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ah bhè..a far figli cosi direi che potrebbe farne anche + di 4 tanto che peso ha .....che mamma pero'!!!!
per i nomi mi piace l'idea che i figli abbiamo tutti la stessa inizialòe piace anche a me..e se mai dovessi farli i miei avrebbe di iniziale la A
7 giorni speriamo passino in fretta....me curiosissimaaaaaaa. -
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no, invece io non chiamerei mai i miei figli con la stessa iniziale (a meno che i nomi non mi piacciano talmente tanto che non riesco a pensare ad altre alternative)...comunque, una volta le signore aristocratiche non si occupavano molto dei bambini che davano alla luce, c'erano le balie e le istitutrici apposta...e io ho voluto ricreare una situazione classica in un contesto moderno... . -
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si ma non credere famiglie cosi esistono ancora.... . -
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ah lo so... . -
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La scorsa settimana ci siamo lasciati con la partenza mia e di Sheila per la scuola privata.
Durante la nostra assenza da casa, la vita dei miei non è cambiata di una virgola. Papà andava a lavoro tutte le mattine e tornava direttamente la sera alle 19.00. Mamma si esercitava col piano dalle 12.00 (dopo pranzo/colazione...visto che più o meno si alzava alle 11.00 tutte le mattine) fino alle 18.00, ora in cui chiamava le sue predilette (alias Shanty e Sharon) per assicurarsi che tutto procedesse come voleva. Vanessa si alzava all'alba per sistemare casa, in attesa che arrivasse la cameriera a pulire più a fondo; poi faceva il bucato e lo stirava una volta asciutto; preparava la colazione/pranzo alla mamma, lavava i piatti e sistemava la cucina; puliva i bagni (cosa che la cameriera non faceva mai...chissà perché) e poi iniziava a preparare per la cena; verso le 19.00 poi chiamava me e Sheila per assicurarsi che stavamo bene, che non ci mancasse nulla e che fossimo felici.
Beh, essere felici in quella scuola era impossibile, ma per non darle un dispiacere fingevamo sempre che fosse vero. L'ora della telefonata di Vanessa era quella più bella della giornata per noi, che ci sentivamo intrappolate in un mondo a cui non appartenevamo.
Insomma, l'infanzia non è stata molto felice per noi. Però sopravvivevamo. E intanto che i mesi passavano una certezza si faceva strada dentro di me: non avrei passato l'adolescenza lì dentro, nonostante mia madre.
E ovviamente, una volta compiuti i 14 anni, io e mia sorella siamo fuggite da quella banda di pazzi e siamo tornate a casa.
Ecco Sheila
e me a 14 anni, appena tornate a casa. Ovviamente mamma non ne è stata felice all'inizio, ma siccome nonostante le minacce noi non abbiamo ceduto di un millimetro su questa cosa, si è rassegnata ad averci in casa. Ma si rifiutava categoricamente di parlarci. A noi, ovviamente, stava benissimo.
Vanessa invece era al settimo cielo. Le eravamo mancate tanto e almeno ora aveva la possibilità davvero di fare il suo lavoro da istitutrice: ci insegnò a suonare il pianoforte, la chitarra e il basso.
Il liceo pubblico non era male: ognuno andava vestito come più gli piaceva, senza alcun problema; c'era qualche ragazzo idiota e qualche ragazza snob, ma niente di ingestibile (vista nostra madre, noi eravamo pronte a tutto oramai); e soprattutto era divertente seguire le lezioni e poi andare fuori in giardino a fare ginnastica.
Il pomeriggio facevamo i compiti sempre insieme, mentre Vanessa ci preparava la cioccolata calda con i biscotti per fare merenda. Era veramente una pacchia, così. Dovevamo solo sopportare di tanto in tanto la mamma che sbuffava passandoci accanto. Niente di più facile.
Un'altra cosa bella del liceo pubblico era il ballo di fine anno.
Non solo fui eletta reginetta del ballo (eh eh eh)
ma grazie al ballo ho trovato un ragazzo carino. Non corrispondeva affatto agli standard di mia madre (ossia: ricco, di buona famiglia, con una buona posizione lavorativa assicurata dal padre), ma chi se ne importa!
Nel frattempo, Sheila aveva deciso cosa fare della sua vita: imparare a suonare 4 strumenti (piano, chitarra, basso e batteria). Io invece ho deciso solo una volta diventata adulta...
Tra un ballo e i compiti, intanto si avvicinò il giorno del compleanno di mio padre.
Qualche giorno dopo poi quello di mamma.
Il mese successivo altri due compleanni (con successivo ritorno dalla scuola privata):
Shanty
e Sharon.
Cosa pensate che abbiano fatto le mie sorelle una volta tornate a casa? Nulla. Non si sono messe a cercare lavoro ("Le donne bene educate non hanno bisogno di lavorare. Basta che trovano un marito ricco con una buona posizione nella società e saranno felici per tutta la vita" cit. mia mamma), non hanno nemmeno disfatto le valegie (tanto c'era Vanessa!)...si sono sedute sul divano a chiacchierare con mamma di stupidaggini.
Purtroppo un triste evento stava per abbattersi su di noi. E con esso, anche una rottura definitiva.
Una settimana dopo il ritorno di Shanty e Sharon, Vanessa purtroppo ha avuto un collasso e non è riuscita a sopravvivere. Sheila ed io eravamo distrutte: avevamo perso l'unica persona che si curava di noi come una nonna amorevole. Sheila si chiuse in se stessa per diversi giorni, e qualunque cosa le faceva salire le lacrime agli occhi. Io cercavo di essere più forte di lei, ma dentro mi sentivo malissimo.
La sera, dopo il funerale, feci per scendere giù e mettere via le cose di Vanessa che avrei voluto tenere per ricordo.
Questo è ciò che mi sono trovata davanti una volta arrivata in fondo alle scale: una sala hobby al posto della nostra vecchia nursery e della camera di Vanessa, ed una lavanderia al posto del bagno. Non aveva nemmeno aspettato che la seppellissimo, la maledetta. Ero furiosa!
Sono andata su di corsa e ho affrontato quella str***a di mia madre. Le ho rinfacciato di essere stata una pessima madre, che non si è mai occupata delle sue figlie né di nessun altro a parte se stessa. Gliene ho dette di tutti i colori, prima di uscire dal bagno e correre in camera mia e buttarmi sul letto in lacrime.
Era davvero troppo. Il giorno dopo, finalmente, io e Sheila avremmo compiuto 18 anni e saremmo finalmente uscite da quell'incubo.
E mentre eravamo a scuola, mamma ne approfittò per eliminarci definitivamente dalla sua "famiglia".
La nostra camera era stata completamente stravolta per permettere a Shanty e Sharon di avere, ognuna, una propria camera privata con bagno personale.
E anche la camera di mamma era magicamente diventata più grande, inglobando la vecchia cameretta delle mie sorelle. Traduzione: non eravamo più gradite sotto quel tetto.
Benissimo!
Senza nemmeno festeggiare il nostro compleanno, e dopo un rapido cambio di look,
Sheila
ed io siamo partite da quella casa con i soldi che ci eravamo messe da parte fin da piccole (per i casi di emergenza) ed abbiamo comprato una casa tutta per noi due.
E' piccola, e non è nemmeno finita (mancano i rivestimenti interni ed esterni, il pavimento e altro), ma per lo meno è una casa vera ed ha tutto ciò che ci serve.
Come? Perché c'è un box per cavalli? Ah si, giusto. Mi sono scordata di dirvelo.
Ho deciso di diventare una fantina professionista e mi sono anche procurata una bella cavalla di nome Manzanita.
Beh, per ora è tutto. Scusate se in questo post ci sono parecchi sfoghi e qualche parolaccia, ma purtroppo a volte sono necessari. Comunque, sappiate che da quel momento (quando lasciammo casa dei nostri genitori) In poi, io e Sheila non abbiamo mai più conosciuto una giornata orribile. Ma per ora non vi svelo altro.
Au revoir,
Sherazade. -
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ah finalmente ci avevano perso tempo cosi si fa...che bello io avrei fatto lo stesso . -
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ora vediamo come si comportano le due gemelline da sole... . -
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la cavalla è stupenda con le treccine!!! . -
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si, è vero...è meravigliosa...ma non è merito mio...l'ho adottata così... . -
max villa.
User deleted
ammappa che casa e che bone le ragazze a 14 anni chissà da adulte però la mamma un poco menefreghista eh? XD . -
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grazie tesoro!!! . -
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Buongiorno a tutti.
Come vi avevo anticipato la settimana scorsa, io e Sheila ci trasferimmo in una nuova casa, non finita sicuramente, ma abbastanza grande da ospitarci entrambe. Col tempo poi avremmo potuto guadagnare soldi per sistemarla meglio in base alle nostre future esigenze.
Ecco la mia dolce Manzanita mentre si allenava prima delle gare.
Per chi non lo sapesse, le gare si svolgono così: si parte tutti nello stesso momento, poi ovviamente a seconda di come corre il cavallo si può decidere di non rischiare nulla e fare una gara regolare, oppure incitarlo al massimo ma rischiare di poter perdere. Ovviamente, non essendo una masochista, ho sempre svolto gare regolari con Manzanita per evitare di sovraffaticarla e di perdere. Alla fine, dal 6° posto in su era tutto buono. E spesso con la mia stellina abbiamo anche vinto le varie gare di corsa e salto.
Mia sorella invece è sempre stata un'amante dei gatti, nonostante tutto. Quando una sera, tornando dal lavoro (ha scelto di diventare una compositrice sinfonica), si trovò davanti casa questo bel gatto non riuscì a resistergli e se l'è portato in casa per dargli qualcosa da mangiare e coccolarlo un pò (mentre io, fuori, mi occupavo di Manzanita).
Non è un amore? peccato che però mi abbia occupato il bagno per oltre mezz'ora e non voleva saperne di sloggiare. Comunque, grazie al cielo potevo usare il bagno di Sheila.
Al centro equestre dove si svolgono le gare di ippica, c'è anche la possibilità di far ingravidare la tua cavalla (o di far montare una cavalla dal tuo stallone, dipende da che animale hai) e così feci anche io con Manzanita. Scelsi un bel cavallo col quale la mia stella potesse andare bene e aspettai pazientemente.
Nel frattempo avevamo scoperto che il gatto non era randagio, ma apparteneva ad una famiglia e aveva appena partorito dei cuccioli.
Dopo qualche consultazione, decidemmo entrambe di adottare uno dei cuccioli, tanto per avere qualcosa da fare.
Ecco l'angoletto che abbiamo sistemato apposta per Kai, la nostra gattina appena adottata.
E poco dopo l'arrivo di Kai, Manzanita ha dato alla luce una dolcissima puledrina di nome Didi (è quella che vedete accucciata sotto Manzanita...più in là ve la farò vedere meglio).
Una volta riuscite a mettere da parte un po' di soldi, tra lavoro e gare, abbiamo piastrellato e intonacato quasi tutta casa. Mancavano solo i pavimenti nelle nostre camere da letto, ma non importava.
Vi ricordate che, la scorsa settimana vi parlai del mio ballo scolastico? Che diventai reginetta del ballo e che oltretutto avevo trovato un ragazzo che mia madre avrebbe disapprovato totalmente, Nigel?
Beh, dopo il ballo non lo sentii più: tra il dolore per la morte di Vanessa e la conseguente rottura con mamma e papà, non mi passò nemmeno per la mente che avrei potuto chiamarlo. Ero certa che, dato il mio silenzio, avesse trovato un'altra ragazza e che oramai si fosse scordato di me.
Perciò immaginatevi la mia sorpresa quando, uscendo di casa come al solito per occuparmi delle mie cavalle, me lo sono ritrovata praticamente davanti al naso.
Mi disse che sapeva tutto ciò che era accaduto a casa mia (certo, perché in un paese o città una figlia che manda al diavolo la madre potente e ricca diventa un argomento di conversazione costante e duraturo...c'era ancora gente che, passando davanti casa nostra, mi additava come la "figlia sciagurata" dei Coppola) e che, se non aveva chiamato era solo perché sapeva quanto ci tenevo a Vanessa e immaginava che volessi stare un po' da sola a compiangerla.
Poi aggiunse che non si era mai scordato di me, e che stava solo aspettando il momento giusto per farsi avanti. Era ancora innamorato di me.
Quando gli confessai che anche io lo amavo ancora, nonostante tutto, mi baciò. Era una sensazione strana. Mi aveva già baciata al liceo, ma adesso sembrava come se ci baciassimo per la prima volta. E' stato un momento dolcissimo, che non scorderò mai finché avrò vita.
Ecco un suo primo piano. Non mi piace molto il taglio di capelli, ma è sempre stato un bel ragazzo e con l'età non è affatto cambiato.
Col passare del tempo, il nostro rapporto si consolidava sempre di più. Era spesso a casa nostra e mia sorella non diceva nulla: era felice per me, e lui le stava simpatico.
Una sera presi il coraggio che avevo e gli chiesi di sposarmi. Lui, all'inizio, non rispose. Sembrava come se stesse facendo di tutto per non ridere. Mi sentii così umiliata che stavo per alzarmi e andare a chiudermi in camera, quando lui tornò serio, mise una mano in tasca e cacciò una scatoletta identica alla mia: aveva deciso anche lui di chiedermi di sposarlo quella sera stessa. Ridemmo come due matti per quella straordinaria coincidenza. Poi ci scambiammo gli anelli di fidanzamento e ci baciammo.
E il bacio poi si trasformò in qualcos'altro. Era la nostra prima volta, era la prima volta che lui dormiva da noi...Era davvero un giorno speciale!
La mattina dopo, senza perdere tempo ad organizzare una cerimonia, ci sposammo con mia sorella come unica testimone. (non chiedetemi perché Nigel fosse in mutande...non me lo sono ancora riuscita a spiegare nemmeno io). Quello fu uno dei giorni più belli della mia vita da adulta. Ma sapevo che ne avrei vissuti molti altri, insieme a Nigel e Sheila.
E con un bel primo piano del nuovo taglio di capelli di mio marito, per questa settimana vi lascio.
Au revoir, mes amis!
Edited by Nike8437 - 12/6/2013, 08:33. -
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aahahah fantastico...sai come la frase del matrimonio che lascia in mutande, nigel l'ha presa proprio sul serio!!! ahahhaha
cmq fantastco che la cavalla puo' fare i figli? quanto ci impiegano, ma si vede come sei simmi che cresce la pancia?. -
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no, non si vede crescere la pancia...però ci vogliono all'incirca 2/3 giorni...non me lo ricordo di preciso...comunque, oltre a farla ingravidare al centro equestre, puoi anche farla rimanere incinta con un cavallo selvaggio...basta che facciano amicizia e poi non so se devi avere qualche posto speciale (come per cani e gatti che serve la casettina altrimenti non possono procreare)...non ci ho ancora provato in quel modo...puoi anche, se lo trovi e ci diventi amico, far procreare il tuo cavallo con l'unicorno così magari ti nasce un piccolo unicornino... .