Oh My Warrens

A DITFT Challenge

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    Ecco una nuova sfida che mi ha affascinata e in cui mi sono imbarcata: la Difference In The Family Tree (abbreviato in DITFT) Challenge. QUI ci sono le regole originali, che ho semplicemente tradotto. E ora passo a spiegarvi in cosa consiste questa sfida in 15 generazioni (ma potete scegliere di farne solo 5, 10 o quante ne volete).
    Si comincia creando un founder (maschio o femmina ha poca importanza) e lo si trasferisce in un lotto qualunque.
    Lo scopo della sfida è che ogni erede (quindi ogni generazione) abbia un’occupazione specifica e una storia diversa dal resto della famiglia. Ogni generazione prevede una scelta tra due o tre opzioni di carriera/stile di vita. Voi potete decidere di seguirne solo una oppure – avendo a disposizione due (o tre eredi) – potete seguirle entrambe (o tutte e tre) contemporaneamente (se volete, potete usare il consorte per seguire la seconda opzione data per non dover passare da una famiglia all'altra).
    Per quanto riguarda le regole, l’importante è non usare trucchi. Altre regole non ci sono.
    Io giocherò con 15 generazioni e segnerò i punti del founder/erede al passaggio di consegne tra generazioni (ossia quando l’erede diventa giovane adulto e prende in mano le cose). Inoltre non so se seguirò il punteggio per adattare la casa all'erede di turno, per il momento non ho ancora deciso. Probabilmente introdurrò qualche creatura soprannaturale nel corso della storia, ma anche questo non l’ho ancora deciso. Per quanto riguarda l’erede, per me sarà il primogenito di sesso opposto rispetto all'erede precedente (nel caso specifico, la founder è Andrea Warren quindi l'erede sarà il primogenito maschio).

    Per quanto riguarda gli obbiettivi delle generazioni, ho deciso di postarli QUI (anche perché sono 15 generazioni con 2 o 3 opzioni di stile di vita ciascuna, più gli obbiettivi dei vari PG soprannaturali e il post è parecchio lunghetto), mentre QUI posterò di volta in volta i link ai capitoli che posto sul nostro forum. Per quanto riguarda i punteggi, di volta in volta lascerò alla fine del post con la storia il link agli obbiettivi, così potete vedere come procede.

    Edited by Nike8437 - 14/11/2013, 16:54
     
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    Un risveglio improvviso, intorno è tutto buio. Guardo la sveglia sul mio comodino: le 4:00 del mattino. Mi strofino gli occhi per svegliarmi, cercando di capire cosa mi abbia svegliata. E poi, una luce intermittente sul comodino attira la mia attenzione. E' il mio cellulare che squilla. Rispondo senza nemmeno guardare il numero.
    “Hey, sis. Ti ho svegliata?” La voce all'altro capo del telefono è quella inconfondibile di mia sorella, Greta.
    “Sono le 4:00 del mattino. Tu che dici?” rispondo scocciata. Non ci vedevamo da anni ormai, da quando lei – a 19 anni, appena finito il liceo – decise di trasferirsi a Bridgeport per trovare la sua strada. Non si era mai fatta sentire, nemmeno ai compleanni o alle feste comandate. Non sapevo nemmeno che vita facesse, ma onestamente mi interessava poco. Quando lei andò via di casa io ero piccola, avevo solo 9 anni e non eravamo mai state legate, un po' per l'enorme differenza di età che ci separava e un po' per la differenza di carattere. Non mi chiedo nemmeno come faccia ad avere il mio numero di telefono.
    “Vedo che la mattina sei molto amichevole tesoro.” dice ironica. La sua serietà, alla soglia dei 35 anni stenta ancora a maturare, a quanto vedo.
    “Greta, cosa vuoi? Vorrei tornare a dormire.”
    “Mamma come sei isterica, sis. Volevo solo sapere dell'eredità.”
    Giusto, avrei dovuto pensarci anche da sola. Perché mai Greta avrebbe chiamato me, dopo 16 anni di silenzio, se non per vantaggi economici derivanti dalla morte di nostro padre? Il pensiero mi fa star male, nostro padre è morto solo da due giorni e lei non si è nemmeno degnata di venire al funerale ieri, adducendo scuse di lavoro. Per me è stato uno shock quando l'amico di papà, Michael Granger – che era anche il suo notaio/avvocato - mi ha avvisato dell'accaduto. Non ero molto legata a papà, eravamo entrambi ancora troppo scossi dalla morte improvvisa di mamma avvenuta 15 anni fa e dal fatto di essere rimasti soli: lui con una figlia piccola da crescere e io con un padre che stava spesso fuori casa a curare le sue amate piante per non pensare alla mamma. E sono rimasta ancora più scioccata quando, dopo il funerale, Michael ha letto le sue ultime volontà: papà aveva lasciato a mia sorella e a me la casa familiare ad Appaloosa Plains, a patto che la ristrutturassimo e la riportassimo ai vecchi splendori. Michael mi ha detto che avevamo solo 24 ore per prendere una decisione: accettare l'eredità trasferendoci ad Appaloosa Plains per almeno un anno – trascorso il quale avremmo potuto vendere la nostra vecchia casa e vivere bene con il ricavato – oppure lasciare che la demolissero per costruirci un mega centro commerciale.
    “Per me puoi pure farla demolire. Non sono il tipo che va a fare l'agricoltrice in un posto sperduto e senza nemmeno negozi decenti. Ci sentiamo prima o poi, sis.” Questa è la risposta di mia sorella quando le racconto del testamento, prima di chiudermi il telefono in faccia senza nemmeno poterla salutare. Io invece rimango seduta sul mio letto, ormai completamente sveglia, a riflettere sulle mie opzioni.

    *****


    Alla fine la famiglia ha vinto su tutto (o forse il peso maggiore lo ha avuto il fatto che sono stata licenziata circa 3 mesi prima dall'agenzia di viaggi dove lavoravo e i soldi cominciano a scarseggiare). Ho detto a Michael che accetto l'eredità, poi sono andata a spendere i pochi soldi che mi restavano per comprare qualcosa di adatto alla vita in campagna. Non avevo mai pensato che potessero servirmi abiti da lavoro, perciò in casa non avevo nulla. Poi ho fatto le valigie ed ho lasciato il mio appartamento in affitto a Riverview per raggiungere Appaloosa Plains.

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    Ops, non mi sono ancora nemmeno presentata con tutti i pensieri che mi circolano per la mente. Il mio nome è Andrea Jennifer Warren, ma gli amici mi chiamano Andy o Jen. Mi sono laureata in Scienze Sociali all'università di Riverview e, come dicevo prima, ho lavorato in un'agenzia di viaggi. Non ho il pollice verde, anzi. Di solito le poche piante che qualcuno ha avuto la pessima idea di regalarmi si sono suicidate dopo pochi giorni dall'arrivo nel mio appartamento. Però sono ambiziosa, e se mi metto in testa qualcosa di solito riesco a farla, anche se ci vuole del tempo.

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    Beh, almeno questo succedeva prima di vedere in che condizioni è la casa. A quanto pare, negli ultimi anni in cui papà ha dovuto lasciarla per andare in un centro di cure specializzato – dove poi purtroppo è deceduto - le erbacce e gli insetti l'hanno fatta da padrona. Ci sono cosi striscianti dappertutto, ragnatele con ospiti enormi e Dio solo sa cos'altro. Per fortuna Michael aveva già pensato a tutto, ed ha chiamato una ditta di disinfestazioni, pagandola con i soldi che papà gli aveva affidato proprio per questa evenienza.

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    Una volta ripulito tutto, e ci è voluta una settimana buona – nel frattempo Michael mi ha ospitata da loro in una piccola dependance - ho potuto constatare che la struttura è ancora in ottimo stato e che la casa è rimasta esattamente come me la ricordavo, tranne per le camere mia e di Greta che erano al piano superiore e che ora non ci sono più (probabilmente papà ha deciso di farle buttare giù per avere meno roba da pulire una volta rimasto solo). E questo pensiero mi stringe il cuore. Come abbiamo potuto lasciare nostro padre da solo, in questa casa piena di ricordi tristi per lui senza nemmeno venire a trovarlo una volta? Certo, io almeno lo chiamavo una volta a settimana per accertarmi che stesse bene, e quando lo hanno ricoverato nel centro di cure mi assicuravo di fargli visita almeno tutti i weekend, ma niente più di questo. E ora sapere che non lo rivedrò più mi fa star male.

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    Con l'aiuto di Michael, comunque, sono riuscita a capire un po' di gergo tecnico dell'agricoltura. E mi ha anche suggerito di iniziare con poche piante facili (pomodori, insalata, limoni, meli, etc.) per iniziare a prenderci la mano. All'inizio trovavo rivoltante il pensiero di dovermi sporcare le mani con la terra, ma dopo aver visto come si fa e averlo provato, in realtà è una sensazione strana. E' piacevole sentire la terra tra le mani, toccarla, lavorarla...

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    Inoltre Micheal mi ha fatto notare che, imparando ad usare una canna da pesca, grazie al lago che abbiamo in giardino potrei avere non solo cibo freschissimo da mangiare tutti i giorni (peccato che io sia vegetariana e non mangio carne di alcun animale) ma anche un ottimo fertilizzante per le piante, recuperando le lische e gli scarti dei pesciolini che catturo e cucino. Ovviamente questo suggerimento verrà utilizzato se troverò qualcuno con cui condividere la mia vita (e che non sia vegetariano ovviamente!).

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    Il mio primo giorno nella nostra vecchia casa mi ha costretta ad affrontare un problema enorme: la mia totale incompetenza in cucina. Certo, un'insalata la so fare, e so anche cuocere la pasta. Ma è tutto qui. E quindi ho deciso, mentre sono qui, di prendere lezioni di cucina, tanto per tenermi impegnata. Devo ammettere però che fare un'insalata qui, ad Appaloosa Plains, è un'esperienza incredibile: le verdure sanno di verdure, e mi ricordano quando mamma cucinava per tutti con gli ortaggi che papà faceva crescere in giardino. Anche quelle comprate in negozio, qui, sanno davvero di qualcosa, a differenza delle verdure che compri in città che non sanno di nulla perché vengono importate da paesi in cui crescono nelle serre oppure vengono irrorate con pesticidi e altre schifezze varie.

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    Quando mi sono infilata nel vecchio letto matrimoniale di papà e mamma, una marea di ricordi mi ha accompagnata durante la veglia fino a farmi addormentare. Credo davvero che questa avventura sia esattamente ciò di cui ho bisogno per capire come mai papà ci ha lasciato il compito di rimettere a nuovo la nostra vecchia casa.
     
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    già cosi mi piace, mi ha fatto venire in mente me quando ero piccola ed andavo con la mia famiglia nella casetta in campagna di zia....mi piace voglio vedere come continua
     
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    grazie tesoro! vedremo insieme come procede...
     
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    già..cmq mi attira molto ..è diversa dalle altre...e l'idea della trama mi ha emozionata
     
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    lo so, è per questo che l'ho scelta...e poi non mi andava di fare come tutte le mie vecchie sfide simmiche, cioè mettere la foto e commentarla e basta...volevo dare un tono diverso...
     
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    e ci sei riuscita!!!
     
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    speriamo...
     
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    Sono ormai passati ben 4 mesi ormai dalla notizia che avrei dovuto tornare a casa dei miei, dove non vivevo da ben 6 ani. Nel frattempo le mie piantine cominciano a darmi soddisfazione e crescono belle rigogliose, e alzarmi all'alba ogni mattina diventa davvero un piacere. Vedere quelle tenere foglioline verdi, quei tronchi piccoli ma già così robusti adoperarsi per dare linfa vitale alle piante...è una vera gioia.

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    Anche la cucina ormai è diventata parte integrante delle mie nuove abitudini di vita. Oramai riesco addirittura a farmi le frittelle tutte le mattine senza bruciare nulla. A pranzo invece mi tengo leggera, un'insalatina o uno yogurt giusto per mantenere lo stomaco. E per la cena ho trovato delle nuove ricette a base di tofu e soia che sostituiscono alla grande la carne ed il pesce e sono davvero squisite. Anche se Michael trova ancora strano che io non mangi carne che provenga da animale. Però quando ha assaggiato i miei hamburger di tofu non si è lamentato del sapore.

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    Quando non sono impegnata con la cucina e il giardino (o la pesca, a cui ancora non mi sono abituata molto), passo il mio tempo libero a cogliere fiori di campo da ripiantare in giardino o da mettere nei vasi che ho comprato per la casa. Non ho ancora iniziato ad ingranare con il giardino, visto che le piante sono ancora in fase di crescita, perciò mi diletto con altre cose più remunerative, come aiutare in giro le persone anziane o disabili o magari fare consegne per il negozio di alimentari quando il loro ragazzo è malato.
    Nel frattempo ho cercato di contattare Greta per dirle che stavo portando avanti il progetto dell'eredità, ma non mi ha mai richiamata. E' evidente che non le interessa affatto, perciò alla fine dei 12 mesi toccherà interamente a me prendere la decisione finale.

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    Di tanto in tanto ho scoperto che in città c'è un festival particolare. Ne ho sentito parlare da Michael poche settimane dopo il mio arrivo, ma lui non aveva aggiunto altro e io ero troppo occupata a trovare un modo per sopravvivere finché le piante non me lo permetteranno adeguatamente. Così per caso, passando un giorno davanti al parco principale, ho visto un sacco di gente che ascoltava musica, chiacchierava e addirittura si sfidava a gare mangerecce. Mi sono avvicinata ad un tizio carino, per chiedergli di cosa si trattasse. Così lui si è presentato. Si chiama Benjamin Schmidt e mi ha detto che stanno partecipando al festival autunnale. Mi ha anche detto che è una tradizione abbastanza recente, ha circa 3 o 4 anni, ma secondo lui sarebbe durata per centinaia di anni ancora. Poi mi ha invitata a prendere una limonata e ci siamo messi a chiacchierare.

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    Abbiamo scoperto di avere molte cose in comune e mi sono trovata ad ammettere che il tipo non è affatto male. Anzi, è davvero un gran figo e non vedo l'ora di conoscerci meglio. Mi ha chiesto cosa portasse una bella ragazza come me in un posto come Appaloosa Plains e gli ho detto che in realtà sono nata e cresciuta qui, fino a qualche anno fa. Poi gli ho raccontato di papà e lui mi ha fatto le condoglianze.
    “Mi dispiace davvero, Jen” ha detto serio, poggiandomi una mano sulla spalla per confortarmi. “Conoscevo tuo padre, era un grande lavoratore. E sono contento che la vostra casa non verrà demolita. Sarebbe un grande peccato soprattutto per i vostri ricordi.”

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    Col passare dei giorni e delle settimane, Benjamin mi ha invitata sempre più spesso ad andare con lui al festival e abbiamo parlato sempre di molte cose. Lui non è pratico di giardinaggio, a quanto pare, ma è sempre disponibile a darmi consigli su argomenti che conosce o ad indirizzarmi verso qualche suo amico più erudito in merito. E mentre lui mi parla di fiori o del tempo, io mi ritrovo sempre più spesso a pensare a quanto mi piacerebbe avere qualcuno come lui a farmi compagnia durante le giornate, qualcuno come lui con cui poter parlare, con cui potermi sfogare se qualcosa va male.

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    E credo che lui debba essersene accorto perché spesso, prima di andare a casa o quando ci vediamo, mi prende la mano o mi bacia sulla guancia provocandomi brividi lungo la schiena. Quando poi non lo vedo, sento che mi manca e così passiamo ore al telefono anche per non dirci nulla, solo per sentire la voce dell'altro. Ed è così bello addormentarmi la sera sognandolo o immaginando che presto forse mi proverà a baciare o magari mi chiederà di diventare una coppia.

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    I nostri incontri diventano sempre più assidui e intimi. Oramai non ci preoccupiamo nemmeno più se intorno a noi c'è qualcuno o se abbracciarci in pubblico sia contemplato nella decenza umana. Vorrei invitarlo da me, ma non ho ancora trovato il coraggio. Mi sembra un uomo vecchio stampo, come papà, e potrebbe anche spaventarsi e fuggire via, spaventato dalla mia intraprendenza. Perciò mi accontento di quello che abbiamo ora e me lo godo finché posso.

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    E una sera, circa due mesi dopo il nostro primo incontro, ho preso il coraggio e l'ho baciato. All'inizio pensavo che si sarebbe tirato indietro, ma poi mi ha stretta tra le sue braccia e abbiamo continuato a baciarci a lungo, senza pensare al resto del mondo. E io non mi sono mai sentita così bene e così felice in tutta la mia vita.
     
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    woow mi piace, già sono arrivati al bacio...vediamo che succede ai prossimi capitoli
    questa faccia la dice lunga ahahahahaha
     
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    ahahahahhahahahahhahah
     
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    Dopo sei mesi di permanenza in campagna, ormai non riesco nemmeno più a ricordarmi la mia vecchia vita a Riverview. Qui respiro aria pulita, ho un uomo che mi ama, un amico che mi consiglia cosa fare e per la prima volta in vita mia sono responsabile della crescita di qualcosa. Mi sembra strano che nessuna delle piantine che ho in giardino sia ancora morta, vista la mia scarsa attitudine al curarmi delle piante da appartamento. Michael dice che evidentemente papà da lassù mi sta dando una mano a tenere in vita il mio orticello e io credo che abbia ragione. Di tanto in tanto, quando mi sento un po' affaticata o mi prende l'ansia perché non sono ancora riuscita ad avere (dalla vendita degli ortaggi) il guadagno che speravo, d'improvviso sento come una presenza accanto a me, che mi poggia la mano sulla spalla e mi fa capire che ogni cosa nella vita ha i propri tempi e che affrettare la natura non porta mai nulla di buono. Così mi ritrovo a sorridere senza alcun motivo e a godermi questa nuova avventura in cui mi sono imbarcata.

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    Ormai ho anche una routine fissa che seguo alla lettera e mi permette di godermi la giornata in pieno: mi sveglio all'alba, faccio una rapida colazione, mi occupo del mio giardino (ho messo da parte qualche soldino per l'innaffiatore automatico che mi risparmia mezz'ora di lavoro al giorno - è stata un'idea di Michael), poi faccio una doccia, pranzo intorno alle 14.30 e poi mi godo il pomeriggio con un buon libro o passo del tempo con Benjamin.

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    Viene a trovarmi spesso ultimamente. Devo ammettere che è una persona splendida. Abbiamo molte cose in comune, mi sostiene nella mia sfida quotidiana e si stupisce ogni giorno insieme a me dei miei successi. Ci troviamo bene insieme, anche solo leggendo un libro seduti sul divano o guardando quelle meravigliose stelle che ci osservano dal cielo con la loro conoscenza centenaria e ogni volta mi stupisco di quanto siano belle. A Riverview avevo perso di vista il vero significato della vita. Andavo sempre di corsa per cercare di fare mille cose contemporaneamente e riuscendo comunque a farne solo un decimo. Non avevo tempo per imparare a cucinare, né per curare le piante che mi venivano regalate, le stelle poi con tutto l'inquinamento luminoso erano impossibili da percepire. Ringrazio ogni sera il mio papà per aver dato a me e Greta la possibilità di crescere qui e di riscoprire questa vita, anche se senza di lui è un'altra cosa. Mi manca tremendamente e spesso mi sento in colpa per averlo abbandonato così. Vorrei poter tornare indietro e dirgli almeno una volta che gli voglio bene. Quando confesso a Ben questi pensieri, lui mi dice che il modo migliore che ho per dimostrargli che gli voglio bene è salvare la fattoria dalla distruzione, coltivare le piante che per lui erano motivo di orgoglio e di sostentamento e soprattutto essere felice. Ed è quello che ho intenzione di fare.

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    Ecco perché una sera, dopo circa un mese dal nostro primo bacio, ho chiesto a Ben di sposarmi e mettere su famiglia. Sento che ormai è arrivato il momento di crescere e di occuparmi di un marito e dei figli che Nostro Signore vorrà mandarci.

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    Benjamin non ci ha pensato su molto. Ha detto che se non lo avessi fatto io, mi avrebbe chiesto lui di sposarci nel giro di una settimana. Anche lui è convinto che siamo fatti per stare insieme per la vita e che sicuramente avremo dei bambini meravigliosi e felici di vivere in questa casa. Così, visto che non volevamo perdere tempo, abbiamo organizzato una cerimonia intima fuori casa con il prete, Michael e sua moglie come testimoni e Orion, il cane di Ben, a farci compagnia. E siccome la tradizione prevede che lo sposo non veda la sposa nelle 12 ore che precedono il matrimonio, l'ho 'cacciato via' verso le 20.00 per poter stare un po da sola a pensare al giorno dopo.

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    Per distendere i nervi, mi sono dedicata alla pesca per qualche ora dopo cena. Anche se detesto ancora l'idea che un essere qualunque(che sia un uomo, un pesce, un cane o un gatto) debba soffrire solo per procurare qualche ora di svago ad un altro, devo ammettere che la pesca è rilassante e spesso ributto i pesci nel laghetto dopo averli liberati dall'amo. Sono ancora una vegetariana convinta, nonostante Michael pensi che restando qui cambierò idea. Quello che non sa (o non ricorda) è che sono stata vegetariana fin da quando avevo 10 anni. Con la scuola siamo andati in gita ad un mattatoio e da allora per me la carne e il pesce non sono più così invitanti.

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    Quando ho finito di pescare, mi sono buttata sul letto distrutta. Mi sarei alzata presto la mattina per preparare tutto. Ma non ho messo in conto che, mezz'ora dopo che mi sono buttata sul letto, un ladro è venuto a farmi visita. Si è preso il divano del soggiorno e la polizia purtroppo è arrivata tardi. Non che mi importi del divano...sono solo contenta che il ladro non mi abbia aggredita. Il divano lo ricompro, che problema c'è?

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    Messa da parte l'ansia per il furto subito, la mattina di buon ora ho comprato un arco nuziale da mettere in giardino e ho comprato una torta. Il vestito da sposa ce l'avevo chiuso nell'armadio da una vita. E' quello che avevo sempre sognato, fin da piccola: da principessa. Quando sono arrivati Ben e Michael non sono riuscita dal trattenermi e ho raccontato loro del furto. Ben ha promesso che compreremo un allarme antifurto il prima possibile, così non sarò più costretta a subire paure simili. Dopo di che abbiamo cominciato la cerimonia che è stata un sogno: ci siamo scambiati gli anelli guardandoci negli occhi, ci siamo baciati mentre Michael e Sarah applaudivano e ci buttavano il riso addosso, abbiamo tagliato la torta e poi l'abbiamo mangiata nella nostra cucina. E' stato bello davvero, e anche emozionante. E sapevo che farlo a casa mia significava assicurarmi che mamma e papà sarebbero stati presenti. Ovviamente avevo invitato anche Greta, ma mi aveva risposto che aveva una riunione di lavoro e che non poteva.

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    Verso le 18.00 Michael e Sarah sono tornati a casa e io ne ho approfittato per conoscere Orion. Purtroppo ha pure cominciato a piovere, accidenti. Comunque dopo qualche annusata e leccatina Orion si è convinto a seguirmi in casa per farlo asciugare e spazzolarlo per bene. Poi gli abbiamo dato da mangiare, abbiamo cenato anche noi e siamo andati poi a letto. Chissà se la nostra prima notte di nozze non porti presto una bella notizia?
     
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    e questa storia, ogni volta che la leggo mi fa venire voglia di cominciarne una nuova pure io
     
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    vai!!!che aspetti?!?non vedo l'ora di sapere cosa vorresti fare di nuovo...
     
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    ahahah e lo so...ci sto pensando davvero....<3
     
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40 replies since 22/5/2013, 09:06   316 views
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