bella fece una piccola pausa per calmarsi. “Alice, se Esme non avesse sentito la tua scia in bagno, non avrei mai detto a Jasper del tuo coinvolgimento. E sai perché? Perché so quanto a Jasper dispiaccia questa vostra lite. Ci sta malissimo, lo riesco a percepire persino io che sono una semplice umana. Lui vorrebbe che tornaste ad essere una famiglia unita, come prima del mio arrivo. Anche gli altri soffrono per questa situazione, e voi – che vi professate tanto dei santarellini, che dite di amare la vostra famiglia – ve ne fregate altamente per inseguire i vostri scopi egoistici. Se io sapessi che Jasper starebbe meglio senza di me, me ne andrei anche subito. Morirei per il dolore, ma almeno saprei di aver reso tutti voi felici.” Bella aveva la voce rotta da singhiozzi. “Invece lo avete costretto ad andarsene via, lontano dalla sua famiglia. E lo ha fatto per non essere costretto a farvi del male. Nonostante tutta la sofferenza che gli avete causato, lui non vuole farvi del male. E voi continuate a torturarlo, senza alcun ritegno. Fatevi dire che siete proprio due egoisti, stupidi e arroganti. E mi vergogno sinceramente di imparentarmi con voi due.”
    “Io e te non saremo mai parenti, scordatelo!” Edward era ancora arrabbiato per il trattamento ricevuto da Carlisle.
    “Invece diventeremo fratello e sorella, che ti piaccia oppure no!” Ora il tono di Bella era fermo. Allungò la mano sinistra verso Alice ed Edward, che la guardarono scioccati. “Sposerò Jasper l’anno prossimo, dopo che avrò preso il diploma. Diventerò la signora Withlock-Hale, e non potrete fare nulla per fermarmi. Dopo il matrimonio, entrerò a far parte di questa famiglia in tutti i sensi. Jasper mi trasformerà. E voi avrete perso, perché sarà felice per tutta l’eternità e voi non avrete più alcun potere su di lui. Quindi, potete accettarlo e cominciare a piantarla con le vostre torture psicologiche all’uomo che amo. Oppure, come diceva Carlisle, sapete dov’è la porta. Ma non voglio costringervi ad andarvene. Mi basterà che stiate alla larga da me e Jasper. Per il resto, fate quello che vi pare. Mi sono scocciata di cercare giustificazioni al vostro inesauribile egoismo.” Fece per voltarsi verso di me, ma poi ci ripensò. “E se vi dovesse venire in mente di far del male ai miei genitori, per costringermi a lasciare Jasper… vi converrà scappare via il più velocemente possibile. O vi farò totalmente a pezzi, una volta che Jasper mi avrà trasformata. E sapete che i vampiri neonati sono fortissimi e incontrollabili.” Ora emanava un’aura spaventosa, molto più di quella di un vampiro. “Io vi ho avvisati.” Si voltò e mi vide mentre la osservavo con un misto di orgoglio e ammirazione. Era davvero la persona giusta per stare al mio fianco. Per sempre. Mi raggiunse mentre i miei occhi erano incollati ai suoi. La strinsi forte a me. Edward e Alice sparirono di sopra, senza dire una parola. “Scusami, Carlisle, E anche tu, Esme.” Bella li guardò entrambi appena la lasciai andare. “Non volevo trattarli così, volevo solo appianare le cose. Ma… quei due – Edward soprattutto – mi fanno infuriare ogni volta.”
    “Tranquilla, tesoro.” Esme le sorrise. “Prima o poi si sistemerà tutto. E poi, l’importante è che nessuno si faccia male.”
    “Bene, ora lascia che ti porti dove potrai riposare. Sei stata molto coraggiosa, amore mio. Però ora devi rilassarti e riprenderti dallo stress di oggi. E non osare mai più farmi una cosa del genere, Bella. Io so proteggermi da solo, non ho bisogno che tu cerchi di farti uccidere per salvarmi la vita. Sono io il tuo custode, il tuo protettore, il tuo cavaliere dall’armatura scintillante. Almeno finché non avrai affilati canini e una forza superiore a quella di chiunque altro.” Presi Bella per mano e la portai a passo umano verso il nostro cottage.

    *****


    Legenda:
    Abc Pensieri
    ABC Ricordi

    Edited by Nike8437 - 11/9/2019, 17:46
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    27,816
    Reputation
    +10,034
    Location
    Foresta Incantata

    Status
    Offline

    Bella-s-POV


    Rimasi con Jasper nel nostro cottage fino alla domenica, quando i miei tornarono dalla vacanza a Phoenix. Rimanere soli era un eufemismo. Rose ed Emmett venivano di continuo – tranne la notte, per lasciarmi dormire. Esme e Carlisle venivano solo un paio di volte al giorno, ma non si trattenevano molto. Poiché i miei non c’erano, preferivo non andare a scuola né farmi vedere in giro. Avrebbero pensato che fossi andata con mamma e papà in visita allo zio malato. Così potevo godermi la mia ‘vacanza’ personale con l’uomo più speciale, gentile, dolce e romantico che avessi mai incontrato a questo mondo.
    “Jasper, dove sono finiti gli altri vampiri che erano con James?”
    “Laurent, il capo, è andato dai nostri cugini di Denali. Ha detto di voler cambiare vita, così Carlisle gli ha parlato delle ragazze. Victoria, la compagna di James, è sparita. Non abbiamo più trovato le sue tracce.”
    La cosa mi rincuorò parecchio. Fintanto che i due vampiri restavano lontani da Forks, andava tutto bene. Jasper mi spiegò anche che Carlisle era andato dai Quileute, a raccontargli di James e degli altri, per vedere se potevano dare una mano. Ma a quanto pareva, non se ne era fatto nulla.
    “Perché i Quileute avrebbero dovuto aiutarvi?” Non capivo a cosa potesse servire un branco di ragazzi, donne e anziani.
    Jasper rise. “Bella, non hai detto che avevi letto un libro sulle leggende dei Quileute?”
    “Sì, l’ho fatto. Circa un secolo fa.”
    Rise di nuovo. “I Quileute, compreso il tuo amico Jacob Black, discendono da lupi. Non tutti i Quileute hanno il gene che li trasforma, ma la maggior parte sì.”
    “Diventano lupi?”
    “Già. Lupi fatti apposta per uccidere i vampiri, il loro nemico naturale.”
    “Oh.” Ora capivo perché Billy Black e Harry Clearwater volevano che lasciassi Jasper. “E perché non vi attaccano?”
    “Perché Carlisle, quando venne qui circa sessantacinque anni fa con gli altri, promise al capotribù che non avrebbero mai cacciato gli umani. Così il capotribù – mi pare si chiamasse Ephraim Black - stipulò con loro un patto di non-belligeranza fintanto che nessuno di noi morda mai un umano o entri nel territorio dei Quileute.”
    “Con mordere intendi…?” Avevo il cuore in gola. Poteva significare ciò che pensavo?
    Lui annuì. “Sì, mordere in tutti i sensi: per uccidere... o trasformare.”
    “Ma tu… mi hai promesso di farlo!”
    “Bella, non mi rimangerò la parola. Te lo giuro. Ti trasformerò. Dovremo solo trovare una scappatoia, visto che tu non vuoi cedere. Oppure dovremo andare via da qui. E non tornare mai più.”
    L’idea di non rivedere più i miei genitori e i miei amici mi fece vacillare per un istante. “E se gli spieghiamo che sono io a voler diventare una vampira?”
    “Non credo farà molta differenza per loro. La tregua sarà rotta, a prescindere se ti credano o meno.”
    “Jasper, perché non me lo hai detto prima?”
    “Sarebbe cambiato qualcosa? Avresti rinunciato a chiedermelo?”
    “No...”
    Lui mi sorrise. “E allora, rilassati e fidati di me. Troverò un sistema per non rimangiarmi la parola data alla mia futura sposa, senza infrangere il patto con i Quileute.” Mi baciò mentre mi accarezzava i capelli.
    Quindi, la cittadina di Forks era invasa da vampiri e lupi. E io che mi ci ero sempre sentita al sicuro, da bambina. Che pazzia, vivere in quel posto dimenticato da tutti.
    Di tanto in tanto Jasper accarezzava la mia nuova cicatrice sul polso – a forma di mezzaluna, di colore argento. Carlisle mi aveva tolto la fasciatura dopo un paio di giorni dall’attacco di James. E ora sul polso destro avrei portato per sempre il segno del suo morso. Ma mi andava benissimo. Jasper mi aveva mostrato decine di cicatrici uguali alla mia, su tutto il suo corpo marmoreo. Erano ferite di battaglia risalenti al periodo passato con Maria e gli altri neonati. Erano ferite da eroe, il mio eroe sopravvissuto a quasi un secolo di battaglie sanguinarie per conquistare territori. La mia unica, misera cicatrice impallidiva al confronto. Ma almeno avevamo una cosa in comune.
    “Jasper...”
    “Dimmi, Bella.”
    “Se ti chiedo una cosa, prometti di non infuriarti?” Jasper mi fissò senza parlare. “Ti prego.”
    Roteò gli occhi. “D’accordo. Dimmi tutto.”
    “Prima che tu mi trasformi, vorrei fare una cosa...”
    Il suo tono era cauto. “Ok. Cosa vorresti fare?”
    Non ero mai stata capace di affrontare questo discorso, nemmeno con la mamma, senza diventare rossa come un peperone. Ma se volevo ottenere quello che avevo in mente, dovevo superare la mia timidezza e il mio pudore. “Voglio fare l’amore… con te.” Ovviamente le mie guance si imporporarono immediatamente.
    Jasper mi guardò per qualche istante. Potevo vedere la sua lotta interiore. “Bella, non credo sia il caso. Potrei perdere il controllo delle mie azioni e farti seriamente del male.”
    “Ma potrebbe anche andare tutto bene.”
    “Bella,” Jasper iniziò a scuotere la testa ma lo interruppi.
    “Solo una volta. Ti prego. Vorrei sentire quelle sensazioni mentre sono ancora umana, quando non avrò solo voglia di sangue.” Lui scuoteva ancora la testa. “Ti prego, amore. Solo una volta, e se andrà male… non sarà colpa tua.”
    “Bella, ti prego. Perché vuoi sempre rischiare la tua vita? Non capisci quanto tu sia preziosa per me?”
    “Lo so, lo capisco. Jasper, io so che tu mi ami più di quanto io possa provare ad esprimere. Anche io ti amo così tanto. Vorrei solo essere tua, totalmente. Mentre ancora provo sensazioni ed emozioni umane. E so che andrà bene. Io mi fido di te, amore mio. Non mi ucciderai, ne sono certa.”
    Jasper era ancora titubante, all’idea. Ma sapevo che anche a lui non bastava più baciarmi e far scorrere le sue mani sul mio corpo. Voleva qualcosa di più, lo potevo leggere nei suoi occhi. E io volevo dargli tutta me stessa, da umana e anche dopo. Per l’eternità.
    “D’accordo. Una sola volta. Ma dopo il matrimonio.”
    Annuii, sorridendogli felice. Finalmente avrei avuto ciò che avevo sempre desiderato, e lui mi avrebbe poi resa immortale e saremmo stati insieme per l’eternità.
    Domenica pomeriggio, mamma e papà tornarono da Phoenix e Jasper mi riaccompagnò a casa. Mi lasciò tutto il pomeriggio, per permettermi di stare con loro e raccontarci cosa avevamo fatto. Ovviamente non dissi a papà che ero stata per quasi una settimana a casa da sola con Jasper. Mi avrebbe uccisa. Dissi che avevamo fatto delle passeggiate, che ero stata a casa Cullen con tutti loro e che a scuola era andato tutto bene. Mamma mi aveva riportato una quantità industriale di magliette coloratissime – troppo leggere per il clima di Forks, ma non importava. A quanto pareva, loro si erano davvero goduti questa vacanza, la definirono una ‘luna di miele’. Non avevano avuto la possibilità di partire dopo il matrimonio, poi il mio arrivo aveva complicato ancora di più le cose. E finalmente, dopo diciotto anni erano riusciti nell’impresa. Erano così felici, innamorati, sereni. Non ricordavo di averli mai visti così. E capii che se le cose con i Quileute fossero andate male, mi sarebbero mancati da morire. Quindi pregai con tutto il cuore che Jasper potesse trovare un modo, una via per trasformarmi senza rompere la tregua.
    Quella notte, tornai a dormire in camera mia, dopo sei giorni passati al cottage. Jasper arrivò puntuale come al solito, e io mi accoccolai tra le sue braccia forti. Stava andando tutto per il meglio: i miei genitori avevano ritrovato il loro amore, che si era un po’ sbiadito col tempo; James non era più una minaccia per nessuno; Alice ed Edward si tenevano alla larga da me e Jasper; la mia vita era programmata fino alla trasformazione. Sarei stata con Jasper per tutta l’eternità, e questo era il coronamento perfetto per la mia vita disastrata. Finalmente potevo tornare ad essere felice.

    *****


    Legenda:
    Abc Pensieri
    ABC Ricordi

    Edited by Nike8437 - 11/9/2019, 17:46
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    27,816
    Reputation
    +10,034
    Location
    Foresta Incantata

    Status
    Offline

    Jasper-s-POV


    Il ballo di fine anno, per me, segnava la fine del liceo. A breve avrei avuto gli esami, mi sarei diplomato, e avrei potuto smettere di frequentare il liceo di Forks – insieme a Rose ed Emmett. Bella però aveva un altro anno da superare, ed era difficile immaginare di starle lontano durante le giornate. Ma avremmo dovuto trovare un equilibrio, più o meno. Quel pomeriggio, Rose mi impedì di entrare nella casa grande. Mi aveva lasciato uno smoking nel cottage e aveva messo Emmett di guardia alla porta. Di sicuro stava preparando Bella per il ballo e voleva che la vedessi solo quando sarei andato a prenderla a casa sua.
    “Allora, Jazz. Pronto per il diploma?” Emmett era eccitato, come se fosse la prima volta.
    “Emmett, ci siamo diplomati già diverse volte. Abbiamo anche qualche laurea al nostro attivo.”
    “Sì, ma almeno potresti fingere che per te è la prima volta. Che ti costa?”
    “Hai ragione, Em. Scusami. Ma non ho idea di come dovrei sentirmi. E soprattutto, sono molto più nervoso al pensiero che tra poco più di un anno sposerò Bella.”
    “Ma dai, che sarà mai? Un matrimonio è solo un pezzo di carta. Io e Rose ormai lo abbiamo fatto tante volte.”
    “Emmett, io e Alice non ci siamo mai sposati. Per me sarà la prima volta.”
    “Oh. Giusto. Allora, hai ragione ad essere nervoso. Ma tranquillo, ti organizzerò un addio al celibato coi fiocchi!”
    “Ok, annullo tutto. Non ti preoccupare, Bella capirà.” Emmett mi guardò malissimo una volta capito cosa intendevo. Io scoppiai a ridere. “Dai, Em. Sto scherzando. Bella mi ucciderà se solo le dico che voglio annullare le nozze.”
    “Ah ecco, mi sembrava. Per un attimo mi hai spaventato. E non azzardarti a dirmi che non sarò il tuo testimone di nozze. Ti ammazzerò se non mi concedi l’onore.”
    “Emmett, se vuoi essere il mio testimone di nozze, accomodati. Volevo proprio che foste tu e Carlisle.”
    Emmett mi stritolò con il suo abbraccio. “Non ti deluderò, fratellino! Te lo prometto.”
    “Ok, rilassati ora. Manca ancora un anno, e vorrei arrivarci intero.”
    “Scusa.” Emmett mi lasciò andare. Rimanemmo soli per qualche altro minuto, prima che Rose venisse a chiamarci. Indossava un magnifico abito rosso scuro aderente fino al ginocchio, che poi si allargava in uno ampio strascico.
    “Bella ti aspetta a casa sua, con molta ansia.” Rose sbuffò e scosse la testa. “Ancora non riesco a farle accettare il fatto che truccata e pettinata come si deve è una ragazza davvero incantevole.”
    “Rose, lei è sempre incantevole. Con o senza trucco.”
    “Sai cosa intendo, Jazz. Comunque, ho fatto un lavoro eccelso. Merito un premio.”
    “Ti ringrazierò come meriti a fine serata, sorellina.”
    Lei mi sorrise, poi baciò Emmett sulla guancia e si voltò. Aveva la schiena completamente scoperta. Emmett la guardò imbambolato, prima che lei lo prendesse per mano e lo trascinasse verso casa.
    Scossi la testa, ridendo. Poi li raggiunsi. Carlisle mi aveva prestato la Mercedes per andare a prendere Bella. Rose ed Emmett usarono la BMW, mentre al solito Edward e Alice presero la Volvo.
    Quando Bella scese le scale di casa sua per raggiungere me e i suoi genitori – che l’avevano ovviamente già vista – in soggiorno, rimasi senza fiato. Rose aveva ragione, Bella era davvero splendida. Indossava un abito blu scuro senza spalline, con balze sulla gonna e un paio di sandali con tacco a spillo. Rose le aveva arricciato i capelli in morbidi boccoli e aveva fermato due ciocche dietro la nuca.
    “Wow.” Non riuscii a dire altro, ma lei mi sorrise arrossendo. Si avvicinò a me e le infilai un corsage da polso con piume candide e un unico fiore blu, dello stesso colore del vestito – preso ovviamente da Rose.
    “Oh, amore mio. Sei splendida.” Renée aveva gli occhi lucidi.
    Charlie era emozionato, ma il suo viso esprimeva solo il desiderio di uccidermi. Quando avevo chiesto la mano di Bella a suo padre – circa un mese prima, su espressa richiesta della mia futura moglie – pensavo che avrebbe avuto un infarto. Ovvio, la sua bambina si sarebbe sposata poco più che maggiorenne e questo lo destabilizzava. Renée invece aveva accettato benissimo la cosa, e non faceva altro che coinvolgere Bella nei suoi giri di shopping, per cercare abiti da provare o bomboniere o chissà che altro.
    “Divertitevi, tesori. E non fate tardi, mi raccomando!” Renée ci spinse letteralmente fuori dalla porta, richiudendola appena oltrepassammo la soglia.
    “Tua madre è un tantino ansiosa di mandarci via,” dissi guardando di nuovo il suo viso così perfetto.
    “Sì… Non vuole che papà possa fare una scenata. Sai, per il matrimonio.”
    “Giusto. Ok. Mademoiselle, mi farebbe l’onore di accompagnarmi al ballo scolastico?”
    “Con immenso piacere, Monsieur!”
    La presi a braccetto e raggiungemmo l’auto. Le aprii la portiera da perfetto gentiluomo e l’aiutai a salire. Poi mi misi alla guida e poco dopo raggiungemmo il parcheggio della scuola. La aiutai a scendere e la ripresi a braccetto per entrare in palestra.
    “Bella!”
    Ci voltammo entrambi verso la persona che chiamava. Era un ragazzo di circa quindici anni, con lunghi capelli neri legati alla base della nuca, pelle color ruggine e occhi marrone scuro. Accanto a lui c’era un altro ragazzo, più giovane – sui quattordici o tredici anni forse – con la pelle dello stesso color ruggine e capelli neri anche lui. Il ragazzo più grande aveva l’aria arrabbiata per qualche motivo, mentre il più giovane sorrideva.
    “Jake, Seth. Che ci fate qui?” chiese loro Bella.
    “Ciao Bella. Sei stupenda stasera.” Il ragazzo più giovane guardava Bella con uno strano luccichio negli occhi. Credo che si accorse del mio sguardo malevolo su di lui, perché si affrettò ad aggiungere, “Scusa, lo so che è la tua ragazza. Non volevo farti infuriare. E’ solo che sono abituato a vedere Bella in jeans e maglietta.” Fece un sorrisetto come per scusarsi. Poi continuò, “I nostri genitori ci hanno detto di riferirti un messaggio.” Fece un passo verso di noi, ma l’altro lo bloccò.
    “Possiamo parlarti in privato?”
    Ovvio, io dovevo sparire. “Scusami, Bella. Vado a controllare che l’auto sia parcheggiata in modo perfetto. Chiamami quando avete finito.” Feci per lasciarla, ma lei strinse la presa sul mio braccio.
    “Qualunque cosa dovete dire a me, potete dirla anche davanti a lui.”
    Il primo ragazzo non ne era entusiasta, ma era evidente che non potesse aspettare per riferire il messaggio. “Papà ti manda a dire di stare alla larga dai succhiasangue. E di non fare stupidaggini. Non mettere in pericolo te stessa e i tuoi genitori, Bella. Loro non sono fatti per stare con gli umani.” Mentre parlava, mi guardava con astio.
    “Jake! Ma come ti permetti?” Bella si stava infuriando. “La vita è mia, decido io se voglio stare con un vampiro, un lupo o un umano!”
    Quando sentì la parola ‘lupo’, Jake – presumevo fosse quel Jacob Black di cui Bella spesso parlava – rimase perplesso. “Sai cosa siamo?”
    “Certo. Me lo hai detto tu a La Push, non te lo ricordi? Le leggende dei Quileute?” Che strano, eppure quando mi ha chiesto perché Carlisle fosse andato a chiedere aiuto ai Quileute, era rimasta genuinamente sorpresa quando le ho risposto che alcuni di loro si trasformano in lupi. Forse Bella non voleva dir loro che ero stato io a tradire il loro segreto… così come Jacob aveva tradito il nostro.
    “Ah.” Jacob parve riprendersi. “Ma non ti ho mai detto che anche io...”
    “Non sono mica scema, Jake! So fare due più due anche io. Sono settimane che ti comporti in modo strano. Tuo padre dice che hai la mononucleosi, ma poi te ne vai in giro con Sam Uley, che a quanto pare – stando a Leah - è il capobranco. Non me lo ha detto intenzionalmente,” aggiunse subito Bella, forse per non mettere in cattiva luce l’amica. “Stava solo dicendo che Sam da quando era cambiato, la ignorava e si era innamorato di sua cugina Emily. Ho solo ricollegato i fatti.”
    “Beh, non importa.” Jacob era di nuovo arrabbiato. “Il punto è che devi lasciare i Cullen. Subito!”
    “E tu chi diavolo sei per costringermi a fare qualcosa?”
    “Bella! Sono malvagi, uccidono le persone...”
    “Primo,” Bella aveva fatto un passo avanti, infuriata, “loro non uccidono nessuno. Attaccano solo animali per cibarsi, e dovresti saperlo visto che è stato il tuo bisnonno a stipulare il patto con loro.” Jacob la guardò ancora sorpreso, forse pensava che lei non sapesse nulla di tutta quella storia. “Secondo, non sono affatto malvagi. Sono le persone più gentili e dolci che abbia mai conosciuto. Terzo, non sono affari tuoi o di tuo padre. E se mio padre non ha nulla in contrario al mio matrimonio con Jasper, non vedo cosa vogliate voi!”
    “Matrimonio?” Il viso di Jacob esprimeva un misto di sorpresa e disgusto. “Sposerai quel… mostro?”
    “Non è un mostro, Jake. E’ l’essere più perfetto che abbia mai visto. E sì, lo sposerò dopo il diploma, tra circa un anno.”
    “Tu sei pazza. E poi cosa farai? Resterai con lui finché non ti uccide?”
    “No… Resterò con lui per l’eternità, Jake. E lui non mi ucciderà.”
    “Bella,” cercai di fermarla. Non era il caso che dicesse al nemico i nostri piani per la sua trasformazione.
    “Tu non vivrai in eterno, Bella. Tra qualche anno comincerai ad invecchiare, vorrai una famiglia, dei figli. E lui non può darti niente di tutto questo. E allora capirai che grossa stronzata hai fatto a sposarlo!”
    “Non sono comunque fatti tuoi, Jake. Ringrazia tuo padre per il suo interessamento, ma non seguirò il suo ordine. Starò con Jasper e con i Cullen finché vorrò. E se per voi è un problema, arrangiatevi!”
    Bella e Jacob continuarono a guardarsi in cagnesco per diversi secondi. “Beh, Bella. Diremo ai nostri genitori cosa ci hai risposto.” Il ragazzo giovane, Seth, si mise tra i due, guardando Bella con un sorriso appena accennato. “Auguri per la tua futura vita. Spero che sarai felice.” Poi si voltò e con Jacob sparirono nel bosco.

    *****


    Legenda:
    Abc Pensieri
    ABC Ricordi

    Edited by Nike8437 - 11/9/2019, 17:47
     
    Top
    .
  8.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    27,816
    Reputation
    +10,034
    Location
    Foresta Incantata

    Status
    Offline

    Bella-s-POV


    Ero furiosa, ma come si permetteva Jake di venire a dirmi di lasciare Jasper? Proprio lui, che ultimamente a La Push non si faceva nemmeno vedere, quando andavo a trovare suo padre con i miei? Non avevo detto nulla a Jasper di quanto mi desse fastidio che Jake si fosse allontanato, ma lui aveva qualche sospetto. E all’improvviso si rifà vivo per darmi ordini. Imbecille! Sbuffai. “Ma come si permettono?”
    “Vogliono bene a tuo padre, Bella. E di conseguenza anche a te. Non vogliono che tu possa pentirti di una scelta sbagliata.”
    “Ma se nemmeno ti conoscono!”
    “Non importa, amore. Sono prevenuti con tutti i vampiri. E’ la loro natura.”
    “Li odio!” Avrei voluto spaccare la faccia di Jake, di Billy… volevo fare del male fisico a qualcuno. Non importava chi. Jasper mi strinse al suo petto.
    “Non è vero, tesoro. Tu vuoi bene a tutti loro, sono una parte della tua famiglia. Certo, ora magari sei arrabbiata con loro, ma addirittura odiarli… non è possibile. Ti passerà. E anche loro un giorno capiranno.” Mi allontanò da sé e mi accarezzò una guancia.
    “Prima o dopo averci attaccato, per la mia trasformazione?”
    “Speriamo prima...” Jasper mi sorrise. “Andiamo in palestra?”
    Annuii. Tornammo sui nostri passi ed oltrepassammo la soglia. Al centro della sala, vidi Rose, splendida nel suo vestito rosso scuro, volteggiare con Emmett al centro della sala. Gli altri ragazzi stavano almeno a un metro e mezzo di distanza da loro. Assurdo. Con Jasper ci avvicinammo ai nostri fratelli. Emmett mi fece l’occhiolino, senza smettere di volteggiare. Rose mi sorrise senza dire nulla.
    “Bella, affidati a me. Saremo la coppia più bella della serata.” Jasper mi rivolse un sorriso luminosissimo. Poi mi prese la mano destra, gli passai il braccio sulla spalla destra e lui iniziò a farmi volteggiare. Rimasi inchiodata nei suoi occhi, per non perdere l’equilibrio ed evitare che mi girasse la testa. Ballammo di tutto: dai lenti alle bachate, dai valzer ai balli di gruppo. Jasper era fenomenale in qualunque tipo di ballo ci proponessero. Mi divertii così tanto quella sera, che nemmeno mi ricordavo più della lite con Jacob. Era stato tutto perfetto, e per un momento scordai anche che questo per Jasper era l’ultimo anno di liceo.
    “A settembre non ci sarai.” Ci eravamo spostati fuori, nel parcheggio. L’aria era fresca, ma non si stava male.
    “Già...” Mi guardò con aria triste.
    “Chi mi salverà se Tyler dovesse decidere di guidare a forte velocità sul ghiaccio?”
    Rise. “Bella, a Tyler tuo padre ha ritirato la patente. Quindi non si azzarderà nemmeno ad avvicinarsi ad una macchina, se la strada è ghiacciata.”
    “Magari allora lo farà Mike, per vendicarsi del fatto che gli ho dato buca.”
    “Sarò nel parcheggio tutti i giorni, per tutto il giorno. Dovrai solo sopportare le ore di lezione come hai fatto finora. Poi sarai tutta mia, fino a ora di cena.” Mi baciò. “Se qualcuno minaccerà la tua vita, interverrò. Sarò il tuo angelo custode anche se non frequenterò più il liceo.”
    “Mi piace. Approvo.” Lo baciai, accarezzandogli la nuca. “Sarà comunque uno spasso frequentare l’ultimo anno con Edward e Alice. Vederli girare infuriati nei corridoi ogni volta che ci incroceremo sarà divertente.”
    “Bella… Lasciali in pace. Non stuzzicarli, che poi si potrebbero vendicare.” Mi accarezzò delicatamente la guancia.
    “Hai ragione. Ho promesso a Carlisle ed Esme che ci avrei provato, almeno, ad andare d’accordo con loro.”
    Jasper mi guardò per qualche istante. “Cos’hai?”
    Ovviamente non gli era sfuggito il mio cambio d’umore. “Stavo pensando… Sai, fino a stasera ero certa che se avessi parlato con Jake del mio voler diventare una vampira, lui avrebbe capito e magari avrebbe potuto darmi una mano a farlo capire agli altri. Ora invece mi darà contro, e non potrò contare sul suo appoggio.”
    “Ehi, Bella. Siamo in sei a pensare ad una soluzione. Inventeremo qualcosa, sta’ tranquilla. Non ho intenzione di rimangiarmi la parola, te l’ho detto. Faremo un passo alla volta. Prima il diploma, poi il matrimonio con annessa luna di miele. E poi farai parte della mia famiglia in modo permanente. Manca più di un anno ancora, abbiamo tutto il tempo per decidere come fare.” Mi strinse forte al suo petto. Ma non riuscivo a rilassarmi. Avevo la sensazione che le cose con Jake e i Quileute sarebbero solo peggiorate. E non avrei mai potuto avere il futuro che desideravo. Sarei stata costretta a dire addio a Jasper… o ai miei genitori. E non volevo che accadesse nessuna delle due opzioni.
    “Che diavolo ci fate qui fuori?” La voce di Rose ci sorprese all’improvviso. “Bella, non ti ho truccata e pettinata così solo perché tu restassi con Jasper. Il mio capolavoro va mostrato a tutti!”
    “Hai ragione, Rose. Perdonami.” Mi staccai a malincuore da Jasper. “Ma avevo bisogno di un po’ d’aria fresca.”
    Rose mi guardò per qualche secondo. “Mi sono persa qualcosa?”
    Scossi la testa. “Solo qualche preoccupazione, ma è tutto passato.”
    “Sicura? Non è che c’entra la tua trasformazione?”
    “In effetti sì, ma non nel modo che pensi tu. Voglio ancora diventare come voi. Ma vorrei non dover dire addio ai miei genitori.”
    “Ah già, il patto con i Quileute. Tipi strani, quelli, Puzzano tremendamente.”
    “Non preoccuparti, Bella,” Emmett mi diede una pacca sulla spalla che quasi mi mandò al tappeto. Fortuna che Jasper era veloce a riprendermi. “Scusa. Giuro che non l’ho fatto apposta.”
    “Niente, Emmett. Tranquillo. Che stavi dicendo?”
    “Ah già. Tranquilla, penseremo ad una strategia per trasformarti senza che loro vengano a fare la guerra… anche se non mi dispiacerebbe fare a pugni con qualche lupacchiotto.”
    “Emmett!” Lo guardai con un sopracciglio sollevato. “Sono miei amici… non tutti, certo. Ma alcuni sì. E non voglio che si facciano male. O che ne facciano a voi.”
    “Nessuno si farà male, tesoro. Emmett scherza.” Rose gli tirò una gomitata nelle costole. “E tu sarai una vampira – se lo vuoi davvero – senza che loro possano mettersi contro di noi. Ci sono sempre delle scappatoie. Carlisle è un tipo intelligente, riuscirà a venirne a capo. Rilassati.”
    Sospirai. “Torniamo dentro?” Sfoderai il miglior sorriso che riuscii a trovare, poi venni scortata di nuovo all’interno dal mio fidanzato e dai miei fratelli.
    A fine serata, Jasper parcheggiò la Mercedes davanti casa mia. Papà aprì la porta non appena sentì il rumore dei freni. Diedi un bacio a Jasper sulla guancia e mi affrettai a scendere per entrare in casa e non dare motivi a papà per detestare ancora di più Jasper. Quando finalmente entrai in camera per mettermi a letto, Jasper era già lì, senza il suo smoking. Mi rifugiai tra le sue braccia forti e protettive.
    “Hai già deciso la data?” mi chiese Jasper accarezzandomi un braccio.
    Non avevo bisogno di chiedergli a quale data si riferisse. “Il 13 agosto dell’anno prossimo. Un mese prima del mio diciannovesimo compleanno. Se va bene anche per te, ovviamente.”
    “Non vuoi essere mia coetanea?”
    “Beh...un mese in meno non cambia nulla. E potrai sempre vantarti di essere più grande di me.” Alzai la testa per guardarlo. Sorrideva.
    “Lo sarei comunque, e di parecchio.”
    “Già… ma voglio comunque rimanere più giovane di te.”
    “Ok, come vuole lei mademoiselle. Conterò i giorni che ci separano da quel meraviglioso, importantissimo giorno.”
    “Anche io.” Mi allungai per baciarlo. “Non vedo l’ora di diventare la signora Withlock-Hale e di avere la nostra speciale luna di miele.” Jasper fece una faccia strana. “Cosa?”
    “Preferirei che tu prendessi il mio vero cognome. Ma ormai ho adottato il cognome Hale, quindi presumo che sarebbe alquanto confusionario farti diventare la signora Withlock.”
    Mi tirai su e gli presi il viso tra le mani. “Sarò quello che vuoi, amore. La signora Withlock, la signora Hale… non mi importa. Basta che tu sia felice.”
    Mi sorrise. “Sono felice, Bella. Sono felice perché sei con me. E questo mi basta.”
    “Per l’eternità, Jasper Withlock. Sarò con te per tutta l’eternità. Te lo giuro.”
    Mi baciò a lungo, facendomi rabbrividire di piacere. “Sarà una tortura dover attendere un altro anno per averti sempre accanto.”
    “Già… Ma passerà anche questo. E non avremo più ostacoli. Nessuno potrà mai più dividerci dopo.”
    “Mai. Non lo permetterò mai.”
    Mi sdraiai di nuovo, poggiando la testa sul suo petto e poco dopo crollai tra le sue braccia.

    *****


    Legenda:
    Abc Pensieri
    ABC Ricordi

    Edited by Nike8437 - 11/9/2019, 17:47
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    27,816
    Reputation
    +10,034
    Location
    Foresta Incantata

    Status
    Offline

    Jasper-s-POV


    Quell’estate volò via in un istante. Dovevo dividere Bella con la sua famiglia, ovviamente. E nei giorni in cui non ero con lei, passavo le giornate a caccia oppure a giocare con Emmett a scacchi o a braccio di ferro o a qualunque cosa gli venisse in mente. Bella andava spesso a La Push con i suoi. Ma da quanto ne sapevo, Jacob Black era ancora arrabbiato con lei. E gli anziani della tribù continuavano a fare pressioni per tenerli alla larga da noi. Renée cercava di mediare, ma spesso anche lei perdeva la pazienza e le loro visite – sebbene ancora frequenti – duravano sempre meno. Avrei voluto tanto poter appianare le cose tra loro, ma il mio intervento non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione. Così mi limitavo a consolare Bella e cercare di calmarla quando la rabbia esplodeva dentro di lei. Per distrarla un po’, di tanto in tanto Rose la ‘rapiva’ - insieme a Renée ed Esme - per farle vedere dei cataloghi di abiti da sposa.
    “Jasper, come mai i vampiri non possono avere figli?” Bella mi sorprese con questa domanda mentre stavamo andando a casa Cullen per la festa di compleanno per i suoi diciotto anni - che Esme e Renée avevano organizzato in gran segreto.
    “Ti riferisci alla conversazione avuta con Rose?” Lei annuì. “Beh, è semplice. Poiché il nostro corpo non può cambiare – non ingrassiamo, non moriamo, non invecchiamo - sarebbe impossibile per una vampira poter portare a termine una gravidanza. L’ipotetico bambino morirebbe per mancanza di nutrimento e spazio.”
    “Giusto.” Bella guardava fisso davanti a sé. “Quindi nemmeno i vampiri maschi possono generare figli.”
    “Qui il discorso è un po’ diverso. Non fraintendermi,” si voltò a guardarmi curiosa. “Non conosco nessun vampiro che abbia mai avuto un figlio naturale. Ma alcune leggende parlano di esseri demoniaci, gli incubi, che giacciono con donne umane per procreare. A quanto pare, secondo antiche leggende celtiche, Merlino – il famoso mago della saga di Re Artù – era figlio di un incubo e di una mortale. Ma non ci sono prove tangibili di queste leggende.”
    “Oh.”
    “Perché tutte queste strane domande?”
    “No, nulla.” Divenne tutta rossa e tornò a guardare fisso davanti a sé.
    “Pensavi alla nostra prima notte di nozze?”
    Bella sospirò. “E’ che… mi chiedevo se potesse essere possibile.”
    “Non credo, amore mio. Ma se ti preoccupa, possiamo sempre aspettare dopo la trasformazione.”
    “Hai promesso che lo avremmo fatto prima!”
    “Lo so, Bella. E non mi rimangio la parola. Ma se ti inquieta il fatto che ci possa essere una minima possibilità che tu possa procreare con me, possiamo rimandare.”
    “No… stavo solo pensando che forse, se fosse possibile… potrei mostrare a Rose che non ho buttato via la mia vita.”
    “Bella,” fermai di colpo l’auto. Mancavano pochi metri per arrivare al garage. La guardai e le presi le mani. “Non devi fare nulla per compiacere gli altri. Devi solo fare ciò che senti. Non pensare a Rose, lei rimpiange ciò che non ha potuto avere. Ma non è detto che tu possa desiderare le stesse cose. Ognuno di noi è diverso. Per favore, non fare nulla per far piacere agli altri. Se vuoi passare la prima notte di nozze con me come una qualunque coppia mortale, fallo solo se lo vuoi davvero e non per la possibilità remota che possa accadere qualcosa che possa soddisfare Rose. Lei non lo vorrebbe.”
    “Non lo faccio per Rosalie, amore. Io voglio fare l’amore con te.” Arrossì di nuovo. “Ma se ci fosse una possibilità su un milione che io possa rimanere incinta di un figlio nostro, sarei estremamente felice per noi e per tutta la nostra famiglia. Anche Esme credo sarebbe felice di fare la nonna.”
    Risi. “Ok, ma non dirglielo così. Potrebbe ammazzarti, se le dici che è abbastanza vecchia per essere una nonna.”
    “Ehi! Anche mia madre diventerebbe una nonna, se si verificasse un evento del genere. E lei non è vecchia! Perciò non mi permetterei mai di affermare che lo sia Esme.”
    “Hai ragione, mi dispiace.” Tornai serio. “Comunque, Bella, non siamo costretti a farlo se la cosa ti spaventa. Io so di avere un buon autocontrollo in situazioni normali, ma in quel momento… non so se riuscirò a non farti del male o peggio.”
    “Jasper, mi fido di te. E nel caso in cui dovessi farmi del male, mi potrai sempre trasformare prima che il mio cuore smetta di battere. Così non dovrai più preoccuparti di nulla.”
    “Comunque… non rimarrai incinta, ne sono abbastanza sicuro.”
    “Già… ma mai dire mai.”
    “Sembra quasi che tu ci speri.”
    “Chissà… Andiamo? Ho voglia di vedere Rose ed Emmett.”
    Rimisi in moto e arrivammo in garage. Scesi dall’auto e afferrai Bella per un braccio. “Bella, non affezionarti troppo a quell’idea. Non sappiamo se le leggende siano vere… Né quanto danno potrebbe causare una tale situazione, se dovesse avverarsi.”
    “D’accordo, amore. Non ci penserò più. Ma sappi che per qualunque evenienza, abbiamo il genio di Carlisle al nostro fianco. Ci aiuterà, se le cose dovessero prendere una brutta piega.”
    “Tu ti fidi troppo di noi, Bella. E temo che questa tua fiducia sia mal riposta.” Le accarezzai una guancia.
    “Io no, invece.” Lei mi sorrise. “Siete fenomenali in tutto ciò che fate. Non potrà accadermi niente di brutto… fintanto che Edward sta lontano da me.”
    Ci baciammo, poi salimmo le scale del garage per entrare in casa.

    *****


    Legenda:
    Abc Pensieri
    ABC Ricordi

    Edited by Nike8437 - 11/9/2019, 17:47
     
    Top
    .
  10.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    27,816
    Reputation
    +10,034
    Location
    Foresta Incantata

    Status
    Offline
    www.youtube.com/watch?v=R5WXM-M9WrE
    Se volete potete ascoltare questa meravigliosa base mentre leggete questo capitolo. Per avere un'idea della melodia suonata da Jasper come regalo di compleanno per Bella... come leggerete più giù.

    Bella-s-POV


    Quando aprii la porta del garage, fui quasi investita dalle urla provenienti da amici e familiari.
    “Buon compleanno, Bella!”
    Lanciai uno sguardo verso Jasper, che fingeva di essere all’oscuro di tutto. Scossi la testa, poi con un sorriso mi lasciai abbracciare a turno dai miei genitori, da Esme e Carlisle, poi Rose, Emmett e tutti i miei compagni di classe. Mia madre ed Esme si erano sbizzarrite a cucinare dolci, biscotti, torte salate, stuzzichini e chi più ne ha più ne metta. Avevano riempito tre tavoloni enormi di roba da mangiare. In un angolo, notai anche il clan di Denali.
    “Come mai sono lì, da soli?” chiesi a Jasper con un sussurro.
    “Hanno dei problemi da risolvere… con Laurent.”
    Certo, il ‘capo’ di James e Victoria. “Che tipo di problemi?”
    “Diciamo che fatica ad adattarsi alla dieta vegetariana… e non hanno voluto rischiare di portarlo qui, stasera. Ma Irina è infuriata a morte con le sorelle, che stanno cercando di farla ragionare.”
    “Mi dispiace. Continuo a creare casini, nonostante ormai stiamo insieme da quasi anno.”
    “Rilassati, nessuno ce l’ha con te. Ci sono anche un’altra ventina di umani, qui dentro. La tragedia potrebbe scatenarla chiunque, persino Mike Newton.”
    Fu allora che Carmen intercettò il mio sguardo, e mi lanciò un sorriso luminoso. Seguita a ruota da Elaezar, che con la compagna si staccò dal gruppo per venire a farmi gli auguri.
    “Sei stupenda, Bella. Sarai una vampira fantastica.”
    Fortuna che parlavano a voce bassissima, altrimenti sarebbe stata dura spiegare a tutti che era solo uno scherzo. “Grazie, Carmen.”
    “Ma prima ancora, sarai una sposa magnifica.” Eleazar mi prese la mano per baciarla, con galanteria. Abbassai lo sguardo per un istante.
    “Grazie. Mi spiace per Irina. Jasper mi ha detto di Laurent.”
    “Tranquilla, Bella. Col tempo Irina capirà. E’ che lei si è innamorata di lui, ma non credo che questa storia finirà bene.” Il tono di Eleazar era grave.
    “Come mai?”
    “Laurent non è abituato a cibarsi di animali, e la differenza con il sangue umano all’inizio è davvero enorme. Il sangue umano ti sazia, quello animale no… o quanto meno ci vuole più di un esemplare per essere completamente soddisfatto. E Laurent fa molta fatica a non attaccare gli umani che di tanto in tanto vengono a fare visita a Kate e Tanya.”
    “Ma Irina lo guarda con gli occhi dell’amore,” aggiunse Carmen. “E non vede la possibile tragedia. Quello che ci preoccupa è che se non si adatterà presto alla dieta, Kate e Tanya saranno costrette ad allontanarlo, o peggio… e questo porterà ad una rottura con Irina.”
    “Non possiamo fare nulla per aiutarlo?” chiesi ansiosa.
    “No, tesoro.” Chissà perché, tutti i vampiri che conoscevo avevano preso a chiamarmi tesoro, da quando mi avevano conosciuta. Anche Eleazar. “Deve essere Laurent a sforzarsi di più. E noi preghiamo che alla fine vada tutto bene.”
    Dopo circa mezz’ora, la crisi pareva rientrata e Irina si sforzò di essere gentile con me. Kate e Tanya mi abbracciarono con calore, augurandomi il meglio per la mia futura vita da vampira.
    Poi fu ora di tagliare la torta. Esme si era superata: aveva fatto una torta magnifica, a due piani, interamente ricoperta di rose in pasta di zucchero di vari colori – rosa, gialle, blu, rosse, verdi, arancioni – e con una sola candelina in cima. Era veramente uno spettacolo, e da mangiare era anche meglio: pan di spagna con uno strato di crema chantilly e goccie di cioccolato e uno strato di crema alla nocciola. Era talmente buona che in mezz’ora rimasero soltanto le briciole. Anche le rose si erano mangiati!
    E alla fine, arrivò il momento di scartare i regali. Erano tantissimi, una pila di pacchetti muticolori solo per me. C’era di tutto: trousse di rossetti e ombretti da parte dei miei compagni di scuola, un braccialetto dell’amicizia azzurro con il simbolo dell’infinito da parte di Angela, un meraviglioso abito azzurro con strass e scarpe coordinate da parte di Rose ed Emmett, un cd di musica classica da Carlisle ed Esme, un album con macchina fotografica da parte di mamma e papà e un portagioie da parte del clan di Denali.
    “Ora tocca a me.” Jasper mi sorrise, poi si allontanò per raggiungere il magnifico pianoforte a coda al centro della stanza. Si sedette sullo sgabellino, si preparò e… quando le sue dita toccarono i tasti, una musica sublime iniziò a diffondersi nell’aria. Eravamo tutti rapiti dalla splendida esecuzione, mentre io - senza nemmeno accorgermene - iniziai a piangere per la magnificenza di quella melodia. Quando terminò, si alzò tra uno scroscio di applausi fortissimi e mi raggiunse, prendendo le mie mani tra le sue. “E’ la tua ninna-nanna, Bella. Stanotte ho composto questa melodia solo per te, amore mio. E volevo regalartela in questo giorno speciale.” Poi mi baciò con dolcezza. “Non sarò un musicista eccezionale come Edward, ma credo di essermela cavata alla grande.”
    Edward scelse proprio quel momento per tornare in casa, con Alice. “Fai veramente schifo al pianoforte, Jasper.” Tutti ci voltammo verso di lui. “Eppure dopo tanti anni di esercizio, qualcosa avresti dovuto impararla.” Per ribadire il concetto che lui era migliore di tutti, Edward si sedette al piano e cominciò a suonare. Era davvero bravissimo, ma la sua melodia non trasmetteva alcuna emozione: era solo una ripetizione meccanica di alcuni testi che aveva imparato. Anche gli applausi che seguirono furono meno calorosi. Ma lui sembrò non notarlo. “Come vedi, il migliore sono sempre io. Anche nella musica.”
    Jasper tremava di rabbia. E io mi stavo innervosendo da morire. Ma chi si crede di essere per rovinare la mia festa di compleanno?
    “Sei stato davvero molto bravo, Edward. Non c’è nulla da dire sulla tua esecuzione più che perfetta,” disse mia madre prendendo la parola. “Ma Jasper ha suonato con il cuore, dedicando una splendida melodia alla donna che ama. Anche se l’esecuzione non fosse stata perfetta - e lo è stata - nessuno lo avrebbe notato perché si sentiva che suonava con passione. A volte è più bella una cosa fatta col cuore che una cosa fatta alla perfezione ma senza anima.”
    Edward divenne livido, e temetti quasi che uccidesse mia madre lì, sul posto. Per fortuna si limitò a voltarsi, sollevando un sopracciglio, e sparì di sopra con Alice che lo seguiva come un cagnolino. Poi mamma si voltò verso Jasper e gli fece l’occhiolino, facendolo rilassare.
    Presi una mano di Jasper e gli sorrisi. “La tua canzone era stupenda, davvero.” Lo baciai. “Ti amo,” sussurrai poi sulle sue labbra.
    “Ti amo da morire,” fu la sua risposta. Poi continuammo a ballare e scatenarci fino a mezzanotte.
    A fine serata, mamma avrebbe voluto aiutare Esme a ripulire tutto il casino. Ma Esme – con la scusa che l’avrebbero aiutata Rose e le altre – ci cacciò quasi di peso da casa loro, dicendoci di non preoccuparci, che la festa era stata bellissima e che ci pensava lei a ripulire tutto, tanto il giorno dopo non aveva nulla da fare. Così a mamma non restò altro da fare che abbracciarla e ringraziare di cuore Esme e Carlisle per averle dato la possibilità di organizzare quella bellissima festa con tanti ospiti. A casa nostra non ci sarebbe mai riuscita.
    Rientrati in casa, ringraziai ancora mamma e papà per la macchina fotografica e l’album. Promisi loro che avrei iniziato a scattare foto dal giorno dopo, per ricordare questo ultimo anno di liceo. Poi detti loro la buonanotte e salii in bagno per mettere il pigiama. Quando entrai in camera, Jasper non c’era. Lasciai comunque la finestra aperta e mi misi a leggere Ragione e Sentimento. Dopo nemmeno dieci minuti, Jasper entrò in camera mia, chiuse la finestra e si sdraiò accanto a me.
    “Grazie per il regalo che mi hai fatto,” gli dissi dopo averlo baciato. “Quella musica era davvero… unica e magnifica. Ma non dovevi.”
    “Eh lo sapevo. Emmett pensava che una ninna nanna personalizzata sarebbe stata meglio. Ma io sapevo che a te sarebbe piaciuto di più il regalo che volevo farti...” Jasper aveva un tono di voce strano, non capivo se era serio o se mi stava prendendo in giro.
    “Che regalo era?”
    “Niente di che, in effetti. Solo un Porsche 911 grigio metallizzato. Ma Emmett ha detto che, visto il pick-up con cui vai in giro, non devi essere una grande intenditrice di auto.”
    Lo guardai sconcertata. Voleva regalarmi un auto da corsa che costa più di quanto io vedrò mai nella mia vita?!? “Stai scherzando… vero?”
    Sorrise. “Ovviamente. Il Porsche te lo regalerò come dono di nozze… ma le chiavi le tengo io finché non diventi un’immortale. Non mi fido della tua goffagine. E quelle macchine diventano un vero incubo negli incidenti stradali.”
    “Jazz…” Fece una smorfia. “Scusa, immagino che Alice ti chiamasse così.”
    “Già. Ora è Rose che ha preso l’abitudine di chiamarmi così. Ma se vuoi, puoi farlo anche tu.”
    Scossi la testa forte. “Jasper, non devi regalarmi auto per il nostro matrimonio o per qualunque altra occasione. A me basti tu, non ho bisogno di regali costosi.”
    “Ma se io non ho problemi a farteli, che male c’è?”
    “C’è che io non so nemmeno quando è il tuo compleanno… e non potrei regalarti mai una cosa così costosa come un bracciale o un auto. E non so nemmeno suonare uno strumento per creare una melodia adatta a te.”
    “Non è vero, Bella.” Mi strinse una mano e se la portò al petto. “Quando saremo sposati avrai a disposizione l’intero patrimonio dei Cullen per regalarmi tutto ciò che vuoi. E avrai l’eternità per imparare a suonare il piano o il violino o qualunque altro strumento. E poi, non ho bisogno dei tuoi regali, amore mio. Sei entrata nella mia vita e l’hai totalmente stravolta. Per me non esiste nulla di più importante.” Si portò la mano alle labbra e la baciò. “Comunque… se proprio ci tieni, il mio compleanno è il diciotto marzo.”
    “Ricordami di segnarlo sull’agenda, almeno finché non lo avrò stampato nella mia mente.”
    “Come vuoi. Ah, se ti interessa il compleanno di Rose è dietro l’angolo. Il diciassette ottobre. Scommetto che non riuscirai a trovarle un regalo perfetto.”
    “Non senza il tuo aiuto. Non so proprio cosa possa piacerle.”
    “Scarpe, vestiti, trucchi… hai l’imbarazzo della scelta.” Mi baciò sulla fronte. “Ora dormi, mia Bella. Domattina hai scuola, e non vuoi affrontare tutti i ragazzi con le borse sotto gli occhi.”
    “Sei tu che mi distrai dalle cose importanti… e poi non dormo mai abbastanza.”
    “Posso sempre andare a casa mia.”
    “Non ti azzardare nemmeno a pensarci!” Serrai la presa sulla sua camicia, per non farlo scappare via. Dopo qualche altra chiacchiera, finalmente mi addormentai.

    *****


    Legenda:
    Abc Pensieri
    ABC Ricordi

    Edited by Nike8437 - 11/9/2019, 17:48
     
    Top
    .
  11.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    27,816
    Reputation
    +10,034
    Location
    Foresta Incantata

    Status
    Offline

    Jasper-s-POV


    I giorni passavano lenti, quando mi ritrovavo nel parcheggio del liceo in attesa. Ma quando Bella mi raggiungeva, dopo le lezioni, le ore volavano via senza che ce ne accorgessimo e in un attimo era già ora di cena per lei. Nei weekend, quando andava – ancora – a La Push con Renée e Charlie, far passare le ore sembrava impossibile. Con Jacob le cose non andavano affatto bene. Lui passava tutto il suo tempo con quel Sam Uley, colui che doveva essere il capobranco, e si faceva negare al telefono se Bella provava a chiamarlo. Lei ci stava malissimo, si vedeva. Nel frattempo, a Seth era stato vietato dal padre di frequentare Bella finché lei e Charlie non fossero rinsaviti e avessero smesso di stare con noi. Ogni volta che tornava da La Push Bella era sempre più depressa. Tanto che, verso la fine di ottobre, chiese ai suoi di poter smettere di accompagnarli. Charlie era testardo, però, e voleva che i suoi amici cambiassero idea su di noi. Così Bella aveva il permesso di stare da noi mentre loro andavano a combattere contro i mulini a vento.
    Io e Carlisle ci spremevamo le meningi in cerca di un modo – un qualunque modo – per poter trasformare Bella senza che i Quileute potessero farci guerra, ma non avevamo uno straccio di idea.
    “Penso sia ora di pensare a dove potremo rifugiarci, dopo che tu e Bella vi sarete sposati.” Carlisle mi dava le spalle, ma potevo leggere le sue emozioni. Era la fine di novembre, e il tempo stava cambiando. Il freddo autunnale stava per lasciare il posto alla neve e al gelo.
    “Carlisle, non voglio costringervi a sparire.” Il tono della mia voce era rotto dall’emozione. Ogni cosa che pensavo o facevo ultimamente metteva a rischio la vita delle persone a cui tenevo di più. E sinceramente stavo iniziando a stufarmi. “Saremo io e Bella a sparire, dopo che l’avrò trasformata. Voi potrete sempre dire che non ne sapevate nulla, e loro non potranno attaccarvi se non hanno le prove che Bella non sia più umana.” Sospirai. “La parte complicata sarà costringere Bella a stare lontana da Forks, e dai suoi genitori.”
    Carlisle si voltò a guardarmi con un’espressione triste. “Vuoi scappare di nuovo.”
    “Sarà solo per poco tempo, lo sai anche tu. Non potrete rimanere qui a Forks ancora a lungo. E ci raggiungereste nel giro di cinque o sei anni.”
    “Ma scapperai di nuovo… con Bella.”
    “Per non mettere in pericolo voi, e per non costringervi a cambiare vita così presto. Ci sentiremo però, e tanto spesso che vi sembrerà che siamo ancora con voi.”
    “Non è una soluzione, Jasper. E’ una fuga. E non è questo che vuole Bella.”
    “Lo so. Ma non abbiamo alternative. I Quileute non ci lasceranno mai andare via in pace se trasformo Bella. E se penso che uno qualsiasi di noi potrebbe venire ucciso...”
    Carlisle mi posò una mano sulla spalla. “Troveremo il modo. Ma non pensare più a sparire da solo. Non siamo codardi, affronteremo qualunque conseguenza deriverà dalla scelta tua e di Bella. Insieme!”
    Qualcuno bussò alla porta dello studio, facendoci voltare. Era Rose. “Jazz, Bella ti sta cercando.”
    “Arrivo,” risposi con un sorriso. Guardai Carlisle, e sospirai. “D’accordo, faremo a modo tuo. E speriamo per il meglio.”
    Carlisle strinse un po’ di più la mia spalla, poi mi lasciò raggiungere Bella in soggiorno.
    “Già tornata da La Push?” La strinsi a me. Stavolta aveva deciso di andare con i suoi per vedere Seth o Jacob e magari parlare con loro, farli ragionare.
    “Sì… Papà e Billy hanno litigato furiosamente, molto peggio del solito. E stavolta anche papà si è arreso all’evidenza. Ha deciso che da oggi in poi non andrà mai più a La Push.”
    “Mi dispiace, amore. Almeno sei riuscita a vedere Seth?”
    “No...” La sua voce sembrava triste. “Ma ho scoperto che anche lui ha subito la trasformazione. Quindi ora dovrà ubbidire a Sam. Il che significa che li ho persi entrambi. Non potrò vederli mai più.” La sentivo singhiozzare, così la strinsi a me ancora più forte e la lasciai sfogare.
    “Mi dispiace, amore mio. Ma sono sicuro che alla fine troveremo una soluzione che metta tutti d’accordo. E tu riavrai i tuoi amici.”
    Un rumore all’esterno ci mise tutti in allarme, tranne Bella che non aveva ancora il super-udito. Edward in un lampo fu al piano di sotto. “Invasori!”
    Corremmo tutti all’esterno, Bella era nascosta sulla mia schiena per proteggerla. Era quel ragazzino che avevo visto al ballo scolastico, Seth. Ma sembrava molto più muscoloso e grande. Emmett ed Edward erano in posizione d’attacco, ma Seth non era minimamente spaventato. Carlisle fece un passo in avanti.
    “Salve,” esordì Seth con un mezzo sorriso. Bella si mosse sulla mia schiena, probabilmente voleva vedere il suo migliore amico. “Non sono qui per attaccarvi, ma ho i minuti contati.”
    “Come mai sei venuto qui?” chiese Carlisle con tranquillità. Edward ed Emmett continuarono a mantenere la posizione.
    “Volevo… volevo vedere Bella, dirle che mi manca da morire. E che mi dispiace che Sam abbia imposto questa stupida regola.”
    Con cautela, misi Bella a terra. Lei si avvicinò al suo amico, prima lentamente, poi quasi di corsa e i due si abbracciarono. “Anche tu mi manchi da morire, Seth.”
    “Bella… so cosa vuoi fare.”
    Bella si allontanò da lui, in preda al terrore. “Cosa… cosa intendi?”
    “So che vuoi farti trasformare dal tuo ragazzo. Ma ti prego, non farlo. Sam vi ucciderà tutti, e noi saremo costretti a farti del male. Non farci questo, ti prego.”
    “Seth… non è Sam a poter decidere il mio destino!”
    “Lo so, Bella. Io sono d’accordo con te, ma… se lo scopre, ci ordinerà di farvi tutti a pezzi. E non potremo disubbidire. Pensaci, almeno. Pensa a cosa ci costringerai a fare. Pensa a me, a Jake… ai tuoi genitori.”
    “Seth… io speravo che Jake potesse aiutarmi con Sam, fargli capire che la scelta è solo mia. Ma ora ho perso ogni speranza di poter avere un alleato tra i Quileute.”
    “Io sarò sempre dalla tua parte, Bells. Ma non posso andare contro gli ordini di Sam. Jake però...”
    “Cosa?”
    “Lui, in quanto nipote di Ephraim Black, poteva reclamare il posto di capobranco da Sam. Ma non lo ha fatto. Se fosse lui il capobranco, potrebbe decidere di lasciarvi in pace… forse.”
    “Ora non lo farebbe mai. Anzi, ci attaccherebbe ancora prima che io possa venire morsa.”
    “Già...” Dal bosco provenne una serie di ululati. “Oops, ho fatto tardi. Accidenti. Devo scappare, o Sam mi metterà di nuovo in punizione e non potrò uscire di casa per anni.”
    “Seth...”
    “Cercherò di contattarti, in un modo o nell’altro, Bells. Non ti mollo.” Poi le sorrise, le accarezzò la guancia e sparì nel bosco. Bella si voltò verso di me, gli occhi lucidi.
    “Amore, andrà tutto bene.” La strinsi tra le mie braccia e le baciai i capelli mentre lei si sfogava ancora. Gli altri ci lasciarono soli. Poi, quando Bella si calmò, la condussi al cottage dove poco dopo ci raggiunsero Emmett, Rose, Carlisle ed Esme.

    *****


    Legenda:
    Abc Pensieri
    ABC Ricordi

    Edited by Nike8437 - 11/9/2019, 17:49
     
    Top
    .
  12.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    27,816
    Reputation
    +10,034
    Location
    Foresta Incantata

    Status
    Offline

    Bella-s-POV


    Passò più di un mese, ma le cose non migliorarono affatto. Carlisle non aveva uno straccio di idea su come risolvere il nostro problema di non rompere la tregua con i Quileute. Sam aveva messo in punizione Seth, che non poteva più uscire di casa se non per andare a scuola e per le riunioni del branco. Edward e Alice erano sempre più scontrosi nei miei confronti, e spesso se ne stavano in un angolo a confabulare chissà cosa. Papà era davvero stressato per la lite con Billy: gli mancavano i suoi migliori amici, ma non sapeva come poter tornare da loro senza scatenare un’altra guerra. Inoltre, ancora non gli andava giù che mi sarei sposata così presto. E in tutto questo, io mi sentivo inutile. E nemmeno il potere di Jasper poteva risollevare il mio morale.
    “Ho deciso. Vado a trovarlo. E non me ne frega nulla se Sam si incazza!” Ero stufa di quella situazione. Volevo parlare con Seth, e soprattutto volevo rivedere Jake.
    Jasper mi guardò accigliato. “Sai che lì non potrò seguirti, Bella. Se succede qualcosa...”
    “Aspettami al confine. Lì non potranno farti nulla.”
    Sospirò. “Sarà una tortura per me, lo sai? Star lì, senza sapere se sei al sicuro.”
    Gli accarezzai la guancia. “Non mi faranno nulla. Papà potrebbe fare una strage se solo mi torcono un capello. Amicizia o non amicizia.”
    Dopo qualche altra insistenza, Jasper accettò di accompagnarmi fino al confine tra il loro territorio e quello dei Quileute. Mi baciò a lungo, prima di permettermi di entrare a piedi nella riserva. Dopo qualche metro, mi voltai per osservarlo mentre si sedeva a terra, sul prato. Mi si spezzava il cuore a lasciarlo lì, da solo, con quell’espressione preoccupata. Ma avrei fatto presto. Volevo parlare con Jake, risolvere la situazione e rivedere Seth. Nessuno mi avrebbe fermata.
    “Non sei la benvenuta, qui.” Una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare. Jasper fece per alzarsi, ma scossi la testa e si calmò.
    Mi voltai. Di fronte a me c’era un ragazzone alto, con occhi marroni e capelli scuri. Accanto a lui riconobbi Jake, anche se ora era molto più muscoloso e grosso rispetto all’ultima volta che lo avevo visto, al ballo scolastico. “Tu devi essere Sam Uley.” Non mi feci scomporre dalla sua scortesia.
    “Sì, anche se non vedo che differenza possa fare per te conoscere il mio nome. Ti ripeto che non sei la benvenuta qui, nel nostro territorio, Bella Swan.”
    “Sono venuta a parlare con i miei migliori amici, Seth e Jake.”
    “Io con te non ci parlo, finché non lasci quei luridi succhiasangue.” Il tono di Jake era furioso.
    “E Seth è in punizione per il resto della sua vita, visto che ha disubbidito ai miei ordini.” Sam era calmo, ma il suo sguardo duro tradiva il suo umore.
    “Puoi incazzarti quanto ti pare, Jake. Non mi interessa. Mi basta che mi ascolti.”
    “Forse non mi sono spiegato bene.” Sam fece un passo verso di me, ma rimasi perfettamente immobile.
    “Forse a me non interessa quello che pensi tu, Sam Uley.” Lo guardai dritta negli occhi, mentre mi montava una gran rabbia dentro tanto che gli avrei dato molto volentieri un pugno sul naso. “Che ti piaccia o no, io parlerò con Jake. E poi andrò a trovare Seth. Non puoi impedirmelo.”
    “Oh, sì che posso! Questa è la mia riserva!”
    “Mio padre ti arresterà se mi torci un solo capello.”
    “Pensi che abbia paura di un umano qualsiasi? Non mi interessa affatto se tuo padre viene ad arrestarmi, tanto qui non ha alcuna giurisdizione. Siamo noi la nostra legge.”
    “D’accordo, vedo che questo non fa presa su di te. Ma non pensare che non possa difendermi anche da sola. Voglio parlare con Jake e vedere Seth, fosse anche l’ultima cosa che faccio!” Sam fece un altro passo in avanti, sperando di intimorirmi. Potevo quasi vedere Jasper, alle mie spalle, in ansia. Sperai solo che restasse fuori dalla Riserva, o avrebbe peggiorato tutto. Mi voltai verso Jake. “Jacob, siamo amici da sempre. Ci conosciamo da quando eravamo bambini. Perché devi essere così cretino? Che significa questo tuo comportamento da bambino delle elementari? Mi allontani perché non ti piacciono le persone che frequento? Beh, anche io trovo che Sam sia arrogante e borioso, ma non ti avrei mai allontanato per questo.”
    “Stai superando il limite, Swan!” Sam era sempre più vicino.
    “Falla finita! Non mi spaventi. Sono stata attaccata da un vampiro, ed era molto più spaventoso di te. E a proposito, ma voi non dovreste essere i protettori dei visi pallidi contro i vampiri? Dov’eravate voi idioti mentre io venivo quasi uccisa? Perché non avete voluto aiutare i Cullen a salvarmi? Siete solo un branco di ipocriti!”
    Sam iniziò a tremare, poi chiuse gli occhi e sembrò calmarsi. “Noi non aiutiamo i nostri nemici naturali. E tu non sei mai stata in pericolo.”
    “Certo che no, perché i Cullen mi hanno salvata appena in tempo. Ed è grazie a loro se me la sono cavata solo con una cicatrice.” Allungai il polso destro verso Sam. “Se fosse stato per voi, sarei finita al cimitero. E voi avreste perso un viso pallido. Cosa sarebbe accaduto in quel caso?”
    “Non ci interessa. Hai fatto la tua scelta, mi pare. Quindi per noi sei una nemica, tanto quanto loro.”
    “Sei davvero un ipocrita arrogante. Mi fai pena. Davvero. Non sei nemmeno degno del tempo che sto perdendo con te.” Scossi la testa. “E tu, Jake… pensavo che avresti superato le tue stupide antipatie. Capisco che vampiri e lupi siano nemici, ma i Cullen non vi hanno fatto nulla!”
    “Esistono! Ecco cosa ci hanno fatto! E’ per colpa loro se ci trasformiamo in lupi. Se non fossero venuti qui, a Forks, noi staremmo molto meglio!” Jake tremava. Sam lo guardò.
    “Beh, mi dispiace per voi, Jake. Ma non potete dare la colpa ai Cullen. Il gene che vi trasforma non è stato impiantato nel vostro DNA da loro. Lo avevate già dalla nascita. Se non fossero arrivati prima loro, vi sareste trasformati comunque all’arrivo dei vampiri nomadi di cui James faceva parte. Quindi piantatela di dare la colpa di tutto ai Cullen. Siete patetici!”
    Jake continuava a tremare, sempre di più. Sam sembrava molto meno calmo ora. “Jake, basta!” Jake non voleva saperne di smettere di tremare. “Bella, sta’ indietro!”
    Non me lo feci ripetere due volte. Lentamente feci un passo indietro, e poi un altro e un altro ancora mentre Jake tremava tanto che quasi non riuscivo più a vederlo. E all’improvviso davanti a me non c’era più Jacob Black… c’era un enorme lupo dal manto rossiccio. Il battito del mio cuore accelerò mentre la paura mi inchiodava lì, dov’ero. Jasper non poteva aiutarmi, ma riuscivo ad immaginarlo lì, sul confine. Sam si mise tra Jake e me, cercava di calmarlo. Ma Jake avanzava.
    “Scappa, Bella! A lui ci penso io!”
    Mi voltai e senza farmelo ripetere corsi verso Jasper. Lo vedevo avvicinarsi sempre più, mentre correvo a perdifiato lontana da Sam e da quel lupo che non era più il mio migliore amico. Non appena superai il confine, Jasper mi afferrò per un braccio e mi fece salire sulle sue spalle, correndo poi nella foresta fino a casa Cullen. Quando mi aiutò a rimettermi in piedi, le ginocchia tremavano così tanto che mi ritrovai in ginocchio sul pavimento.
    “Shhhh, Bella. E’ tutto finito. Ora sei al sicuro, te lo giuro.” Jasper mi strinse forte, mentre ancora non riuscivo a capire come fosse accaduto quel disastro.
    “Che sta succedendo qui?” Rose era arrivata in soggiorno, forse attratta dal tono di Jasper.
    “Bella… voleva parlare con i suoi amici Quileute. Ma non è andata molto bene.”
    “Mi dispiace, cara. Ma sono sicura che presto andrà meglio.”
    Mi ci volle un bel po’ di tempo per riprendermi dall’orrore di vedere il mio amico trasformarsi in un lupo enorme. Ero distrutta. Avevo immaginato che con Jake le cose sarebbero andate male, ma così… Non aveva nemmeno voluto ascoltarmi. E mi ero anche giocata la possibilità di vedere Seth. Quando Jasper mi riportò a casa, notammo un movimento sul limitare del bosco dietro casa mia. Ovviamente Jasper mi tenne stretta a sé, prima di andare a vedere cosa o chi fosse.
    “Bells...” Avrei riconosciuto quella voce dovunque.
    “Jake...” Il mio tono era un misto di sollievo e rabbia.
    “Scusa per prima. Mi hai fatto scattare con tutte quelle tue accuse. Non dovevo perdere il controllo.”
    “Già… avresti soltanto dovuto ascoltare quello che avevo da dirti.”
    “E tu potevi evitare di chiamarci idioti, ipocriti e patetici!”
    “Ma lo siete!”
    Ci stavamo scaldando di nuovo tutti e due, ma Jasper venne in nostro aiuto. “Che diavolo…?”
    Jake non sapeva del potere di Jasper. “E’ il suo potere. Ci sta calmando per permetterci di parlare come persone civili.”
    Jake roteò gli occhi. “Puoi lasciarci da soli, per favore?” Guardava fisso Jasper.
    “No, lui resta! Se devo scatenare ancora il lupo che è in te, almeno vorrei non essere indifesa.”
    “Bene...” Non era molto contento, ma dovette accontentarsi di parlarmi con Jasper presente. “Che volevi prima?”
    Lo guardai con aria interrogativa. “Sam sa che sei qui?”
    “Mi ha mandato lui a scusarmi con te. Credo sia qui intorno, per controllare che non mi trasformi di nuovo.”
    “Oh. Bene.” Sospirai. “Jake, volevo dirti che… mi manchi. E mi manca Seth. Non capisco perché dobbiamo stare separati.”
    “Hai scelto loro. Che altro ti serve da sapere?”
    “Io non ho scelto… d’accordo, sì. Ho scelto i Cullen. Ma questo non implica che non possa essere vostra amica. Non è una cosa totalmente incompatibile. Il trattato che il tuo bisnonno ha stipulato con i Cullen non dice che non potete essere amichevoli con loro. Dice solo che non li attaccherete finché non oltrepassano il confine o mordono un umano.”
    Sam spuntò fuori dalla foresta. “Il trattato dice anche che le due parti erano tenute al segreto. Se sai del trattato, è perché loro te ne hanno parlato. E quindi hanno infranto il patto!”
    “Piantala, Sam! Non hanno infranto un bel nulla!” Mi stavo di nuovo arrabbiando. Ma chi si crede di essere per interrompere così la conversazione? “Se proprio vogliamo dirla tutta, è stato Jake a parlarmi dei Freddi per primo. Quindi siete voi che avete infranto il patto!”
    Mi pentii quasi subito di aver parlato. Sam lanciò a Jake un’occhiataccia. “Dopo facciamo i conti!”
    “Lascialo stare! Già hai punito Seth per una stronzata. Sei un capobranco, mica una maestra d’asilo. Comportati da uomo! E poi non lo ha fatto apposta. Quando me ne ha parlato, Jake non era ancora in grado di trasformarsi. Non credeva alle leggende Quileute e non conosceva le regole.”
    “Sta’ fuori dai nostri regolamenti! Non hai idea di cosa stai parlando.”
    “E tu cresci! Ti comporti da ragazzino immaturo. Che mi significa che Seth è in punizione a vita solo perché ha osato venire a parlarmi? Nemmeno fossimo a scuola.”
    “Mie le regole, mie le punizioni. E non starò ad ascoltare una ragazzina che viene a farmi la predica.”
    “Ora ti faccio vedere io chi è la ragazzina!” Mi sporsi in avanti per dargli un pugno, ma Jasper mi afferrò con un braccio per la vita, bloccandomi.
    “Diamoci tutti una calmata, ok?” Si mise al mio fianco, guardando i due Quileute. “Il patto è ancora valido, visto che a noi non interessa se Jacob ha detto del nostro segreto a Bella, quando ancora non sapeva che fosse la realtà. Non abbiamo alcuna intenzione di attaccarvi. E voi non potete attaccarci per aver spifferato a Bella del patto.” Fece una breve pausa. “Quindi, stabilito questo, credo che Bella avesse ancora qualcosa da dire a Jacob. E visto che tecnicamente non siete nel vostro territorio ma nel nostro, ritenetevi fortunati che vi permetta di parlare con la mia fidanzata senza attaccarvi.”
    Inspirai un paio di volte, per calmarmi. Jake era furioso con me perché lo avevo messo nei guai. Sam rifletteva sull’implicazione di aver sconfinato… o almeno così pensavo. “Jake… scusa se ti ho messo nei guai. Ma mi fate venire i nervi quando ve ne state rintanati nelle vostre stupide convinzioni solo perché pensate che siano giuste.”
    “Hai detto fidanzata?” La domanda di Sam giunse inaspettata.
    “Sì. Ci sposiamo ad agosto. Perché?”
    “Cos’hai intenzione di fare dopo, succhiasangue?”
    Guardai Jasper, che sembrava perfettamente a suo agio. “Non capisco cosa intendi. Dopo il matrimonio, solitamente le persone stanno insieme per la vita. Ed è quello che intendiamo fare io e Bella.”
    “La sua vita mortale, vuoi dire?”
    “No,” risposi alterandomi. “Non intendo far finta di non aver capito cosa vuoi, Sam. E la risposta è che sono fatti miei. Di quello che farò dopo il matrimonio con Jasper, tu non devi interessartene.”
    “Il patto stabilisce...”
    “Lo so!” sbottai. “Mordere un umano è vietato. Lo sappiamo. Piantala di ripeterlo. Ma non sono fatti tuoi se io voglio diventare una vampira. E’ una scelta mia!”
    “Eh no, mia cara. Se ti morde, il patto è rotto. Anche se è una scelta tua.”
    “Sei veramente uno stupido idiota!”
    “Resta il fatto che, se ti morde per qualunque motivo, il patto è rotto. E noi vi annienteremo tutti!”
    Rimasi in silenzio, fumante di rabbia, mentre Sam e Jake tornavano nel bosco e sparivano verso la riserva. “Fantastico. Ora siamo fregati. Non ci lasceranno mai in pace.”
    “Beh, Bella… forse non avresti dovuto dirglielo.”
    Roteai gli occhi. “Tanto lo immaginava già. O non ti avrebbe mai fatto la domanda.”
    “Forse. Ma ora lo sa per certo. E ci terrà d’occhio.”
    Rientrai in casa. Mamma e papà mi aspettavano già da parecchio, ma non fecero commenti. Cenai, poi andai in camera dove mi addormentai quasi subito tra le braccia di Jasper.

    *****


    Legenda:
    Abc Pensieri
    ABC Ricordi

    Edited by Nike8437 - 11/9/2019, 17:49
     
    Top
    .
  13.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    27,816
    Reputation
    +10,034
    Location
    Foresta Incantata

    Status
    Offline

    Jasper-s-POV


    San Valentino era appena passato. Con Bella avevamo passato una romantica serata a lume di candele al cottage. Esme aveva cucinato dei magnifici ravioli al burro e salvia e un cosciotto d’agnello con contorno di patate al forno solo per Bella. E per dessert aveva riempito una coppa da champagne di crema al mascarpone ricoprendola poi di cioccolato amaro e mettendo un cuore di cioccolato in cima. Bella mangiò tutto di gusto, mentre io la osservavo rapito. Poi la riportai a casa, dove come al solito rimasi accanto a lei per tutta la notte.
    Ma un altro mese se n’era andato, e non avevamo trovato soluzioni per il nostro problema. Sam e i Quileute erano fastidiosamente ostili, sempre presenti sul confine per ricordarci che non avevamo possibilità di fuga se avessimo portato avanti il piano per trasformare Bella. Lei fingeva che andasse tutto bene, ma ovviamente non poteva ingannare me. Seth era ancora confinato in casa e Jake si rifiutava categoricamente di parlarle. Rosalie aveva comprato decine di riviste con abiti da sposa da farle vedere, ma anche quello sembrava non interessarla più.
    “Bella, ti ricordo che tra cinque mesi e mezzo vi sposate. Siamo in ritardissimo su tutto!” Rose era un po’ isterica, i preparativi spettavano a lei in quanto testimone della sposa. Non che fosse realmente così, ma si era arrogata questo diritto e nessuno poteva farle cambiare idea. E il fatto che Bella non collaborasse la mandava fuori di testa. Ovviamente io ero stato bandito dal mio stesso cottage mentre lei, insieme a Renée ed Esme, cercava di convincere Bella a scegliere qualche abito da provare.
    “Rose, abbiamo ancora tanto tempo...” Bella provò ad intervenire, ma scelse le parole sbagliate.
    “Tempo?!? Tempo?!? Bella! Gli abiti migliori saranno già spariti se non decidi in fretta. Non vorrai sposarti in jeans e maglietta, vero?!?”
    “Non sarebbe male, come idea...”
    “Bella!” Rose stava cominciando a dare di matto.
    “Ok, Rose… stavo scherzando. Scusami.”
    Scossi la testa, sorridendo mentre guardavo le montagne coperte di alberi fin sopra la cima. Emmett e Carlisle arrivarono in quell’istante.
    “Hanno finito?” chiese Emmett, impaziente di riabbracciare la sua Rose.
    “Non proprio… anzi, credo che dovrai aspettare ancora parecchio. Oggi Bella fa un po’ la difficile.” Emmett sospirò.
    “E’ comprensibile, Emmett.” Carlisle gli poggiò una mano sulla spalla. “Tra il matrimonio, la scuola, gli esami per il diploma, i Quileute che ci controllano e i suoi amici che non possono parlarle… direi che sarebbe troppo da sopportare anche per un vampiro. Ma Bella è sorprendentemente padrona di sé, per quanto possibile. E se per una volta fa i capricci, direi che la si può perdonare.”
    “Rose è completamente fuori di testa per questa mancanza di volontà che mostra Bella.” Sospirai. “Vorrei poter risolvere le cose così come posso allontanare la rabbia e le cattive emozioni da chiunque. Vorrei che lei fosse completamente felice, accanto ai suoi genitori, ai suoi amici, a noi… senza alcuna paura per il futuro e senza dover rinunciare a nulla.”
    “Jasper, non perdere la speranza. Fino al matrimonio abbiamo tempo. Poi ve ne andrete per due settimane, un mese o quanto vi pare in luna di miele all’isola Esme.” Carlisle sorrise. Aveva acquistato una meravigliosa isola tropicale al largo della costa di Rio de Janeiro per la sua splendida mogliettina. “E durante quel periodo avremo modo di definire il piano. Sta’ tranquillo, non ci arrenderemo mai. Bella sarà una di noi, in un modo o nell’altro, e i Quileute dovranno accettarlo.”
    “D’accordo, Carlisle. Sarà come dici tu...” Sorrisi per la sua caparbia volontà di sperare sempre, anche quando tutto sembrava senza speranza. Un rumore improvviso nel bosco ci avvertì che qualcosa non andava. C’erano intrusi, nel nostro territorio. Erano ancora lontani, il che diede il tempo a Carlisle di entrare nel cottage e chiedere a Rose ed Esme, senza essere ascoltato da Renée, di portarla a casa. Bella sarebbe rimasta accanto a me, chiunque fosse arrivato. Renée non capì subito perché stavano parlando tra di loro, ma poi Esme le disse che voleva vedere una cosa che l’aveva incuriosita e le tre partirono a velocità umana per la casa grande – dove avrebbero preso il Mercedes per riportare Renée a casa sua. Bella mi fu subito accanto, con aria interrogativa.
    “Arriva qualcuno, ma ancora non sappiamo chi… o cosa.” Tornammo alla casa grande per schierarci in posizione di difesa – Bella nascosta dietro le mie spalle. Qualche istante dopo, Esme e Rose ci raggiunsero. Eravamo solo in cinque, ma speravamo che fosse abbastanza.
    “Carlisle, mio vecchio amico.” Aro ci si parò di fronte, uscendo dal bosco… assieme ai suoi fratelli e alla guardia. Erano almeno dieci vampiri, tutti con poteri straordinari. E noi non avremmo avuto speranza, se ci avessero attaccati.
    Carlisle mosse un passo in avanti. “Aro, cosa ti ha spinto a lasciare la tua amata Volterra per venire in questa landa coperta di neve?”
    “Ah, caro amico mio. Un grave affronto è stato portato alla mia attenzione. Qualcuno mi ha informato che ospitate un’umana, e che lei sa tutto di voi.” I Volturi si fermarono ad un centinaio di metri da noi.
    “E’ vero. Mio figlio – Jasper – si è innamorato di questa umana e vuole sposarla tra pochi mesi.”
    “Che faccia tosta. Non provi nemmeno a far finta che sia falso?” Caius – alla sinistra di Aro – guardava Carlisle e tutti noi con disprezzo.
    “E perché dovrei, Caius? Sai che non mi piacciono le menzogne – a meno che non servano a nascondere il nostro segreto. Ma tra di noi, non serve mentirsi.”
    “Quindi è vero? Un’umana sa che siete vampiri?” Aro guardava con stupore il suo vecchio amico.
    “Sì, lo sa.” Feci un passo in avanti, raggiungendo Carlisle. “E diventerà mia moglie ad agosto, come ti ha già detto Carlisle.”
    “Che strano...” Il tono di Aro era calcolato. “Ero convinto che gli umani a conoscenza del nostro segreto venissero uccisi… o trasformati.”
    “Così come la segretaria che avete a Volterra? Scommetto che è ancora viva.” Carlisle rimase perfettamente calmo, ma potevo sentire l’agitazione che gli percuoteva il corpo.
    “Sì, ma presto ce ne libereremo. Non serve a molto, purtroppo.”
    “Mi dispiace per quella povera ragazza.”
    “Io, fossi in te, mi preoccuperei di più per la vostra situazione. Avete infranto il patto di segretezza. Sai cosa succede ora.” Fece cenno a Jane di farsi avanti. Guardai Carlisle. Anche lui era spaventato, ora. “Jane, cara. Diamo loro una dimostrazione del tuo potere.”
    Sapendo cosa stava per succedere, feci scendere Bella dalle mie spalle e la allontanai quanto più possibile… prima che il potere di Jane mi colpisse. Era un dolore insopportabile, come se mi stessero bruciando vivo. Mi contorsi involontariamente, senza poter reagire.
    “Basta! Lasciatelo stare!” La voce di Bella mi sorprese. E di colpo il dolore cessò.
    “Tu devi essere l’umana,” chiese Aro guardando Bella con uno sguardo calcolatore. “Vieni avanti, mia cara.” Bella guardò prima me, poi Carlisle. Lui annuì lievemente, cercando di sorriderle. Tremando, Bella fece alcuni passi in avanti. Aro colmò la distanza in un istante e le prese la mano per leggere i suoi pensieri, come faceva con chiunque avesse di fronte. “Bene, bene, bene. Vediamo cosa abbiamo qui.” Restò in silenzio alcuni minuti, mentre registrava la mancanza di pensieri derivanti da Bella.
    Le mie labbra si incurvarono in un sorriso. “Non leggi nulla, vero?”
    Aro mi guardò rabbioso. “Come fai a saperlo?”
    “Perché nemmeno Edward può entrare nella sua mente.”
    Lo sguardo di Aro si fece improvvisamente calcolatore. “Mmmmmh… interessante. Chissà se...” Fece un singolo gesto verso qualcuno alle sue spalle, ma non capii a chi mirava. Poi vidi Jane, con l’espressione che usava solitamente qualche istante prima di usare il suo potere. Provai a raggiungere Bella, ma Carlisle mi bloccò. Rimasi lì, immobile, a guardare Bella mentre il dolore la stava per raggiungere… e non accadde assolutamente nulla. Nemmeno un fiato uscì dalla bocca di Bella, che si guardava intorno confusa. Quel suo scudo era davvero un miracolo. “Basta così!” disse Aro. Jane guardava Bella furente. Era la prima volta che il suo potere andava a vuoto. “Sei un’umana davvero interessante… e capisco perché ti abbiano tenuta in vita.”
    “Non è per questo che Bella è ancora in vita, Aro. E’ perché è la compagna che ho scelto per la vita. E non le torcerai un capello nemmeno se fosse l’ultima cosa che potresti fare su questa terra. Te lo impedirò con ogni fibra del mio essere.”
    “Beh, ma questo temo non basti per salvarvi tutti dalla punizione che vi aspetta. Dovrò lasciare che Felix faccia il suo lavoro. Capite che è giusto così. O gli altri vampiri si sentiranno in dovere di comportarsi come vogliono… e sarebbe il caos.”
    “Aspetta!” Lo raggiunsi. “Non puoi leggere i pensieri di Bella, ma i miei sì. E vedrai che sono già in atto dei programmi per trasformarla dopo il matrimonio.” Gli tesi la mano e lui la afferrò, leggendo ogni singolo pensiero che mi era mai venuto in mente: dall’incontro a scuola al salvataggio dall’auto impazzita, dal tentativo di James di ucciderla alla mia proposta di matrimonio…
    “In effetti, volete trasformarla. E questa è già una buona notizia… per voi. Spero che la cosa avvenga il prima possibile.”
    “Te l’ho detto: ci sposiamo ad agosto, poi la trasformerò io stesso. Cascasse il mondo.”
    “Beh… in questo caso, ci lasceremo come amici – quello che siamo sempre stati. Non sono state infrante delle regole, perciò vi lasceremo condurre in pace le vostre esistenze. Ma ricordate: se Bella non sarà una vampira entro i prossimi sei mesi, non vi daremo un’altra possibilità. Vi uccideremo tutti – nessuno escluso.” Aro lasciò andare la mia mano e si voltò per tornare dai suoi fratelli. “A proposito, dove sono i cari Edward e Alice?”
    Già… dove sono quei due? Come mai Alice non ci ha avvertiti dell’arrivo dei Volturi? “Scusami, Aro… ma come hai saputo di Bella?” Un terribile sospetto cominciò ad affacciarsi nella mia mente. Mi sentivo ribollire dalla rabbia.
    “Non sono cose che ti dovrebbero interessare… comunque, mi è arrivata una lettera.”
    “Posso vederla?”
    Aro era restio, ma alla fine acconsentì. Presi la carta tra le mani e lessi il biglietto.
    VI SCRIVO QUESTA LETTERA PER INFORMARVI CHE I CULLEN INTRATTENGONO RAPPORTI PARTICOLARMENTE INTIMI CON UN’UMANA, LA QUALE É A CONOSCENZA DEL NOSTRO SEGRETO.
    UN VOSTRO UMILE SERVITORE
    Ovviamente la lettera era scritta in stampatello, quindi riconoscere la grafia era alquanto complicato nei pochi secondi che avevo. Ma la lettera conteneva un indizio prezioso: il foglio era intriso del profumo dell’autore… e avrei riconosciuto il suo odore tra quello di miliardi di vampiri. Restituii la lettera ad Aro. “Grazie per avermela mostrata.”
    “”Come puoi vedere, è assolutamente anonima… non capisco cosa speravi di trovarci.” Aro mi scrutava con curiosità.
    “Niente, infatti. Volevo solo sapere cosa ci fosse scritto.” Rimasi calmo, ma appena avessi rivisto quel maledetto folletto, l’avrebbe pagata cara.
    “Credo che Alice ed Edward siano andati a caccia nei pressi di Port Angeles. Torneranno tra qualche ora.” Carlisle rispose alla domanda di Aro. “Se volete aspettarli...”
    “Oh no, preferisco tornarmene a casa mia. Ma salutateli. Soprattutto Alice.” Aro sorrise, poi si voltò nuovamente e raggiunse gli altri Volturi, prima che sparissero tutti nel bosco.
    Lasciai che la rabbia mi invadesse completamente, il respiro era irregolare e le mani mi tremavano. “Io la uccido.”
    “Calmati, Jasper. Ti prego. Possiamo parlarne con calma.” Carlisle mi poggiò una mano sulla spalla, ma la scansai.
    “Con calma? Ti rendi conto in che situazione ci ha messo? Potevamo morire tutti!”
    “Ma non è successo. E Bella è ancora viva.”
    “Ah, quindi questa sarebbe una vittoria? Certo, e lei se ne andrà in giro indisturbata, come se non avesse fatto nulla… come al solito.”
    “Jasper...”
    “No, ora basta! Mi ha scocciato! Ci sta mettendo in pericolo solo per uno stupido capriccio, e nemmeno vuoi fare nulla per fermarla?” Mi resi conto di stare urlando, ma non mi importava.
    “Voglio che capisca i suoi errori… ma non posso permettere che uno di voi si faccia male. Sarebbe una guerra infinita, e lo sai benissimo.”
    “Oh no, sarà una brevissima lotta. Le staccherò la testa e avremo risolto il problema!”
    “E non pensi alle conseguenze di questo gesto? Alle sue reazioni?”
    “Scusate…” Bella si mise tra noi due. “Ma con chi ce l’avete?”
    “Con quell’idiota della mia ex.”
    “Alice?” Bella sembrava scioccata per la rivelazione.
    “Già… Alice. Quella che avrebbe dovuto informarci che i Volturi stavano arrivando. Ma chissà perché ha deciso di sparire insieme a quell’altro imbecille.”
    “Ma perché Alice? Non potrebbe essere stato qualcun altro? Tipo Irina o…?”
    “No… Irina non ti vuole morta. E nessun altro, tranne il clan di Denali sa di te, Bella.”
    “Victoria però mi vorrà uccidere, visto che per colpa mia James è morto.”
    “Non è Victoria. Non compare in zona da quando abbiamo ucciso James. E comunque Victoria vuole ucciderti con le sue mani. Non manderebbe mai i Volturi a fare il lavoro sporco.”
    “Come puoi essere sicuro che sia stata Alice?”
    “Bella… riconosco il suo profumo. E la carta di quella lettera era piena del suo odore, a causa della mano che strofinava sul foglio mentre scriveva. Per te forse gli odori sono tutti uguali, ma noi riconosciamo ogni minima sfumatura, ogni accenno di odore. Fidati, è stata Alice.”
    Nemmeno a farlo apposta, proprio in quell’istante ricomparvero Edward e la sua fedele compagna, mano nella mano, felici come se nulla fosse.
    “Cos’è che avrei fatto?” chiese Alice con aria innocente.
    “Alice, perché non ci hai avvisato che i Volturi stavano arrivando?” La voce di Carlisle era ferma.
    “Davvero? I Volturi? Non li ho visti arrivare. E cosa volevano da noi?”
    Chiusi gli occhi mentre stringevo i pugni per non esploderle in faccia. “Alice, non sei nemmeno brava come attrice. Perché non la fai finita con le stronzate?”
    “Non capisco cosa intendi, Jasper. Sono sinceramente stupita che i Volturi siano venuti da queste parti. Di solito lasciano Volterra così malvolentieri. Soprattutto Aro.”
    “Certo, come no. E di grazia, dove siete spariti voi due? Mentre noi lottavamo per rimanere in vita?”
    “Eravamo in giro per i boschi. Ma se avessi saputo che i Volturi erano qui per farvi del male, sarei tornata. E anche Edward.”
    “Alice, tesoro.” Carlisle le si avvicinò con quel suo fare paterno. “Ti rendi conto che, se i Volturi non avessero creduto al nostro voler trasformare Bella dopo il matrimonio, voi due non avreste avuto più una famiglia da cui tornare?”
    Edward sbuffò. “Oh, avanti. Al massimo avrebbero ucciso Bella e Jasper. Tu avresti sempre potuto dire di non saperne nulla.” Alice gli diede una gomitata sulle costole.
    Bella li guardava a bocca aperta. “Non ci credo. Speravo che Jasper si sbagliasse, ma ancora una volta ti sei dimostrata una vera stronza. Avresti fatto uccidere tuo fratello, il tuo ex fidanzato, tua sorella e i tuoi genitori solo per sbarazzarti di me? Tu sei malata. Dovresti baciare il terreno su cui camminano Esme e Carlisle, visto come ti hanno accolta in questa casa e come cercano sempre di proteggerti da tutto. E tu li ringrazi mandandoli al macello? Solo per un tuo stupido capriccio?”
    “Attenta, Swan! I Volturi si sono fatti convincere dalla tua innocenza, ma non è detto che tu non possa ancora morire oggi.” Alice la guardava con disprezzo.
    “Provaci, forza! Vediamo se riesci ad avvicinarti a lei prima che ti stacchi quella testa del cavolo che ti ritrovi!”
    “Basta così!” Carlisle si mise tra me e lei. “Alice, Edward andate ognuno nella propria stanza. Appena mi libero, faremo i conti!” Lividi in volto, entrambi sparirono oltre la soglia di casa Cullen. “Jasper, mi spiace. Ancora una volta quei due hanno cercato di metterti in difficoltà. Non capisco questa loro rabbia nei confronti di Bella. Comunque i Volturi non saranno un problema per ora, e in seguito daremo loro la prova che Bella è una vampira – così ci lasceranno in pace. Tu pensa solo al matrimonio e a Bella. Del resto ce ne occupiamo noi. Restate al cottage, vi lasceremo tranquilli. Ve lo dobbiamo.”
    “Non voglio restare al cottage! Carlisle, io voglio che la situazione si risolva perché onestamente quei due hanno passato il limite già da parecchio!”
    “Lo so. Ma lascia che me ne occupi io. Tu rilassati, pensa ad altro e soprattutto sta’ con Bella.”
    Sospirai, scaricando la rabbia e la tensione. Poi presi per la mano Bella e ce ne tornammo al cottage a velocità umana.
    “Jasper, non vorrai davvero ucciderli?”
    “Come posso non farlo? Ci stanno rovinando la vita. Io non ce la faccio più a sopportarli. Sono più di cinquant’anni che vivo con loro. Tu sei fortunata, li conosci solo da un anno e mezzo.”
    “Amore, ti prego. Non fare nulla di stupido. Carlisle ed Esme ci resterebbero troppo male.”
    “D’accordo. Ma questa è l’ultima cosa che sopporterò da quei due. Se oseranno pianificare qualunque altra cosa ai tuoi danni, mollo tutto e me ne vado.”
    “E io? Hai intenzione di lasciarmi qui?”
    “Certo che no, Bella. Tu verrai via con me. Non ti lascerei mai in balia di quei due mostri.”
    Mi rivolse un debole sorriso prima di baciarmi. Passammo il resto del pomeriggio al cottage, sul letto, a parlare. Poi, per ora di cena, la riaccompagnai a casa. Rimasi nel bosco finché non la sentii dare la buonanotte ai suoi, poi con un balzo entrai in camera sua e la aspettai per farla addormentare sul mio corpo.

    *****


    Legenda:
    Abc Pensieri
    ABC Ricordi

    Edited by Nike8437 - 11/9/2019, 17:50
     
    Top
    .
  14.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    27,816
    Reputation
    +10,034
    Location
    Foresta Incantata

    Status
    Offline

    Bella-s-POV


    Se la visita dei Volturi era stata pesante, era solo perché ignoravo cosa mi sarebbe accaduto dopo appena un paio di settimane.
    Jasper, Emmett e Rose andarono a caccia nei pressi di Portland, per evitare di avere problemi con i Quileute.
    “Tornerò prima che tu possa rendertene conto, amore mio.” Era il primo venerdì di marzo. Eravamo in camera mia, sdraiati sul mio letto. E Jasper stava per partire per l’intero weekend.
    “Sì, ma starai via fino a domenica. Quindi saremo separati per due interi giorni.”
    “Lo so… ma è necessario. Qui la popolazione animale è limitata, e non possiamo continuare a cacciare sul territorio ancora a lungo, o presto non avremo nulla da ‘mangiare’.”
    “E poi ci sono i Quileute che vi osservano costantemente.”
    “Anche… ma loro non sono davvero un problema. Sono solo leggermente fastidiosi.”
    “Li odio da morire. Ma come si permettono di vietarci di vivere la nostra vita in pace?”
    “Bella… tu hai scelto di rinunciare alla tua vita mortale. E per loro questo è un sacrilegio. Noi siamo degli abomini ai loro occhi. E tu vuoi diventare come noi, e glielo hai detto chiaro in faccia.”
    “Uff… vorrei tanto che potesse esistere una soluzione chiara per questa situazione.”
    “La troveremo, sta’ tranquilla.”
    “A proposito, ma Edward e Alice? Sono giorni che non si vedono.”
    “Carlisle li ha mandati in Alaska, da Tanya. Staranno lì fin dopo il matrimonio, a meno che non accada qualcosa per cui la loro presenza è indispensabile.”
    “Li ha puniti mandandoli via? Non pensavo che lo avrebbe mai fatto.”
    “Non voleva farlo… ma ha capito che non c’erano altre soluzioni per tenerti al sicuro dai loro piani malvagi. Quando partiremo per la luna di miele, potranno tornare a casa.”
    “Quindi avremo due invitati in meno al matrimonio...”
    “Beh… direi di sì.”
    “Ok… credo.”
    All’improvviso vidi il faccione di Emmett comparire dalla finestra, e mi venne quasi un infarto. “Jasper, che diavolo stai facendo? E’ tardi!”
    “Emmett, arrivo. Rilassati. Anche se partiamo tra cinque minuti, arriveremo comunque di notte. Che fretta hai?”
    “Voglio trovare il grizzly più grosso. Ma se non ci spicciamo potrebbe prenderlo qualcun altro.”
    “E chi, esattamente? Ci siamo solo noi, in zona.”
    “Oh… giusto!”
    Sorrisi mentre pensavo a quanto fosse ingenuo e bizzarro il mio nuovo fratellone. Poi sospirai. “Devi andare.”
    “Tornerò domenica pomeriggio. Tieniti libera per me, ti prego.” Mi baciò a lungo, e quando riaprii gli occhi era già sparito. Mi alzai dal letto, chiusi la finestra e me ne tornai al calduccio sotto le coperte, con un bel libro tra le mani.
    Al risveglio, feci colazione con la mamma e poi rimasi sola, in casa. Mamma aveva un appuntamento con alcune colleghe e papà doveva lavorare. Andare dai Cullen non era un’opzione, anche se a Esme avrebbe fatto piacere. Ma mi sarei annoiata, mentre lei aveva un milione di cose da fare in giro per casa e non avrebbe potuto dedicarmi l’intera giornata. Carlisle era di turno in ospedale. Angela usciva con Ben per fare shopping a Port Angeles. Mike portava Jessica in campeggio. Non avevo nulla da fare. Per la prima volta da quando ero tornata a Forks mi sentivo totalmente inutile. Sparecchiai la tavola, lavai i piatti e poi andai in camera mia per rimettere un po’ d’ordine. Caricai una lavatrice e impostai il programma. Dopodiché sfogliai alcune riviste che mi aveva lasciato Rose, per trovare l’abito dei miei sogni. Avevo trovato alcuni modelli che mi sarebbe piaciuto provare, e lei aveva segnato tutti i negozi che li esponevano per poterci passare la settimana successiva, così avremmo davvero iniziato ad entrare nel vivo del matrimonio. Gli inviti erano già stati ordinati – Rose aveva trovato una splendida carta pergamenata color avorio su cui il tipografo avrebbe utilizzato un corsivo molto elegante. Le bomboniere erano il prossimo ostacolo. Non avevo alcuna idea di cosa scegliere. Per il resto, invece, era tutto sistemato: ci saremmo sposati nel giardino dietro casa dei Cullen, al tramonto. Per il ricevimento, Esme e Renée avevano già abbozzato alcune idee di menù e non avevano bisogno di alcun aiuto. Rose si stava occupando della cerimonia e della location, nonché del mio addio al nubilato. Praticamente ero inutile anche per l’organizzazione del mio stesso matrimonio. Lo svantaggio di avere una famiglia di vampiri ad aiutarti. Appena la lavatrice finì il programma di lavaggio, tirai fuori gli abiti e li infilai nell’asciugatrice. Poi mi feci una doccia. Quando fui di nuovo vestita e pettinata erano solo le undici. Mamma non sarebbe rientrata prima di altre due ore, mentre papà sarebbe rimasto in ufficio fino a sera. Non avevo altro da fare, e mi stavo annoiando tantissimo. Così, mi venne un’idea un po’ folle. Chiamai mia madre al cellulare per dirle che non sarei stata a casa, per pranzo. Poi mi infilai le scarpe da trekking e con lo zainetto in spalla decisi di affrontare i boschi intorno a Forks. Almeno avrei passato qualche ora in movimento. Camminai tantissimo, tra radici che sporgevano da tutte le parti – rischiando di farmi cadere – e rovi pieni di spine che mi graffiavano braccia e gambe. Ma non importava. Non avevo alcuna meta fissa, perciò seguivo solo i miei piedi. Dopo circa un paio di ore, notai una bellissima radura, uno spiazzo assolutamente simmetrico al centro del bosco. Sembrava essere perfettamente circolare, senza alcun albero al suo interno… quasi come se qualcuno lo avesse creato apposta. Da sinistra, si sentiva dell’acqua scorrere, forse un ruscello. Era coperta di erba alta, ma era una splendida visione. Il sole accarezzava i fili d’erba, rendendoli luminosi e sgargianti. Era un posto assolutamente magico, così rilassante e silenzioso. Lentamente entrai nella radura per godermi il sole, che non era ancora caldo ma era piacevole sulla pelle. Mi sedetti a terra, godendomi la brezza fresca sul viso. Sembrava il paradiso, avrei dovuto parlarne a Jasper… Poteva diventare il nostro secondo posto preferito. Dopo il cottage, chiaramente.
    Provavo una sensazione di pace, e mi ero rilassata così tanto che all’inizio non notai affatto la figura che si stagliava sul limitare del bosco, dalla parte opposta a dove mi trovavo. Quando però si mosse leggermente, catturò il mio sguardo. Era immobile, e pallido. Istintivamente mi alzai in piedi, rimettendo lo zaino sulle spalle, mentre continuavo a fissarlo per capire chi fosse.
    “Laurent?” Lo riconobbi all’improvviso. Non perché lo avessi mai visto, ma Jasper ne aveva parlato parecchio. E anche Emmett.
    “Come sai il mio nome?” Mi guardò sorpreso. Certo, non ci siamo mai presentati prima.
    “Sono Bella… Swan. James...”
    “Certo, l’umana. James aveva detto che avevi un buon profumo, e aveva ragione.”
    “Non dovresti essere in Alaska con Irina e gli altri?” Indietreggiai di un passo, facendo movimenti lenti e misurati.
    Lui venne verso di me, fermandosi a circa dieci metri. Mi scrutava con curiosità. “Sì, sono stato in Alaska… Ma volevo passare a trovare i Cullen. Non ci sono?”
    Stavo iniziando a farmi prendere dal panico, non sapevo nemmeno io bene perché. “C’è Esme a casa… e Carlisle.”
    “Ah, capisco. E gli altri?”
    “Beh...” Mi tremavano le mani. “Edward e Alice...”
    “Sì, li ho visti da Tanya. Parlavo degli altri due maschi e della femmina bionda.”
    “Sono… a caccia. Nei dintorni.” Laurent si avvicinò ancora di qualche passo. Guardai i suoi occhi rossi. Oh mio Dio! Non è riuscito ad adattarsi alla dieta vegetariana. E Jasper non è qui. “Come… come va in Alaska?”
    “Direi bene. Mi piace molto Irina… e anche le sue sorelle. Sto cominciando ad apprezzare i vantaggi del vivere in uno stesso posto per molto tempo. Ma le restrizioni… quelle sono difficili da sopportare. Ogni tanto ho bisogno di… barare.”
    Avevo il cervello bloccato per la paura. Feci un altro passo indietro. “Hai più sentito Victoria?”
    “Sì… É strano che tu mi chieda di lei.”
    “Perché?”
    “Se proprio vuoi saperlo, sono venuto per farle un favore.” Fece una smorfia. “Ma non sarà affatto contenta.”
    “Di cosa?”
    “Che sia io ad ucciderti...” Feci un altro passo indietro. “Ti odia proprio, sai?”
    “Immagino...”
    “Voleva che venissi a controllare te. Vuole sapere se sei sola o… ancora con i Cullen. Non credevo che ti avrebbero lasciata sola.”
    “Non mi hanno lasciata sola!” Mi stavo innervosendo. “Sono solo andati a caccia. E Carlisle ed Esme sono qui!”
    “Come vuoi, tesorino.” Si avvicinò ancora. “Comunque, dovresti essere felice che ci sia io qui… e non Victoria. Lei ha in mente di farti soffrire, parecchio. Ma io farò in fretta, vedrai. Non te ne accorgerai nemmeno. E a lei racconterò di averti torturata per ore, prima di ucciderti. Così avrà l’anima in pace.”
    “Voi non avete un’anima. Siete solo dei mostri!”
    “Ipocrita da parte tua considerare mostri noi, ma frequentare i Cullen.”
    “Non sono ipocrita. Loro non uccidono persone innocenti!”
    “Mmmmmh… forse hai ragione. Ma ho sete, Bella. E tu sei l’unico bocconcino soddisfacente qui intorno.” Mi rivolse un ghigno spaventoso. “Chiudi gli occhi, e non te ne accorgerai nemmeno.”
    Avrei voluto gridare il suo nome, ma non mi avrebbe sentita da Portland. Però, forse… “Carlisle! Esme! Aiuto!” Urlai a pieni polmoni, sperando che uno dei due mi sentisse.
    Laurent mi sorrise, come se fossi una pazza a cercare aiuto in un posto così isolato. Poi si mise in posizione, pronto per attaccarmi. All’improvviso Laurent spostò il suo sguardo verso il bosco alla mia destra. Mi voltai anche io e vidi un’enorme sagoma nera, silenziosa, che puntava verso di lui. Era alta come un cavallo, ma molto più larga e muscolosa. Era un lupo gigantesco. Guardai Laurent, che indietreggiava in preda al terrore. Qualche istante dopo, accanto al lupo nero ne comparvero altri quattro. Riconobbi immediatamente l’ultimo lupo, quello più vicino a me, con il pelo rossiccio. Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che lo avevo visto.
    “Jake...” sussurrai. Il lupo si voltò verso di me per un istante. Poi tornò a guardare Laurent, che ormai stava addentrandosi sempre più nel bosco.
    “Bella!” La voce di Carlisle mi arrivò alle orecchie come un balsamo sulle ferite. Di colpo mi sentii tranquilla. C’erano due vampiri e cinque lupi, pronti a proteggermi da Laurent. Ero al sicuro.
    Laurent si voltò e corse via, ma i lupi lo inseguirono senza nemmeno pensare a noi.
    “Vieni, tesoro. Ti riportiamo a casa.” Esme mi prese per mano, con delicatezza. Non sembravano avere fretta di sparire da lì, e capivo il perché: i lupi si sarebbero occupati di Laurent, uccidendolo. Noi non eravamo una minaccia per loro. E lui non lo sarebbe più stata per me.
    “Come mai eri nel bosco, Bella?” La domanda di Carlisle era solo una semplice curiosità. Non c’era un filo di rabbia o paura. Jasper mi avrebbe urlato contro, per sfogare la tensione.
    “Volevo fare una passeggiata. A casa mi annoiavo, da sola. E non volevo disturbarvi.”
    “Il tempo è splendido, per fare una passeggiata nei boschi.” Esme mi accarezzava i capelli mentre camminavamo. Forse pensava di tranquillizzarmi. Ma avevo ormai smesso di aver paura da quando avevo visto apparire Jake.
    “Già...” Scossi la testa. “Mi ero perfino scordata che i Quileute erano in giro, per controllarci.”
    “In effetti, hanno invaso il nostro territorio per salvarti. Immagino che non ci abbiano nemmeno pensato su.”
    Eravamo a due infrazioni del patto da parte dei Quileute e una sola da parte dei Cullen. Forse, se mi giocavo bene le mie carte… “Grazie per essere arrivati, quando vi ho chiamati.”
    “Non pensarci nemmeno, Bella. Sei nostra figlia, ora. Se sei in pericolo, noi arriviamo subito.”
    Dopo parecchio tempo, finalmente Carlisle ed Esme mi lasciarono a casa, al sicuro. Mamma non era ancora rientrata. Ma non importava. Dovevo fare una cosa, prima. Presi le chiavi del pickup e montai su. In poco tempo, raggiunsi casa di Billy Black. Scesi dall’auto e bussai alla porta. Non volevo parlare con Jake, ma non sapevo come raggiungere Sam. E Jake poteva portarmici.
    “Bella, che ci fai qui?” Il tono di Billy era scocciato. Era costretto su una sedia a rotelle, per un incidente.
    “Devo chiedere a Jake una cosa,” risposi senza scompormi. I cambiamenti umorali di Billy non erano peggio di quelli di suo figlio, per cui potevo gestirli e rispondere a tono.
    “Jake non è qui.”
    “Scusa, ma non ti credo.” Girai intorno alla carrozzina ed entrai in casa, per cercare nella sua camera da letto. Ma era vuota.
    “Te l’avevo detto...”
    “Già…” Forse non è ancora tornato dalla caccia a Laurent. “Lo aspetterò qui fuori allora.” Uscii di casa per tornare sul pickup.
    “Sai che non sei la benvenuta, qui? E nemmeno tuo padre, a causa tua.”
    Mi voltai a guardarlo. “Grazie per l’informazione non richiesta. Ma credo che se papà sapesse che il figlio del suo migliore amico è un licantropo, mi terrebbe lui alla larga da tutti voi.” Incrociai le braccia al petto, guardandolo con astio.
    “E se sapesse che vuoi sposare un vampiro, cosa direbbe?”
    “Non lo so… e non mi interessa. Tanto più che non ho intenzione di dirglielo. Non voglio che rischi la vita per qualcosa che tanto non capirebbe nemmeno.”
    “Ma vuoi mettere a rischio la tua, di vita. E non pensi che così facendo, loro soffriranno tremendamente?”
    “Solo se vi mettete in mezzo. Se ci lasciaste stare in pace, loro non soffrirebbero. E non perderebbero una figlia.”
    “Il patto è stato stabilito decenni fa. Non si può cambiare.”
    “Tu non lo puoi cambiare, Billy. Ma il nuovo capobranco può farlo. La nuova generazione può essere più aperta ai cambiamenti. Perché vi fossilizzate su cose ormai passate?”
    “Le regole sono regole. Se si infrangono, si deve pagare. É così e basta.”
    Scossi la testa. “Con te non si può mai ragionare. Non so come faccia papà a sopportarti da tanti anni.”
    “Bella!” Jake comparve alle nostre spalle.
    “Jacob, cercavo proprio te. Devo vedere Sam.”
    “Non vuole parlarti. E nemmeno io.”
    “Chi se ne importa, Jake. Non ho tempo per questi giochi da asilo. O mi dici dov’è o me lo cerco da sola.”
    “Auguri, allora. Ne avrai bisogno.” Jake entrò in casa, Billy lo seguì e chiuse la porta alle sue spalle.
    Rimasi a fissare la porta chiusa a bocca aperta. E’ proprio un bambino. Stupido e viziato. E va bene, me lo troverò da sola Sam. Rimontai sul pickup e raggiunsi casa Clearwater. Mi aprì Sue, la mamma di Seth e Leah.
    “Bella, come mai da queste parti?”
    “Sue… so che Seth è in punizione, ma… potrei chiedergli una cosa veloce?”
    Sue mi guardò per qualche istante, poi mi fece cenno di entrare e richiuse la porta alle nostre spalle. “E’ in camera sua, sai dov’è.”
    “Grazie,” le risposi sorridendo, prima di salire di corsa le scale ed entrare nella stanza del mio migliore amico.
    “Bella!”
    “Ciao, Seth.” Mi si buttò al collo, e per poco non caddi a terra. Era pesantissimo, nonostante avesse solo quattordici anni.
    “Mi sei mancata tantissimo.”
    “Anche tu.” Mi lasciò andare. “Seth, non ho molto tempo. Devo vedere Sam. Sai dove posso trovarlo?”
    “Perché?”
    “Forse so come convincerlo a farmi trasformare da Jasper senza scatenare una guerra.”
    “Davvero?” Seth sembrava più entusiasta di me. “Sam lo trovi a casa di Emily, mia cugina.”
    “Grazie Seth. Tornerò a trovarti, lo giuro. E se riesco, includerò anche la tua libertà nel patto che voglio stabilire con Sam.”
    Seth mi abbracciò, poi lasciai casa sua e mi diressi verso una parte della riserva in cui non ero mai stata. Trovare Sam non fu difficile. Era in spiaggia, con quella che presumevo essere Emily – la cugina di Seth e Leah.
    “Sam, devo parlarti.”
    “Va’ via, Swan. Qui non ti vogliamo.”
    “Invece mi ascolterai, brutto ammasso di pelo e pulci!” Ogni volta che lo guardavo in faccia, mi veniva voglia di strangolarlo. Era odioso quasi quanto Edward, ed entrambi tiravano fuori il mio lato peggiore.
    “Come mi hai chiamato?” Sam si alzò e mi venne incontro.
    “Ammasso di pelo e pulci. Perché? Lo sei. Ti ho visto prima, nella radura. Scommetto che tu eri quello nero, davanti al gruppo.”
    “Che vuoi, Swan?”
    “Rinegoziare il patto che avete con i Cullen.”
    “Mai, scordatelo! Non abbiamo alcun motivo per cambiare i termini del patto.”
    “Invece hai un motivo bello grosso.” Sorrisi. “Avete o non avete invaso il territorio dei Cullen, per salvarmi dal vampiro?”
    Sam rimase in silenzio per qualche istante. “Se i Cullen hanno qualche rimostranza, possono sempre attaccarci. Noi saremo qui, ad attenderli.”
    “Certo… e quanti di voi si faranno male? Vuoi rischiare la vita di Jake, Seth o degli altri? Solo per non voler parlare con me?”
    Sam sospirò. “Cosa vuoi?”
    “Lascia che Jasper mi trasformi. Solo questo.” Poi mi ricordai la promessa. “Ah, e lascia libero Seth. Non ne può più di stare in punizione.”
    “Lasciare che un Cullen ti trasformi? Tu sei pazza.”
    “Ok, allora dirò ad Emmett che avete invaso il loro territorio. E convincerò gli altri che una guerra è l’unica soluzione al nostro problema.”
    “Sai che avrete feriti anche dalla vostra parte?”
    “ É un rischio che sono pronta a correre. E tu?”
    Sam rimase a guardarmi con sguardo calcolatore per un tempo lunghissimo. “Se ve lo lascio fare, come saprò che poi a un Cullen qualsiasi non verrà in mente di farlo ancora?”
    “Fidati. Né Carlisle né Emmett vorranno cambiare compagna. E di Edward e Alice non devi preoccuparti, non sono interessati ad avere umani in giro per casa.”
    “Ok. Tu potrai essere trasformata in un vampiro. Ma attenta, Swan: se farai del male ad un umano qualsiasi, ti verremo ad uccidere. E uccideremo chiunque si metta in mezzo.”
    “Grazie, Sam. Prometto che non farò mai del male a nessuno.” Gli sorrisi mentre ci stringevamo la mano. Mi voltai per andarmene, ma ci ripensai. “E Seth?”
    “Ah già… e va bene, lo lascerò libero. Contenta?”
    “Ora sì. Grazie.”
    “Sparisci da qui, prima che cambi idea. E non tornare, per favore!”
    “Ci proverò!” Mi voltai e iniziai a correre verso il pickup. Finalmente potevo riavere Seth e il mio sogno finalmente poteva realizzarsi. Avrei potuto stare con Jasper per l’eternità, e nessuno ci avrebbe potuti separare. L’unica pecca era Jake, che restava sulle sue stupide convinzioni. Ma per ora mi bastava quello che avevo ottenuto. Rientrai a casa felice come non mi sentivo da mesi. Aiutai mamma a preparare la cena, mangiammo chiacchierando felici e, dopo aver sparecchiato, mi misi a letto. Non vedevo l’ora che Jasper tornasse, per dargli la bella notizia.

    *****


    Legenda:
    Abc Pensieri
    ABC Ricordi

    Edited by Nike8437 - 11/9/2019, 17:51
     
    Top
    .
  15.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    27,816
    Reputation
    +10,034
    Location
    Foresta Incantata

    Status
    Offline

    Jasper-s-POV


    Quel sabato pomeriggio, mentre con Rose ed Emmett ce ne stavamo nel bosco intorno a Portland per evitare i raggi del sole, ricevetti una telefonata da Carlisle.
    “Carlisle, che succede? Cosa? Laurent? E voi…? Grazie a Dio. Ma sta bene? Meno male. Ok, sì. Tranquillo. Rientriamo domani, come stabilito. Sapete se c’è anche Victoria in zona? Ok, allora a domani. E grazie.”
    “Jazz? Tutto ok?” Rose aveva uno sguardo interrogativo.
    “Laurent è andato a Forks per cacciare qualche umano. Ovviamente il regime di Tanya e Kate non era sufficiente per lui.” Sospirai. “Per chissà quale motivo, a Bella è venuta voglia di fare una passeggiata nel bosco e Laurent l’ha vista. Voleva attaccarla, ma sono arrivati i Quileute a salvarla. Nel frattempo Carlisle ed Esme l’hanno sentita chiedere aiuto e si sono precipitati a soccorrerla. Ora sta bene,” aggiunsi sorridendo a Rose, che aveva uno sguardo preoccupato.
    “Stupido Laurent. Cosa pensava di fare?”
    “Rose, a parte noi, nessun altro sa dei Quileute.”
    “Già… ma Laurent sapeva che noi eravamo lì. Che pensava, che avessimo lasciato Bella indifesa?”
    “Forse… comunque ora lui è stato distrutto dai lupi. E Bella è a casa sua, al sicuro. Victoria non si è vista, quindi siamo tranquilli.”
    “Jasper, se vuoi tornare a casa...” Emmett mi guardava combattuto. Da un lato, era terrorizzato per l’incolumità di Bella e voleva vederla sana e salva. Dall’altro, non aveva ancora trovato un grizzly che potesse combattere ad armi pari, perciò voleva restare.
    “Tranquillo, Emmett. Carlisle ed Esme sono più che sufficienti per tenere d’occhio Bella stanotte e domattina. Continueremo la caccia al tuo grizzly.”
    Quella notte, finalmente potemmo ammirare uno scontro titanico tra Emmett ed un grizzly gigantesco. Sembrava quasi di guardare due lottatori di sumo attaccarsi e buttarsi giù di continuo. Ma almeno Emmett era contento.
    “Jazz… sicuro che non vuoi rientrare prima?”
    “Tranquilla, Rose. Abbiamo trovato ciò che volevamo. Appena Emmett finirà la sua lotta, vedrai che sarà tanto impaziente quanto me di tornare a Forks. Prima che sorga l’alba, sarò al suo fianco.”
    “Sai, Jazz? Se tu e Alice foste arrivati prima che incontrassi il mio scimmione,” Rose rivolse uno sguardo amorevole verso Emmett, “forse dopo Alice avresti trovato me al tuo fianco. Sei una persona davvero speciale, che ama con tutto se stesso. Ed è una cosa davvero rara da trovare. Soprattutto tra la nostra razza.”
    “Grazie, Rose. Sei molto carina a dire queste cose. Ma preferisco averti come sorella e confidente. Abbiamo un rapporto troppo bello e speciale, e non mi piacerebbe se si rovinasse fino a diventare odio. Come è successo con Alice.”
    “Tranquillo, Emmett mi basta. E’ un po’ troppo infantile a volte, ma lo adoro proprio per questo.”
    “Lo so. Non avresti potuto essere così felice con me. Siamo troppo simili. Ma con Emmett, formate la coppia perfetta… dopo Carlisle ed Esme.”
    “E poi venite tu e Bella. Siete perfetti anche voi. E sono lieta che mi abbiate permesso di scegliere quasi tutto ciò che è necessario per il vostro matrimonio.”
    “Figurati. E poi con Bella sempre depressa per la perdita dei suoi amici, mi serviva una figura femminile che portasse avanti il progetto.”
    “Spero che le passi presto. Odio vederla così triste. Ucciderei tutti quei maledetti cani per averla fatta soffrire così tanto.”
    “Rose, se li uccidi Bella sarà ancora più triste.”
    “Già… Oh beh, mi accontenterò di odiarli da lontano.”
    “Meglio.”
    Tornammo a guardare il combattimento. Emmett era ancora in forma smagliante, ma il grizzly dava segni di cedimento. Nel giro di cinque minuti, Emmett lo atterrò e lo dissanguò.
    “Torniamo a casa?” chiese avvicinandosi, felice come un bambino il giorno di Natale.
    Io e Rose ci scambiammo uno sguardo e un sorriso. Poi ripartimmo veloci come la luce. Forks era solo a 400 chilometri circa da Portland. In poche ore saremmo arrivati a casa. E avrei stretto Bella tra le mie braccia, riappropriandomi del suo magnifico odore.
    Ed esattamente come avevo previsto, prima dell’alba arrivammo sotto casa di Bella. Rose ed Emmett proseguirono per casa Cullen. Io con un singolo balzo fui alla finestra della sua camera, che ovviamente era chiusa. Non mi aspettava fino al pomeriggio, ma le avrei fatto una bella sorpresa. Sganciai la finestra, aprendola con cautela per non svegliarla. Una volta dentro, richiusi la finestra e mi accomodai sulla sedia a dondolo per guardarla mentre continuava a dormire. Sembrava serena, rilassata… quasi come se nel pomeriggio precedente non avesse rischiato di morire. Avrei tanto voluto sapere cosa le passasse per la testa. Magari in quel momento stava sognando me. Rimasi a contemplarla così, da lontano, per circa due ore. Verso le otto iniziò a muoversi, segno che stava per svegliarsi. Mi avvicinai al suo letto.
    “Buongiorno,” sussurrai al suo orecchio.
    Bella sobbalzò, poi mi guardò negli occhi e il suo viso si aprì in un sorriso fatto di stupore e gioia pura. “Sei tornato!” Mi buttò le braccia al collo, baciandomi.
    “Mi mancavi troppo. E poi Emmett ha trovato quello che voleva, quindi non aveva senso restare lì ancora mezza giornata.”
    “Amore… devo darti una notizia fantastica!”
    “Davvero? Pensavo volessi raccontarmi di Laurent.”
    “Ti ha chiamato Carlisle?” Bella mise il broncio.
    “Lo ha fatto per il nostro bene, Bella. Se fossi tornato nel pomeriggio e mi avessi detto che eri stata attaccata, mi sarei infuriato per non averlo saputo prima.”
    Sospirò. “Ok. Comunque, Laurent c’entra con la novità che devo assolutamente raccontarti.”
    “Comincia dal principio, da quando ti è venuta voglia di scarpinare nel bosco.”
    Mi sedetti sul suo letto e lasciai che si accoccolasse accanto a me. Mi raccontò di quanto si fosse annoiata, da sola a casa, e di come abbia pensato che sarebbe stato bello poter girovagare per i boschi, come faceva da bambina con suo padre. Poi mi parlò della radura che aveva trovato, definendola “stupenda” e “perfetta per noi due”. Quando mi raccontò di Laurent provai sensazioni contrastanti: rabbia per averla lasciata sola a difendersi da un maledetto vampiro; sollievo perché se l’era cavata alla grande; orgoglio per come era riuscita a far parlare Laurent dei suoi piani, permettendo così ai Quileute di sorprenderlo.
    “Quando Carlisle mi ha detto che i Quileute avevano invaso il vostro territorio, per salvarmi, mi è venuta una pazza idea. Potevo convincere Sam a darmi ciò che volevo, per evitare un attacco da parte vostra. Così mi sono precipitata a casa di Jake per sapere dove potevo trovare Sam. Ho litigato anche con Billy, mentre ero lì. Ma non importa adesso. Comunque, Jake non ha voluto aiutarmi. Così sono andata da Seth, che mi ha indirizzato verso il mio obbiettivo. E poi Sam… all’inizio non voleva nemmeno parlarmi, ma l’ho convinto a lasciare che mi trasformi. Gli ho detto che se non lo faceva, avrei convinto tutti voi che dovevate attaccarli per aver invaso il vostro territorio. Lui ha obbiettato che ci sarebbero stati feriti da entrambe le parti. E io gli ho risposto che avrei corso volentieri il rischio. E poi ha accettato! Possiamo stare insieme per tutta l’eternità.”
    “Bella, non so cosa dire.” Le accarezzai una guancia. “Sei stata straordinaria. Ma avresti davvero rischiato di perdere qualcuno di noi pur di ottenere questa concessione?”
    Bella mi guardò come se fossi impazzito. “No! Non vi avrei mai permesso di attaccarli. Non sono mica così stupida! Mi bastava che Sam lo pensasse. E ora siamo tranquilli. I Volturi avranno la loro prova e i Quileute non possono attaccarci.”
    “Amore mio, sei stata straordinaria. Hai trovato la soluzione che noi non riuscivamo a trovare.”
    “E ho anche liberato Seth dalla sua punizione. Così può di nuovo uscire di casa.”
    “Due piccioni con una fava. Sei fantastica.” La baciai a lungo.
    “Mi dispiace per Irina. Laurent ha tradito la sua fiducia. Ed ora lei sarà sola.”
    “Le passerà. Ha Tanya e Kate al suo fianco. E anche Carmen ed Eleazar la aiuteranno.”
    “Spero che non mi odierà. In fondo, è a causa mia se i lupi lo hanno ucciso.”
    “Tranquilla, amore. Si sistemerà tutto. L’importante è che ora ti rilassi e pensi agli esami. Al resto dei preparativi per il matrimonio ci pensiamo noi.”
    “Il vestito però devo sceglierlo io.”
    “Mmmmh… Non è detto. Rose potrebbe sceglierlo per te. Ha buon gusto.”
    “No, grazie. Lo scelgo io!”
    “Non ti fidi di mia sorella?” Le sorrisi.
    “Sì, certo. Ma è l’unica cosa che mi avete lasciato da fare. E voglio scegliere un abito che mi farà venire voglia di indossarlo di continuo. Un abito che ti farà emozionare. Un abito che sia perfetto per me.”
    “Troverai quello che cerchi. E comunque, tu mi faresti emozionare anche se fossi coperta solo da uno straccio.”
    Lasciai Bella da sola per tutta la mattina. Voleva passare del tempo con i suoi genitori, ed io tornai al cottage dove Rose ed Emmett mi fecero compagnia mentre Esme e Carlisle andarono a caccia. Dopo pranzo chiesi a Bella di accompagnarmi alla radura dove era stata quasi uccisa da Laurent. Lei acconsentì e ci ritrovammo nel bosco, lei sulle mie spalle. Aveva proprio ragione Bella. Era una radura stupenda, e in estate con i fiori e gli alberi rigogliosi sarebbe stata davvero incantevole. La lasciai scivolare a terra, poi restammo lì, sdraiati sull’erba a guardare il cielo che man mano si scuriva. E intanto pensavo a quando avrei avuto Bella tutta per me, giorno e notte, senza doverla lasciare per pranzo o cena. Mancavano ancora cinque mesi al matrimonio. Poi avremmo potuto goderci l’eternità… insieme.

    *****


    Legenda:
    Abc Pensieri
    ABC Ricordi

    Edited by Nike8437 - 11/9/2019, 17:52
     
    Top
    .
78 replies since 14/11/2017, 18:36   441 views
  Share  
.
Top